GTT e la (im)mobilità a Torino
Foto: Repubblica

Bus in fiamme, scioperi, traffico in tilt per i lavori: la mobilità torinese con l’acqua alla gola

A leggere le notizie di questo inizio 2019 sulla mobilità nel capoluogo piemontese, verrebbe proprio da dire: anno nuovo, problemi vecchi.

La situazione degli spostamenti all’interno di Torino non sembra migliorare, anzi i problemi si accentuano, con bus che prendono fuoco, nuovi scioperi GTT, traffico in vistosa difficoltà causa lavori (si veda Corso Grosseto) e rotonde che appaiono mal progettate (si pensi a Piazza Baldissera).

Iniziamo da GTT e dai soliti problemi, guardando al parco mezzi ormai vecchio, con la beffa che a incendiarsi sono per lo più i bus più recenti, per via del fatto che vi è all’interno troppa tecnologia a rendere di difficile accesso gli operatori della manutenzione.

A inizio anno sarebbero dovuti arrivare nuove flotte di bus, ma per ora non si sa nulla e, prima di occuparsi di installare costosi tornelli anti portoghesi su alcune linee, bisognerebbe (pre)occuparsi dei mezzi che vanno regolarmente a fuoco o che si rompono.

Torino, da decenni, avrebbe avuto bisogno di un sistema di linee di metropolitana all’altezza di una città di quasi un milione di abitanti (metropoli come Lisbona che ha quasi metà di cittadini ne ha quattro di linee sottoterra).

C’è poi una linea come la Torino-Ceres che non si capisce perché da sempre si debba fermare a Stazione Dora senza proseguire sino almeno a Porta Susa, con conseguente aumento del traffico che negli ultimi mesi sta mettendo a dura prova la zona nord ovest della città con i ben noti problemi di viabilità in Corso Grosseto e Piazza Baldissera.

Nei decenni, la città ha visto diminuire le linee di tram e azzerare quelle di filobus, con conseguente aumento dell’inquinamento, di cui Torino detiene uno dei maggiori record a livello europeo.

Lo scorso anno, la Giunta Appendino in accordo con GTT ha previsto una rimodulazione (tradotto significa tagli) suddividendo le linee in quattro differenti gruppi con diversa frequenza nei passaggi, indicati come fascia rossa, arancione, verde e blu: qualcosa ci dice che anche quest’anno ne vedremo di tutti i colori se non ci si decide a fare qualcosa per migliorare la situazione precaria della (im)mobilità torinese.

 

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Articolo pubblicato il 19/01/2019