La terza e ultima fase del percorso spirituale: la Liberazione
Ritratto di una divinità di Micene del 1300 a.C., Museo Archeologico Nazionale di Atene

La vita ordinaria è un circuito regolato dalla legge di causalità in modo implacabile. La nostra esistenza è perciò simboleggiata fin dall’antichità come un labirinto in cui, cercando l’uscita, ci perdiamo una volta dopo l’altra. Da questo labirinto possiamo liberarci attraverso un unico sentiero, che deve essere trovato con l’impiego di tutta la nostra intelligenza, sul fermo fondamento dell’iniziazione e nello stato di coscienza del risveglio.

Liberazione significa: liberare qualcosa che è prigioniero. Questo “qualcosa” che è prigioniero dispone di per sé delle qualità necessarie per agire secondo la propria natura ed essere pertanto libero, ma “qualcos’altro” glielo impedisce.

Utilizziamo qui un’immagine molto semplice per illustrare questo concetto: un tronco di legno legato a una pietra è trattenuto sul fondo di un lago. Non appena la corda viene sciolta, il tronco emerge alla superficie dell’acqua da solo, senza alcun aiuto, abbandonando così il fondo del lago. Quando parliamo di “liberazione” in un essere umano, ci troviamo davanti a una realtà simile.

L’Essere divino eterno presente in ciascuno di noi è assoggettato alla materia densa con un robusto laccio; è sufficiente sciogliere il nodo e questo Essere divino, per sua propria natura, emergerà alla superficie, nel Mondo Divino, abbandonando la sfera di esistenza nella quale è prigioniero.

Noi distinguiamo nell’essere umano due principi, due nuclei vitali: un principio divino immortale e un principio planetario mortale; questi due principi si esprimono in una struttura triplice.

Definiamo questa triplice struttura come la struttura spirituale, la struttura dell’anima e la struttura corporale. I due principi sono presenti, mescolati tra loro, in tutte e tre le strutture.

Quando ad esempio ci riferiamo alla nostra struttura corporale, vediamo che il cuore è un organo straordinariamente singolare, poiché in esso confluiscono ambedue i princìpi vitali. Quindi, quando ci riferiamo all’espressione del principio divino nel corpo, parliamo della Rosa del Cuore.

La struttura dell’anima è formata da cinque fluidi: il fluido sanguigno, il fluido ormonale, il fluido spinale, il fluido nervoso e il fluido della coscienza. Di questi cinque fluidi, il fluido sanguigno è il più tangibile e concreto, e per questo il più legato al corpo. Al contrario, il fluido della coscienza è il più sottile e misterioso, ed è legato alla struttura spirituale. Gli altri tre fluidi, ormonale, spinale e nervoso, formano il nucleo centrale della struttura dell’anima.

Per comprendere com’è costituita la struttura spirituale, dobbiamo parlare di quell’insieme di linee di forza straordinariamente complesso che è il microcosmo.

Se ricordate l’immagine con la quale si rappresenta la struttura di un atomo, potrete immaginare approssimativamente a cosa ci riferiamo quando parliamo di “struttura di linee di forza”.

Questa immagine è una proiezione spaziale della Scintilla divina, della Monade o Essere divino primordiale. Questa struttura trova il suo riflesso corporale nella configurazione elettromagnetica del nostro cervello.

L’Essere divino e l’essere di carne sono quindi uniti da una triplice rete. Vi è una rete nella struttura spirituale, un’altra nella struttura dell’anima e un’altra nella struttura del corpo. Questa triplice rete è formata da fili che appartengono alla natura terrestre e da fili che originano dall’Essere divino.

Potremmo dire che in questa rete tutti i fili verticali emanano dall’Essere divino e tutti i fili orizzontali emanano dall’essere terrestre. Quanto più piena è la vita delle esperienze di un essere umano, tanto più fitta è questa rete, più forme e colori presenta, e pertanto più possibilità contiene.

Nell’antichità questa rete era denominata, in particolari casi, “il tappeto magico”. Questo tappeto magico è proprietà dell’essere umano che ha conquistato la liberazione e dispone di una piena autonomia di movimento attraverso tutti i piani dello Spirito e della materia.

Pertanto, la liberazione non è altro che la soppressione di tutto quello che impedisce o rallenta questa libertà di movimento. Ma, come potete facilmente supporre, conseguire questo stato di liberazione non è un compito facile.

Poniamoci ora nella realtà dell’essere umano che ha già percorso le fasi preliminari, un essere umano che è quindi riuscito a purificare la sua triplice struttura e che esprime visibilmente questa purezza nella composizione del suo sangue. Grazie a questa purificazione, egli può addentrarsi con possibilità di riuscita in un processo d’iniziazione. Processo che sarà coronato da una piena illuminazione, da uno stato d’essere risvegliato, come quello di un uomo rinato.

Ebbene, questo essere umano esperimenta ora che il vero lavoro alchemico è davanti a lui. Si deve ora lavorare al cambiamento energetico del suo corpo materiale grossolano. Grazie al suo stato di vita, egli rende possibile che le nuove forze e sostanze operino in lui, in modo che il corpo materiale grossolano si unisca, fino a un certo punto, con il corpo dell’anima. Nella misura in cui ciò non è possibile, il corpo rimane mortale.

