Una nuova primavera per il commercio di prossimità?
Almeno a Torino, stando ai dati di Camera e Ascom, pare di sì.

Quando si parla di commercio, anche nel confronto politico, si sottolinea spesso la difficile convivenza tra quello di prossimità e la grande distribuzione. Con quest'ultima, che grazie a diversi vantaggi competitivi può garantire condizioni più favorevoli ai consumatori, in progressiva crescita a danno del primo. Nello specifico di Torino, poi, la trasformazione di molte ex aree produttive in centri commerciali, con i decisori pubblici molto accondiscendenti verso i privati che intervengono in recuperi urbanistici altrimenti impossibili, dà ulteriore intensità alla questione.
Si è spesso detto, sotto
Alcuni dati diffusi nei giorni scorsi dall'Ascom torinese, però, sembrano disegnare un contesto diverso. O perlomeno più articolato.
I numeri dicono di un incremento dei negozi di prossimità, e non si tratta solo di quelli etnici delle zone a forte residenza di popolazione immigrata.
In alcuni settori, secondo i dati aggiornati al terzo trimestre 2018 della Camera di Commercio, c’è proprio una ripresa mentre in altri rallenta la crisi con un aumento fra tutte le sottocategorie dell’1,1%. Il commercio al dettaglio di frutta e verdura, rispetto al 2017, cresce del 7% in città mentre è fermo in provincia. Anche le macellerie aumentano un po’ (+0,7%), invertendo una tendenza di segni negativi che proseguiva da tre anni e che ha toccato il -1,8% nel 2017. Le panetterie resistono anche se comunque sono una decina in meno rispetto al 2017. E anche per quanto riguarda i mini-market il calo è contenuto all’1% e riferibile a zone periferiche di Torino mentre nel centro c’è inversione di tendenza.
Forse è troppo per dire che il "piccolo è bello" sia tornato di moda, di certo però la maggior qualità nei rapporti umani e l'attenzione nel servizio dei negozianti sembrano essere capaci d'invertire tendenze date per scontate.
D.C.
(Immagine in copertina tratta da