L'ambiguo dilemma tra Dogmatismo e Relativismo.
Controluce Foto di G.Guerreri

Quale scelta per l'Uomo del futuro?

La Civiltà occidentale, in modo particolare, sta vivendo un momento di grande confusione religiosa. Da un lato vi sono coloro che acriticamente credono, senza se e senza ma, fidandosi ciecamente di coloro che possiedono posizioni di rilievo nelle varie Confessioni, dall’altro si pongono coloro che, definendosi laici, avvertono la necessità di escludere qualunque visione trascendente della Vita.

All’interno del primo gruppo, quello dei credenti, troviamo “mille sfumature di grigio”, ovvero quelli che si definiscono autentici dogmatici integralisti e tutti coloro che, con diverse sfumature interpretano le Scritture o i messaggi che provengono dalle Chiese.

Quello che caratterizza i dogmatici integralisti è l’assoluta certezza che ciò che viene loro propinato sia assolutamente vero e quindi indiscutibile.

D’altronde ogni Credo sostiene la propria assoluta Verità, dichiarando false le altre differenti Confessioni.

Ovviamente coloro che nascono in una determinata regione geografica acquisiscono, almeno inizialmente, quel particolare Credo, e si ritengono portatori sani di una Verità indiscutibile.

Basterebbe questa semplice considerazione a mettere in crisi coloro che hanno un minimo di capacità critica, ma sembra che non funzioni così.

Essere Cattolici, Musulmani o Induisti solo per motivi geografici la dice lunga sul valore oggettivo delle varie Religioni e forse comprendere questa semplice relazione tra luogo di nascita e religione professata… potrebbe aprire maggiormente la propria coscienza.

Il grande pericolo risiede nelle certezze, ovvero nelle convinzioni acritiche di possedere la Verità, che porta alla folle sicurezza verso ciò che si è tenuti a dover credere.

Un altro grande pericolo risiede nell’umanizzazione del proprio dio, ovvero quel processo di antropomorfizzazione che tende a trasformare la Divinità in un essere poco più che umano, ma per molti versi simile a noi.

Se proviamo ad osservare il Mondo con gli occhi aperti, quelli di un ipotetico osservatore esterno, vedremo che da millenni gli uomini si scannano per dei dettagli di natura dogmatica, dettagli che cambiano con i vari Concili dove nuove visioni prendono il posto di quelle più vecchie, pensiamo, per fare un esempio al Purgatorio:

Nel 1274, la Chiesa cattolica si espresse per la prima volta riguardo al concetto di purgatorio. Al Concilio di Lione II, al quale parteciparono anche vescovi della Chiesa ortodossa, papa Gregorio X dichiarò:

«Se coloro che fanno sinceramente penitenza sono deceduti nella carità prima di aver pagato la pena con degni frutti di penitenza a seguito di cose fatte o di cose omesse: le loro anime sono purificate dopo la morte, così come ci ha chiaramente esposto frate Giovanni [Parastron, OFM], con pene che lavano e purificano; e a sollevarli da tali pene giovano loro i suffragi dei fedeli viventi, vale a dire i sacrifici delle messe, le preghiere, le elemosine e gli altri esercizi di pietà che sono soliti farsi, secondo le indicazioni della Chiesa, da dei fedeli a vantaggio di altri fedeli.»

Trecento anni dopo, il 4 dicembre 1563, durante il Concilio di Trento, la Chiesa Cattolica si espresse sul Decreto del purgatorio, invitando i fedeli ad evitare la discussione di punti incerti e di mera curiosità:

«Poiché la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito santo, conforme alle sacre scritture e all'antica tradizione, ha insegnato nei sacri concili, e recentissimamente in questo Concilio ecumenico, che il purgatorio esiste e che le anime lì tenute possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli e in modo particolarissimo col santo sacrificio dell'altare, il santo Sinodo comanda ai vescovi che con diligenza facciano in modo che la santa dottrina sul purgatorio, quale è stata trasmessa dai santi padri e dai sacri concili, sia creduta, ritenuta, insegnata e predicata ovunque.


Nelle prediche rivolte al popolo meno istruito si evitino le questioni più difficili e più sottili, che non servono all'edificazione, e da cui, per lo più, non c'e alcun frutto per la pietà. Così pure non permettano che si diffondano e si trattino dottrine incerte e che possono presentare apparenze di falsità. Proibiscano, inoltre, come scandali e inciampi per i fedeli, quelle questioni che servono (solo) ad una certa curiosità e superstizione e sanno di speculazione.»

