Cronache maltesi
Foto di repertorio (Il Gazzettino)

Dall’Africa nera a Torre Pellice

Erano in tanti ieri sera all’aeroporto di Ciampino in attesa dell’arrivo dell’aereo con il quale il Premier Conte aveva preannunciato l’arrivo dei quarantanove migranti, strappati , dopo una lunga lotta diplomatica, alla schiavitù, alle torture ed ai lavori forzati, che li attendeva nelle miniere dell’’isola di Malta.

Lo spirito umanitario e la bontà di Giuseppe Conte avevano vinto la dura battaglia ed ora era atteso come  un trionfatore al suo arrivo in Italia.

C’erano tutti: gli uomini e le donne dell’ANPI, con i loro striscioni inneggianti alla libertà degli africani, le organizzazioni regionali dei “bella ciao” che cantavano in coro, una folta delegazione della CGIL con le loro bandiere. Non mancavano i rappresentanti dei centri sociali, che molto applauditi da tutti gli altri, inalberavano cartelli con la scritta: prima tutti gli altri e solo dopo gli italiani.

In mezzo a loro vi erano due cardinali riconoscibili dalle coppole rosse in rappresentanza della CEI e del Vaticano e tre rappresentanti della chiesa valdese che avevano offerto  ospitalità ai salvati in un loro centro di Scicli ed in una piccola località del Piemonte.   

In tutto, quasi cinquecento persone ebbre di gioia e di soddisfazione, che seguirono con applausi il rollare sulla pista dell’aereo di Conte e si assieparono intorno alla scaletta da cui dovevano scendere i gloriosi salvati.

Per qualche minuto l’attenzione del gruppo fu dedicata al grande e maestoso aereo che era arrivato.

Ma poi, qualche perplessità si diffuse quando qualcuno fece sapere che l’aereo, che disponeva di trecento posti e che poteva destinarne ben sei per ogni immigrato, era poi lo stesso vettore che il bullo di Rignano aveva acquisito quando era al governo per i viaggi della sua famiglia (compresi i cugini Conticini con ville UNICEF in Portogallo) e per quella altrettanto numerosa dei parenti e degli amici della prediletta Maria Elena Boschi.      

La perplessità del gruppo, accompagnata da delusione aumentò quando il Conte, comparendo sulla scaletta dell’aereo, annunciò che con lui non vi erano immigrati e che quindi la celebrazione andava rinviata sine die.

Ammainati i vessilli a strisce verdi dei sindacati, gli striscioni falce e martello dell’ANPI ed i soliti manifesti antifascisti dei centri sociali, il gruppo di manifestanti ha seguito mestamente Zingaretti e Maumartina, che arrivati per ultimi si tenevano per mano, ed ha lasciato l’aeroporto.

Alla sera il premier Conte è apparso, nella trasmissione porta a porta, di fronte a Bruno Vespa, detto l’aquilano. Un Vespa, come al solito sussiegoso, ma felice di avere bene in vista su di un tavolo il suo ultimo libro.

Insieme hanno comunicato a chi aveva la pazienza di ascoltarli che l’Italia di Conte, accogliendo quegli immigrati, aveva conseguito una grande vittoria aereo-navale perché non c’erano più in quel momento, davanti a Malta le abituali  imbarcazioni tedesche ed olandesi.

Nessuno dei due, per non creare dubbi negli ascoltatori si è chiesto dove fossero finite quelle due pie e caritatevoli imbarcazioni e soprattutto se non vi era pericolo che si ripresentassero, insieme a molte altre, straripanti di buoni africani, salvati da una sicura morte in mare.

Quanti altri voli per Malta dovrà fare l’aereo di Giuseppe Conte?

 

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Articolo pubblicato il 15/01/2019