L'Evoluzione dell'Uomo: nuove ipotesi

Seconda Parte

SECONDA PARTE

Prima di proseguire nell’analisi del testo del Dr. Pietro Buffa, “I Geni Manipolati di Adamo”, vorrei considerare qualche aspetto relativo ai meccanismi che vengono interpretati come elementi che favoriscono la Selezione Naturale.

Con questo termine intendiamo l'insieme delle cause, come le mutazioni delle condizioni ambientali o altre cause di origine naturale, che possano agire sul patrimonio genetico degli individui.

In altre parole quando compare un evento esterno, per esempio un qualsiasi cambiamento ambientale, si genera una “pressione selettiva”, ovvero una causa ben precisa, in grado di favorire o di penalizzare alcuni soggetti di una determinata popolazione.

Il secondo concetto che dovremo utilizzare per comprendere la Selezione Naturale è quello di variabilità intraspecifica. Con questo termine intendiamo  la gamma di differenze, più o meno marcate all'interno di una data popolazione di individui, che possono essere legate ad esplicite cause genetiche (differenze genotipiche) oppure alla forma del loro aspetto esterno (differenze fenotipiche).

Le differenze fenotipiche sono quelle che riguardano l'aspetto fisico e sono dovute ai cambiamenti fisici legati a condizioni non genetiche: ad esempio si considerino due gemelli omozigoti (con identico patrimonio genetico): uno di loro si dedica al culturismo ed assume una fisicità atletica straordinaria, l'altro più pigro ingrassa e perde parte della muscolatura.

I loro figli non erediteranno gli aspetti fisici dovute alle differenti abitudini dei loro genitori maschi, e potranno diventare, indifferentemnete degli obesi o dei culturisti. Ovviamente dovrebbero avere anche due madri gemelle.

Un altro esempio, questa volta legato alle differenze genetiche: nell’ ‘800, in Inghilterra, viveva una piccola farfalla che prediligeva posarsi sui tronchi delle Betulle, era di colore chiaro e si chiamava Biston betularia. Dopo qualche tempo comparve una variazione dal colore molto scuro, simile al nero.

La farfalla continuava a scegliere la corteccia chiara delle Betulle, quindi la nuova varietà nera non potendosi mimetizzare con la corteccia era esposta all’attacco dei predatori che ne limitavano la diffusione. Con l’avvento della Rivoluzione industriale l’inquinamento aumentò esponenzialmente. Nel giro di poco tempo le cortecce delle Betulle divennero scure e non fornirono più una protezione alla Biston betularia di colore chiaro.

Biston betularia   immagine web

 

Al contrario gli esemplari che sporadicamente presentavano i colori scuri (dovuti ad una causa genetica) finirono per aumentare, si incrociarono tra di loro, dando origine alla varietà Biston betularia carbonaria.

La varietà scura divenne dopo un certo periodo molto più abbondante di quella chiara.

Come possiamo decodificare tale fenomeno?

La forma chiara inizialmente si mimetizzava sui tronchi chiari, permettendo una grande diffusione di individui che si accoppiavano e riproducevano propagando e favorendo qui Geni (all’interno dei Cromosomi) che presentavano il “carattere chiaro”.

Successivamente la “pressione evolutiva”, in questo caso l'inquinamento, agì negativamente sulle forme chiare, favorendo quelle scure. Il risultato fu che la mutazione genetica che aveva prodotto il colore scuro si dimostrò un fattore positivo per la riproduzione, e fu così che gli esemplari scuri, sempre più numerosi si riprodussero maggiormente, determinando un cambiamento cromatico di tutta la popolazione.

Tornando al testo del Dr. Buffa, ora analizzeremo tutte quelle caratteristiche dell’Uomo moderno che lo hanno reso differente dai suoi più recenti progenitori.

Nel 4° Capitolo de "I Geni Manipolati di Adamo", dedicato all’”Ominazione”, leggiamo un inciso a cura di Ian Tattersall, antropologo statunitense, curatore della divisione di Antropologia dell’American Museum of Natural History di New York:

 

"Con l’arrivo di Homo sapiens appare sulla Terra un’entità del tutto nuova. Per la prima volta dall’adozione della postura eretta era comparso un nuovo tipo di ominide del quale non si poteva dire che facesse semplicemente ciò che avevano fatto i suoi predecessori. Homo sapiens non è solo una versione migliorata dei suoi antenati: è una nuova creazione qualitativamente distinta per aspetti molto significativi…”.   Ian Tattersall.

 

Il passaggio da Homo erectus a Homo sapiens è definita “Transizione arcaico – moderna". Per maggior precisione dovremo dire che esiste una Specie di transizione, denominata Homo heidelbergensis, che dovrebbe essere inserito, con tutte le sue variabili, tra Homo erectus e Homo habilis nell'area africana. In Europa potrebbe essere stato un antenato dell’Uomo di Neanderthal e in Siberia dell’Uomo di Denisova.

 

Pietro Buffa afferma che a differenza di ciò che sta alla base della Teoria darwiniana, basata sul Gradualismo ovvero sulla graduale comparsa di forme con lievi modifiche che sfumano le une nelle altre, nel processo di Ominazione troviamo dei “salti” che produrrebbero  importanti differenze genetiche, alternati a lunghi periodi di stasi durante i quali gli individui restano relativamente simili a se stessi.

