Presentato l’Epistolario del beato Marcantonio Durando dei Padri Vincenziani

Daniele Bolognini illustra la figura di questo protagonista “discreto” della Torino cattolica dell’800 che vide operare un numero di santi e beati davvero sorprendente

Originario di Mondovì - dove nacque il 22 maggio 1801 – il beato Marcantonio Durando fu un protagonista “discreto” di quella Torino cattolica che nell’800 vide operare un numero di santi e beati davvero sorprendente, alcuni oggi noti in tutto il mondo, altri rimasti in un ingiusto oblio. Entrò nella Congregazione dei Missionari Vincenziani nel 1818, fu ordinato sacerdote nel 1824, a soli 36 anni venne nominato Provinciale (ovvero superiore) dei Vincenziani del Nord Italia. Desiderava partire missionario in Cina, ma sua “terra di missione” furono Torino e il Piemonte. Alcuni membri della sua famiglia si distinsero in ambito politico e militare negli anni del Risorgimento.  

Padre Durando non è certo un personaggio popolare, ma lunedì 10 dicembre, finalmente, è stata presentata, in occasione delle celebrazioni per la sua festa, nella chiesa della Visitazione a Torino, la pubblicazione dei suoi scritti.

D’ora in poi quindi gli studiosi potranno attingervi sfogliando direttamente i due grossi volumi – di complessive quasi 1.600 pagine – fonte di preziose notizie, che ricostruiscono la fitta rete delle sue conoscenze, il suo generoso operato, soprattutto spirituale, a vantaggio di religiose e confratelli sacerdoti, e anche il suo instancabile impegno sociale. Si può infatti affermare che fu il sapiente “regista” di una vera e propria rete di centri di carità, detti “Misericordie”, a vantaggio dei numerosi poveri che affollavano la capitale sabauda.

Vi operavano le Suore Vincenziane, con le Dame di Carità, dedite all’assistenza a domicilio o presso alcune parrocchie. Attorno alle Misericordie si formarono asili, laboratori per ragazze ed orfanotrofi. Fu proprio per merito di p. Durando che giunsero in Italia dalla Francia le Figlie della Carità (le Vincenziane, chiamate “cappellone” per via del loro copricapo).

Nel 1853 furono persino mandate a curare i soldati feriti dell’esercito piemontese che combattevano in Crimea.

Padre Durando fondò anche un istituto di suore (le Nazarene) oggi particolarmente impegnate in Madagascar.

A Torino, lunedì 10 dicembre il pomeriggio per la Presentazione dell’Epistolario si è svolto secondo programma: accoglienza nella splendida chiesa della Visitazione di Via XX settembre con le note solenni dell’organo, poi i due interventi previsti.

Il salesiano Aldo Giraudo del Salesianum di Roma ha tratteggiato, con dovizia di particolari, la grande devozione dei tempi del beato per la Passione di Cristo con pratiche devozionali, ma anche con ricchi trattati di spiritualità.

Don Roberto Repole, della Facoltà Teologica, ha invece preso spunto dagli scritti del Durando per illustrare la profondità spirituale del suo apostolato.

Le suore Nazarene provenienti dal Madagascar hanno creato un’atmosfera particolare e suggestiva con i loro canti durante la funzione religiosa e al termine, davanti all’urna del beato, nel raccolto santuarietto della Passione, annesso alla chiesa, dove un tempo era il coro delle visitandine. I locali della Casa torinese dei Missionari di san Vincenzo erano infatti un antico monastero di clausura fondato nel ‘600.

L’occasione è stata propizia per inaugurare l’esposizione permanente delle reliquie di San Vincenzo de’ Paoli, a Torino perché portante in salvo dalla Francia mentre imperversava la Rivoluzione Francese. Sono conservati alcuni abiti, scarpe e un curioso grande cappello nero.

Daniele Bolognini

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Articolo pubblicato il 14/12/2018