La “Piazza di Torino” ha ottenuto l’ambito riconoscimento dalla prestigiosa rivista “Formiche”

Il commento di Mino Giachino e le motivazioni della scelta

La Formica dell’anno é un appuntamento che la rivista dedica ogni dicembre al personaggio che si è maggiormente distinto e prodigato per il bene del Paese. Insomma, chi ha influito positivamente sulla vita dell’Italia lasciando un segno. Nelle passate edizioni, il riconoscimento, tra gli altri ha raggiunto Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Pietro Parolin ed Enrico Bondi. Il 2018, però, ha imposto un’eccezione. La giuria de “Le Formiche” ha deciso di non dedicare la Formica dell’anno a una sola persona, ma a tante. In una stagione di egoismi e di No strumentali, Torino, con la sua manifestazione di piazza Castello del 10 novembre, ha fatto bene al Paese più di tanti singoli personaggi. Perché” è la piazza di chi dice sì alle opere strategiche; a fare sistema, a non restare indietro rispetto all’estero, a chiedere una politica che guardi al futuro. Questa è l’Italia che ci piace!”

Non è tardato l’articolato commento di Mino Giachino che riportiamo:

Come é noto le cose si possono vedere in tanti modi così come fa “formiche”.

Quando ho deciso la manifestazione del 10Novembre insieme a due delle Madamine e ad alcuni imprenditori  autorevoli sapevo di avere anche il consenso della Città che mi veniva anche dalla più autorevole informazione cittadina ma ho chiesto esplicitamente che non ci fossero bandiere politiche.

Quella manifestazione non ha ancora ricevuto risposte significative da parte della politica ma ha messo in moto o ha dato forza al mondo produttivo . 

Qualcuno ha parlato del ritorno della Borghesia , altri del partito del PIL.

Partiti come Forza Italia, nella sua campagna tesseramento, o la Confartigianato per la sua manifestazione del 13.12, stanno usando  : Noi siamo del SI...

A me personalmente, prosegue Giachino, più di tutto interessa avere la TAV. Senza la TAV Torino proseguirà il declino economico e sociale che data almeno dieci anni.

Il Premio assegnato dalla rivista FORMICHE però , al di là delle sue motivazioni, e’ importanti e inorgoglisce chi l’ha pensata e ideata.

Proprio oggi che uno dei ragazzi di SILAVORO, Alessio, si laurea in fisica. 

Oggi (ieri) è una giornata importante, conclude l’ex sottosegretario, perché il Governo incontra la piazza, come ha detto Di Maio , anche se ha invitato solo la imprenditoria torinese.

Ma ci saranno altri incontri perché non sarà facile ma noi vogliamo avere la TAV”

La forza del sì Il perché della scelta

È certamente uno dei fatti politici più rilevanti di quest’anno, nonché il segno di una mobilitazione di cui avevamo perso le tracce da molto tempo. A Torino scende in campo la borghesia per difendere un’opera pubblica che diventa il simbolo di un’Italia che fa, contro un’Italia che critica, il vessillo di istanze d’impresa, di sviluppo, di progettualità che decidono di opporsi ai contestatori ad ogni costo.

È la manifestazione Sì-Tav, fatto nuovo e sorprendente della sonnecchiante Torino della sindaca pentastellata Appendino, una città che (per volontà della sua amministrazione) sembra diventata la capitale del No, visto che si è appena opposta al progetto olimpico portato avanti da Milano e dal Veneto.

La piazza si riempie di un variegato popolo, che mette insieme sindacati e associazioni industriali, professionisti di ogni genere e pensionati, elettori di sinistra e di destra. È una piazza politica all’ennesima potenza, pur rifiutandosi di sposare partiti o correnti, perché mostra il primo rassemblement di una opposizione al governo giallo-verde, che però è anche un’opposizione delusa dal Pd e, parimenti, da Forza Italia.

C’è un nucleo di donne forti della città, ma c’è anche il notaio Andrea Ganelli con il suo salotto che ne ispira le mosse, c’è il saggio lupo di mare della politica Bartolomeo Giachino che ne guida le truppe e c’è il grande vecchio Francesco Forte che ne irrobustisce la piattaforma programmatica.

Insomma una Torino (più di destra che di sinistra in verità) che esce dal guscio e apre un fronte con una schiettezza, una semplicità e un’efficacia che nessuno ha saputo mettere in campo in questo avvio di legislatura. Per questo abbiamo scelto la piazza del Sì-Tav per il riconoscimento annuale di Formiche: per la sua oggettiva novità combinata a una assoluta chiarezza d’intenti. Vogliamo cioè dire che questo movimento appartiene a tutti gli effetti alla “forma politica” che si va facendo strada anche a livello internazionale (un esempio su tutti: l’uragano leave che si è scatenato nel 2016 in Gran Bretagna su Brexit, guidato dall’Ukip di Farage), quella delle avventure politiche con scopo dichiarato, preciso, circoscritto. Vedremo sempre più spesso questi fenomeni, anche perché il partito omnibus di novecentesca ideazione non regge più il ritmo della modernità, innanzitutto perché le sezioni non sono mescolabili ai tweet.

Ecco allora la novità dell’anno nel movimento Sì-Tav, pur con tutti i suoi limiti. Ma c’è di più, oltre la contingenza. C’è anche il fatto che questo movimento evidenzia il tentativo di rivincita della competenza sulla logica dell’uno vale uno. Già, perché qui torna a contare il parere degli esperti, la volontà del mondo delle imprese, il sentire comune dei liberi professionisti. Insomma, qui c’è una risposta borghese a un trionfo proletario che nelle urne del 4 marzo ha trovato una legittimazione formidabile. Forse è la sfida delle sfide per il tempo che abbiamo davanti. Per ora non lo sappiamo, perché siamo in larga parte in un mondo tutto da esplorare. Però abbiamo capito una cosa (anche a Torino nella piazza Sì-Tav): non è sull’asse destra-sinistra che succedono fatti rilevanti. L’adrenalina si genera altrove.”

Roberto Arditti Direttore Editoriale di FORMICHE.NET

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Articolo pubblicato il 06/12/2018