La scomparsa di Jessica Lattuca – è ancora viva?
Alessandro Meluzzi

Storie di ordinaria povertà e prostituzione.

È ancora un mistero quello attorno a Jessica Lattuca, di anni 27 madre di 4 figli, di cui non si sa più nulla dal 12 agosto scorso; un caso scioccante di cui si sta occupando il programma tv Quarto Grado e che ha interessato, tra ipocrisie e omertà, un paese, Favara, della provincia di Agrigento.

 

Jessica era uscita dalla casa di Favara (AG), in cui viveva con la madre Giuseppina e i suoi bambini, alle 19,30, per incontrare il fratello e bere una birra. Alle 20,50, lasciava il fratello per raggiungere piazza Cavour. Un parente ha dichiarato di averla riconosciuta lungo il tragitto, in via Leopardi, sola. Da allora di lei non si sa più nulla e il cellulare risulta spento. Purtroppo si tratta di un cellulare di vecchia generazione, per cui non è possibile mappare il suo percorso. Gli inquirenti stanno lavorando sui tabulati telefonici, per sentire i soggetti chiamati e chiamanti e acquisire elementi informativi utili alle indagini.   

 

Per lo psichiatra, professor Meluzzi, la scomparsa di Jessica Lattuca è una storia di droga e di latente alcolismo, di marginalità e di bisogni economici di danaro: Jessica sarebbe una donna sicuramente manipolata, sfruttata da un circuito di prostituzione di paese, con elementi di sfruttamento all’interno del circuito interno dello stesso paese.

È in questo quadrilatero, dice Meluzzi, che dobbiamo cercare una risposta. Probabilmente l’autore dell’omicidio, ha qualcosa a che vedere con la prostituzione e con quel qualcosa che, pur essendo noto a tutti, come accade spesso nelle storie della profonda provincia, non doveva diventare così noto da essere ufficializzato, quindi, si è deciso di chiudere la bocca a questa povera donna che probabilmente svolgeva la disgraziata attività di prostituzione, non so quanto in collaborazione con la famiglia. Con la sua scomparsa, si è voluto dare un taglio ad una vicenda che era diventata, per qualche misteriosa ragione, pericolosa.

 

Per il criminologo, prof. Picozzi, potrebbe anche essere un cliente di indole violenta, perché quello che fa un po’ specie, è che noi vediamo una rete di prostituzione, di marginalità, ma i protagonisti sembrano un po’ cialtroni. L’idea che essi possano riuscire a mantenere una omertà assoluta, un silenzio assoluto, non esclude che questa povera ragazza, osserva Picozzi, abbia incontrato un cliente violento. 

 

Resta, quindi, il difficoltoso compito delle forze dell’ordine e della magistratura, di indagare in un mondo difficile, in cui contano di più i silenzi che le parole, in cui si imbastiscono storie false e ingiuriose di paese, contro la vittima di turno e si mantiene salda una profonda omertà verso le istituzioni.

sc

 

Immagine: secolo-trentino.com

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 10/12/2018