 

Circa 200.000 anni fa, compare in Africa Homo sapiens. Quasi contemporaneamente, in Europa, si presenta una forma umana meno evoluta e con caratteristiche dissimili: Homo neanderthaliensis.

 

La capacità cranica a partire da Homo abilis aumenta vertiginosamente fino a raggiungere i 1450 cc di volume endocranico con Homo neanderthaliensis e Homo sapiens.

 

Secondo la logica della Selezione Naturale le mutazioni che favoriscono l’evoluzione, oltre ad essere graduali, devono anche migliorare le condizioni di vita degli individui affinché siano agevolati nella riproduzione e possano diffondere nella popolazione i propri nuovi Geni.

 

Homo neanderthaliensis.  Immagine da Web

 

Un successivo approfondimento, che ritroviamo nel testo di Pietro Buffa, riguarda alcune caratteristiche, tutte umane, che non sembrano essere in sintonia con un ideale evolutivo, questa inspiegabile considerazione aprirà la via ad altre interessanti ipotesi che saranno proposte nel testo:

Una caratteristica dell’Uomo moderno, che lascia molto perplessi gli studiosi, è quella legata alle difficoltà del parto. Si pensi che ancora oggi circa 270.000 madri muoiono ogni anno di parto nei paesi più poveri, quelli con ridotta assistenza.

 

Il Dr. Buffa, riprendendo una considerazione biblica, relativa alla cacciata di Adamo ed Eva dal Gan Eden, si esprime a proposito: Ovviamente, dietro a questo tragico problema non vi è alcuna punizione divina, bensì una vera e propria singolarità evolutiva che riguarda la nostra specie.

 

La criticità del parto risiede nella sproporzione cefalo-pelvica tra nascituro e gestante, poiché la dimensione della testa del feto è più grande rispetto alla cavità pelvica della madre.

 

Ovviamente tali difficoltà non si riscontrano in altri mammiferi, e questo rende più evidente l’incongruenza evolutiva.

 

Un’altra caratteristica tutta umana che apre nuovi scenari interpretativi è la capacità di Astrazione.

 

A tale proposito il Dr. Buffa si domanda quale meccanismo selettivo possa aver generato nell’uomo l’attitudine ad astrarre gli elementi dalla propria esperienza e di rappresentarli tramite simboli.

 

Aggiunge: “Poiché i primi sapiens non possedevano alcuna forma di simbolismo, il punto chiave della questione è capire come abbia potuto improvvisamente formarsi questo complesso potere mentale che ci permette di gestire le informazioni in modo assolutamente diverso da quanto facciano gli altri esseri viventi”.

 

Il pensiero simbolico acquisisce valore con la comparsa di un altro elemento nuovo che non trova eguali in Natura: il linguaggio articolato.

 

L’Autore suggerisce una considerazione: “Diversi studiosi sono concordi nel riferire che non esiste spinta selettiva alla base dell’origine del linguaggio, poiché non c’è una singola ragione adattativa che ne giustifichi lo sviluppo”.

 

Con il termine adattamento si intende qualsiasi caratteristica di una specie che ne migliori le capacità di sopravvivenza in un determinato ambiente.

Ora dovremo chiederci quale sia il significato evolutivo del potere di astrazione, della capacità di elaborare forme simboliche e per diretta conseguenza quale sia il vantaggio determinato dalla capacità di elaborare un linguaggio.

 

Immagine dal Web

 

Per meglio affrontare questo delicato problema Pietro Buffa ci suggerisce una considerazione formulata da Noam Chomsky, professore emerito di linguistica al MIT:

 

“C’è una lunga storia di studi sulle origini del linguaggio che i chiede come sia sorto a partire dai richiami delle scimmie e così via. Questo tipo di ricerca è, a mio modo divedere, una completa perdita di tempo perché il linguaggio si basa su un principio interamente differente da qualsiasi altro sistema di comunicazione animale.

 

E’ abbastanza verosimile che i gesti umani (…) si siano evoluti dai sistemi di comunicazione animale ma non il linguaggio umano. Esso si basa su principi totalmente differenti”.  Noam Chomsky

 

La capacità di esprimersi in suoni articolati, richiede delle radicali trasformazioni dell'apparato fonetico che comportano delle complesse modificazioni della posizione della faringe.

 

Senza voler entrare nei complessi dettagli anatomici che descrivono l’abbassamento della laringe e la formazione della camera faringea, dettagli che potranno essere appresi direttamente dal testo originale, porremo la nostra attenzione su un altro “dettaglio” molto interessante che complica la visione del problema.

 

L’abbassamento della laringe espone Homo sapiens al potenziale rischio di morte per soffocamento dovuto all'introduzione di cibo nelle vie aeree, nonostante la presenza dell’epiglottide. Si pensi che ancora oggi, in Giappone, dove sono comuni le porzioni di cibo molto piccole, gli eventi di decesso per soffocamento superano i 4.000 casi all’anno.

 

Il Dr. Buffa si chiede “Perché mai la Selezione Naturale avrebbe dovuto favorire individui con una così delicata modifica anatomica, potenzialmente in grado di compromettere la sopravvivenza dei soggetti”.

 

Per rispondere a questa ed ad altre domande relative alle "anomalie evoluzionistiche", introdurremo il concetto di "Selezione Artificiale", applicandolo ad ambiti non necessariamente... umani.

 

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/12/2018