L’impatto del terrorismo nelle società occidentali
Immagine da UNSPLASH.COM

Strasburgo ennesimo attacco al centro dell’Europa

Il terrorismo ha colpito nuovamente al centro del nostro continente dimostrando così di essere una minaccia latente senza tempo: dall’attacco alle torri gemelle del 2001 questa minaccia è diventata una presenza costante che mina la serenità quotidiana di tutto il mondo occidentale. Anche se non è così evidente, tutti noi conviviamo ogni giorno con la paura e l’incertezza legate alla natura imprevedibile degli attacchi, alla inquietudine provocata dal sapere che esiste un potere cosi subdolo e potente pronto a dare l’ordine di colpire.

La risposta dell’occidente è stata la più giusta: continuare alla vita di sempre come se il problema non esistesse o comunque non fosse particolarmente grave. Infatti il modo più corretto per difendersi da una minaccia è riuscire a conoscerla, a partire dai meccanismi che l’hanno generata e perché.

La prima domanda è cosa induce una persona a livelli di fanatismi così forti da uccidere in loro nome: potrebbe essere una forma di psicosi collettiva? Il concetto secondo cui soltanto una persona affetta da psicosi o sadismo sia disposta ad atti di eclatante violenza, secondo molti studiosi è errata. Infatti diversi studi condotti tra gli anni sessanta e settanta, hanno confermato che la maggior parte dei terroristi non possa cosiderarsi mentalmente instabile ma che si tratti di persone essenzialmente razionali, che valutano costi e benefici degli atti terroristici. Dal punto divista psicologico la maggior parte di terroristi possono essere definiti normali. Ciò che trasforma una persona normale in un fanatico dipende dalle dinamiche sociali e di gruppo in cui si trova.

Ileader come Al-Baghdadi e Bin Laden hanno infuso negli adepti una identità comune, dipendente da una causa ritenuta nobile, appellandosi alla necessità di promuovere il terrore in favore di una società migliore improntata ai principi della religione islamica.

Ricette contro questo fenomeno non ci sono, sicuramente occorre attivare forme difensive con sistemi di sicurezza sempre più ristrettivi. Molto importante anche ridurre le immagini degli atti terroristici da parte dei Media perché da questo nasce sempre un legittimo sentimento di condanna e di diffidenza che parasossalmente favorisce sempre più la credibilità dei gruppi terroristici.

Pare che l’Isis agisca proprio per spingere i Paesi occidentali a reazioni tali da portare i Musulmani a non identificarsi con queste comunità. Questo è un grave problema perché se tra persone di religione diversa nasce diffidenza e intolleranza le conseguenze diventano devastanti, fino ad arrivare ad una guerra di religione dai risvolti inimmaginabili.

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Articolo pubblicato il 14/12/2018