Piemonte: nasce la Banca della Terra.

Censiti i terreni incolti, abbandonati, frammentati. Potranno essere assegnati agli imprenditori agricoli.

Con la nascita della Banca delle Terra Martedì scorso in Consiglio regionale, sarà possibile permettere il riutilizzo di terreni incolti, abbandonati, frammentati, di cui si conosce o non è noto il proprietario. Il varo di questo strumento si inserisce in un quadro di revisione delle norme regionali collegate all’agricoltura. Un riordino poco incisivo, a giudizio della consigliera della Lega Nord Gianna Gancia, che lancia la suggestione di concentrare per l’agricoltura la stessa attenzione dedicata all’industria: “da sempre siamo convinti che l’agricoltura debba essere equiparata, in tutto e per tutto, all’industria. Non a caso, già Einaudi immaginava un unico ministero per i due settori”.

La Banca della Terra, però, consiste in un sistema informativo liberamente consultabile con l'elenco dei terreni silenti, incolti o abbandonati. Sono anche compresi i terreni e i fabbricati di proprietà pubblica e privata, idonei per l'attività agricola e disponibili per la vendita, la locazione e la concessione in comodato d'uso gratuito. Questi terreni una volta censiti possono essere assegnati a favore di imprenditori agricoli e delle Associazioni fondiarie legalmente costituite, una ventina oggi in Piemonte, prima Regione in Italia ad aver legiferato in materia già due anni fa.

Un’iniziativa plaudita dall’Uncem, ritenuta strategica e fondamentale, in particolare nelle aree montane. "Assieme alla nascita delle Associazioni fondiarie — spiega il Presidente Uncem Piemonte, Lido Riba — questo catasto di terreni e l'intera operazione dovrà favorire le imprese agricole esistenti, la nascita di nuove, con conseguenti positive ricadute per i territori, per la crescita economica, per il contrasto all'abbandono di aree montane e collinari”.

 

L.V.C.

 

(Immagine in copertina tratta da Il Sole 24 Ore)

 

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Articolo pubblicato il 11/01/2019