Il candidato fa un’esperienza particolare. Tutto ciò che ha vissuto fino a questo momento e tutti i cambiamenti che si sono prodotti nella sua vita hanno avuto luogo nell’ambito intimo e interiore del suo sistema umano, e ora, grazie alla sua nuova coscienza risvegliata e penetrante, scopre che vi è un ambito, uno spazio, a cui non ha finora avuto mai accesso, e di cui forse non supponeva neppure l’esistenza. È l’interiore del più interiore.

Questo santuario ricevette nell’antichità il nome di Sanctum Sanctorum, il Santo dei Santi, un luogo più santo di quello che era già santo.

In questo nucleo del nucleo del nucleo del nostro sistema vitale confluiscono tutti i fili che formano la nostra rete vitale. Abbiamo utilizzato tre volte la parola “nucleo” non per motivi estetici, ma perché è realmente così: è il nucleo che sta dentro un nucleo contenuto a sua volta in un altro nucleo.

Il nucleo centrale è la meraviglia in cui si costruisce la realtà. Quando un uomo risvegliato penetra per la prima volta in questo nucleo, scopre la sua vera “storia”. Ma non lo fa come se penetrasse in un tunnel del tempo che lo conduce avanti o indietro lungo i suoi binari. In tale ambito, infatti, il tempo non si comporta così. È piuttosto raggiungere l’Eterno Presente, in cui tutto è contemporaneamente presente.

Quando quest’uomo risvegliato comprende ciò che contempla, scopre che vi è un punto molto concreto dove tutto il suo triplice sistema è soggetto – o legato – alla sfera esistenziale planetaria, e che per questo tutta la sua Essenza divina è trattenuta e legata alla ruota della vita e della morte, al circuito incessante del nascere, crescere e morire.

Sa allora che non deve far altro che sciogliere la rete in questo punto, affinché la barca possa iniziare la traversata e il suo Essere divino emergere nel Mondo dello Spirito. Allo stesso tempo, però, sa che così facendo accadrà a lui la stessa cosa di quando ci si sveglia al mattino: tutto quello che ha vissuto durante la notte gli sembrerà un sogno irreale.

Ciò significa che il candidato, non appena si allenta la corda, perde il contatto con ciò che sembrava essere reale, e al suo posto emerge la vera realtà.

E grande è la tentazione di abbandonare questa valle di lacrime, ma chi è arrivato fino a questo punto, certamente non lo farà. L’essere umano per il quale la liberazione totale è a portata di mano declinerà per il momento questa possibilità e la rinvierà. Perché? Perché sa che la legge dell’Amore attende da lui che mantenga il contatto con i suoi simili ancora addormentati per aiutarli, per quanto possibile, nel loro cammino di purificazione e di iniziazione. Questo è il fondamento del principio cristico.

Per soccorrere i suoi fratelli e sorelle umani, il Cristo ha rinunciato alla gloria a lui destinata. È la scelta che fanno anche i Bodhisattva nella tradizione buddhista, rinunciare al Paranirvana per continuare a essere in contatto con gli esseri umani e ad aiutarli.

Non esiste un sacrificio maggiore di questo. Esso genera una concatenazione di effetti sul nostro pianeta veramente straordinaria. Infatti, vivere in questo piano di esistenza disponendo di un tale stato di coscienza e di una tale visione della realtà genera un potente cambiamento elettromagnetico nell’atmosfera, che accelera il processo del risveglio per centinaia di migliaia di esseri umani!

Chi entra nello stato di liberato collabora al cambiamento alchemico delle condizioni di vita sul nostro pianeta. È questa d’altronde la ragion d’essere del lavoro della scuola dei Misteri della Rosacroce. Dall’interiorità più profonda di questi esseri che lavorano a beneficio dell’umanità emana, giorno e notte, una corrente d’amore e di forza. E ciò accadrà fino a quando tutti gli esseri umani saranno risvegliati.

Come abbiamo detto, nella sfera del nucleo più interno, il tempo ha un’altra dimensione. Ieri, oggi e domani si presentano come un tutto. È per questa ragione che noi sappiamo che la vittoria è già una realtà, anche se esistenzialmente ci troviamo ancora all’esteriore (di questa realtà) e dobbiamo ancora patire molte sofferenze.

E se la Gnosi, la Saggezza divina, un giorno vi interrogherà e vi porrà la triplice domanda classica, speriamo di cuore che possiate rispondere con le tre risposte corrette:

 

Chi sei?Sono un raggio del tuo sole invisibile.

Da dove vieni?Da te.

Dove vai?Ritorno a te.

 

Articolo tratto dalla rivista Pentagramma - Edizioni Lectorium Rosicrucianum

Scuola Internazionale della Rosacroce d'Oro

https://www.lectoriumrosicrucianum.it/

 

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Articolo pubblicato il 16/01/2019