Recentemente, Papa Benedetto XVI , elogiò invece l'idea del purgatorio di santa Caterina da Siena:  

«Nel suo tempo lo si raffigurava principalmente con il ricorso ad immagini legate allo spazio: si pensava a un certo spazio, dove si troverebbe il purgatorio. In Caterina, invece, il purgatorio non è presentato come un elemento del paesaggio delle viscere della terra: è un fuoco non esteriore, ma interiore. Questo è il purgatorio, un fuoco interiore.

La Santa parla del cammino di purificazione dell'anima verso la comunione piena con Dio, partendo dalla propria esperienza di profondo dolore per i peccati commessi, in confronto all'infinito amore di Dio. Abbiamo sentito del momento della conversione, dove Caterina sente improvvisamente la bontà di Dio, la distanza infinita della propria vita da questa bontà e un fuoco bruciante all'interno di se stessa. E questo è il fuoco che purifica, è il fuoco interiore del purgatorio.

Anche qui c'è un tratto originale rispetto al pensiero del tempo. Non si parte, infatti, dall'aldilà per raccontare i tormenti del purgatorio - come era in uso a quel tempo e forse ancora oggi - e poi indicare la via per la purificazione o la conversione, ma la nostra Santa parte dall'esperienza propria interiore della sua vita in cammino verso l'eternità.

L'anima - dice Caterina - si presenta a Dio ancora legata ai desideri e alla pena che derivano dal peccato, e questo le rende impossibile godere della visione beatifica di Dio. Caterina afferma che Dio è così puro e santo che l'anima con le macchie del peccato non può trovarsi in presenza della divina maestà. E anche noi sentiamo quanto siamo distanti, quanto siamo pieni di tante cose, così da non poter vedere Dio.

L'anima è consapevole dell'immenso amore e della perfetta giustizia di Dio e, di conseguenza, soffre per non aver risposto in modo corretto e perfetto a tale amore, e proprio l'amore stesso a Dio diventa fiamma, l'amore stesso la purifica dalle sue scorie di peccato. »

Ci potremmo aspettare, in futuro, una nuova immagine del purgatorio, se non la sua totale scomparsa dalla scena religiosa del Cattolicesimo, come è successo recentemente, 2007, con il Limbo, eliminato da papa Benedetto XVI nella Congregazione per la dottrina della fede. Attualmente il Catechismo della Chiesa Cattolica presume che i bambini morti senza aver ricevuto il Battesimo siano affidati «alla misericordia di Dio, che vuole salvi tutti gli uomini».

Purtroppo assistiamo molto spesso a litigi furibondi su dettagli insignificanti, o su interpretazioni delle Scritture che possono sembrarci banali o pleonastiche, tali litigi sono sfociati spesso in guerre di Religione a causa di un fanatismo che non conosce confini confessionali.

Le pire della cosiddetta “santa inquisizione” (il minuscolo è voluto), hanno avvelenato con i loro miasmi i secoli passati. Gli attentati dei fondamentalisti islamici, ancora oggi, spargono il sangue di innocenti, vittime di un integralismo che non trova le proprie radici in nessuna espressione religiosa.

Cosa dire di queste “certezze” che puzzano di morte? Cosa pensare di coloro che si accaniscono a tifare per aspetti teologici, dimostrando un atteggiamento simile a quello di Ultras violenti e scatenati?

Forse il punto è proprio questo, la necessità tutta umana di avere sempre e comunque ragione, indipendentemente da quello che si professa.

Mi limiterei a suggerire una maggior prudenza, considerando che non esistono idee giuste o sbagliate, ma momenti storici nei quali tali “Verità” possono apparire giuste o sbagliate.

Il rischio è di cadere nel qualunquismo e nel relativismo?

Nulla di più falso!  I veri Qualunquisti non si pongono neppure determinati quesiti, i Relativisti pensano che sia inutile porsi domande che riguardino la sfera del Trascendente, perché risulterebbe comunque inutile e Tutto vale sempre come Ottut, il contrario di Tutto.

I veri Ricercatori di Verità cercano con intelligenza e onestà intellettuale di comprendere quali siano gli aspetti più vicini alla Comprensione del Vero e del Giusto, senza alcun limite imposto dalle religioni o dalle filosofie.

Forse, se invece di cercare ossessivamente le differenze che caratterizzano i vari movimenti religiosi si iniziasse ad evidenziare i punti di contatto per condividere quel “minimo comun denominatore” in grado di unire coloro che avvertono un afflato divino, molte contese e molte battaglie potrebbero essere evitate.

L'attenzione verso il pensiero altrui, magistralmente espressa da Voltaire, che pur non condividendo le opinioni di altri, si sarebbe sacrificato per permettere che venissero esposte, la dice lunga sul valore della Tolleranza e del Rispetto per il prossimo.

 

immagine di copertina: G.Guerreri

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 16/12/2023