I doni del Natale

Qualche riflessione, costruita smontando il Presepe.

Concluso il periodo delle festività, è tempo ormai di ritirare gli addobbi, di riabituarsi al grigio anonimato di vie e piazze spogliate dei luccicanti colori natalizi, e di riporre il Presepe, nell’attesa di un nuovo Avvento.

L’immagine semplice e autentica della Santa Famiglia riunita all’interno della povera mangiatoia, sotto il porticato arioso del cielo stellato, ha infuso in noi un sentimento di irresistibile appartenenza. È stata l’idea del focolare, del calore degli affetti, dei dolci canti capaci di evocare emozioni non restituibili da alcun oggetto materiale.

È stato il richiamo del sorriso… Quello del Bambinello che, nella Sua innocente spontaneità, ci rammenta come i regali più preziosi siano quelli non commerciabili ma solo condivisibili: tenerezza, fiducia e speranza.

Auspicando di poterli scartare e assaporare ogni giorno del nuovo anno, proponiamo ai Lettori alcuni versi tratti dal componimento di Victor Hugo (1802-1885) intitolato “Les enfants pauvres”. Con essi, l’insigne autore francese rimarca l’importanza del saper sempre cogliere gli aspetti più significativi e dirimenti della vita in seno ai gesti più semplici, umili e, soprattutto, umani.

Segue la traduzione.

 

Prenez garde à ce petit Etre.
Il est bien grand, Il contient Dieu.
Les enfants sont avant de naitre
Des lumières dans le ciel bleu.

Dieu nous les offres en sa largesse
Ils viennent, Dieu nous en fait don.
Dans leur rire, Il met sa sagesse
Et dans leur baiser, son pardon.

 

 

Abbiate cura di questo piccolo Essere.
Egli è infinito, e contiene Dio.
Prima di venire alla luce i bambini
sono come stelle nel blu del cielo.

Nella sua generosità Dio li dona a noi.
Essi arrivano, regalo di Dio.
Nel loro riso Egli infonde la sua sapienza,
e nel loro bacio il suo perdono.

 

 

(Immagine in copertina tratta da Documentazione.info)

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Articolo pubblicato il 08/01/2019