Gesù morì in India?
Dipinto di Eric Ross

Il teo-filosofo Victor Vegan, mediante lo studio comparato dei testi sacri ebraici, cristiani e musulmani, ritiene di poter formulare questa ipotesi sulla fine del grande profeta dei musulmani e messia dei cristiani

Secondo Victor Vegan, attore e regista italiano, ultimamente impegnato al montaggio del film Jerusalem-Yerushalayim-Al Quds, esiste un anello mancante tra medio oriente, India e Senegal che porta probabilmente a svelare gli anni mancanti di Gesù e non soltanto.

Queste le considerazioni espresse dal teo-filosofo Victor Vegan.

 

 

Ero al montaggio del mio ultimo film autoprodotto sulla teo-filosofia, quale medicina per la pace nel mondo, dove ho dedicato alcune scene ad una conferenza in Italia in merito all’Appel della comunità senegalese dei Layennes che ogni anno celebra in varie parti d’Africa e nel mondo in ricordo della prima, avvenuta al richiamo di Seydina Limamou Laye del 24 maggio 1883, quando si presenta ai musulmani come l’Imam “ben guidato”, il Mahdi appunto, che è ancora atteso dalla maggioranza degli altri musulmani nel mondo.

 

Non ho potuto che soffermarmi al pensiero di questo uomo che dal suo apparire in Senegal si è presentato in un modo particolarmente semplice ma deciso nell’invitare il suo popolo ad avere ancora più sincerità e purezza nelle preghiere ed a continuare ad osservare i riti musulmani, le abluzioni e le preghiere, confrontandosi con le caste, con l’islam ortodosso e con il governatore francese che teme la costituzione di una forza di opposizione ma riuscendo pian piano con la sua etica a conquistare tutte le folle impersonando un vero uomo di Dio che ama la sua gente e che insegna ad amare il prossimo come se stesso.

 

Questo però non è tutto, a lui subentra come erede il figlio che lui chiama Saydina Isa e dice che egli è la reincarnazione di Gesù, anch’egli atteso dai cristiani e dai credenti di altre tradizioni religiose.

 

Nel frattempo in India, dal 1889, Mirza Gulam Ahmad annuncia di avere ricevuto una rivelazione divina che lo porta a formare una comunità (la Ahmadiyya) per la rinascita dell’Islam, come promesso da Dio e profetizzato nel Corano (IX:33, XLVIII:29, LXI:10) e dal Profeta dell’Islam Muhammad*.

 

Nel 1891, Ahmad proclama di essere contemporaneamente il masih (messia) e Mahdi (Ben Guidato), atteso dai credenti per riportare l’Islam alla sua primitiva purezza di fede.

 

La nota maggiormente interessante, a mio giudizio, è quella che il fondatore del nuovo movimento abbia espresso un’interpretazione relativa alla resurrezione di Gesù: Yuz Asaf (nome con cui è chiamato Gesù) sarebbe stato crocifisso e sarebbe sopravvissuto quattro ore sulla croce, quindi si sarebbe ripreso dal suo svenimento all’interno della tomba dove era stato deposto e curato da alcuni suoi seguaci.

 

Yuz Asaf (Gesù) sarebbe poi morto in Kashmir, in tarda età, mentre era alla ricerca delle tribù perdute d’Israele. 

La verità assoluta su questi avvenimenti la conosce solo il Dio Unico al quale tutti noi credenti ci rivolgiamo in preghiera quotidianamente.

 

Va detto che, secondo un antico testo ritrovato in India nel I secolo ma scritto 5.000 anni prima dal saggio Vyasa, compilatore di testi vedici, noto come Bhavishya Purana (dove Bhavishya sta per futuro e Purana per storia), si trova una predizione in merito ad una figura che si potrebbe identificare nella figura del Gesù che conosciamo il quale si sarebbe presentato al mondo nell’epoca chiamata del Kali Juga.

 

Leggiamo in questo passo:

 

alla domanda del re avrebbe risposto:

«Dovete sapere che sono Isha Putra, il figlio di Dio e sono nato da una vergine.

Espongo la religione dei Mleccha e aderisco strettamente alla Verità Assoluta»

«Avendo messo la forma eternamente pura e di buon auspicio del Signore Supremo nel mio cuore, O protettore del pianeta terra, ho predicato questi principi attraverso la stessa fede dei Mleccha e così il mio nome è diventato ‘Isha-masiha’ (Gesù il Messia)» (Bhavishya Purana: Pratisarga Parva, Chaturyuga Khanda Dvitiyadhyayah, 19esimo capitolo, testo da 17 a 32).

 

Mleccha è la parola usata per indicatori mangiatori di carne e la storia completa è stata già trattata dallo studio del professor Fida M. Hassnain «Sulle tracce di Gesù l’Esseno» che conferma la veridicità del testo e conferma che nel santuario di Roza Bal, nella città di Srinagar in India, si conservano le impronte dei suoi piedi e delle sue mani.

Questo indicherebbe che, seppur salito sulla croce, Dio l’avrebbe salvato dal disegno romano di togliere di mezzo un aspirante Re. Così Gesù avrebbe raggiunto l’India lasciando credere ai suoi seguaci cristiani d’Israele di essere salito al cielo anzi tempo.

 

Perché Gesù avrebbe dovuto andare in India?

 

Semplice, c’era già stato negli anni precedenti. Nei Vangeli canonici non se ne fa menzione. Sebbene la Chiesa non abbia mai confermato ufficialmente quegli anni mancanti, sono in parte presentati nei Vangeli apocrifi in fonti georgiane, armene e copte ed in manoscritti tibetani trovati dall’esploratore russo Nicolas Notovitch. Questi, dopo essere rimasto bloccato nel monastero di Hemis in Ladak per motivi di salute, al suo ritorno in occidente li ha riportati in un suo libro pubblicato nel 1894. Il Vaticano ne impedì la divulgazione per almeno un secolo anche se, in seguito, pare che l’autore abbia ritrattato e il caso sia stato archiviato come una bufala.

 

In quei tempi sarebbe stato impensabile compiere un viaggio da solo per raggiungere Damasco con cammelli. Gesù lo affrontò insieme al suo amico Tommaso, tanto somigliante a lui che, al momento di compiere il suo tradimento, Giuda Iscariota dovette baciarlo per far vedere quale fosse la persona da catturare.

 

La Chiesa riconosce che le spoglie di Tommaso siano custodite a Santhome, località di Mylapore, nella città di Chennai (la vecchia Madras) in India.

 

Chennai dista 53 ore di viaggio da Srinagar. È probabile che la “prima” vita di Gesù si sia conclusa proprio lì. Dico la “prima” perché la sua seconda apparizione è probabilmente avvenuta proprio ad ovest di Angola, come sembra localizzare la parte finale del terzo segreto di Fatima dettagliata a pagina 100 del libro di Daniel Réju, “Il Terzo Segreto”, dove la rivelazione da parte della Madonna a Lucia è il seguente:

 

«Nosso Senhor nasceu o Jesus Cristo em 1918.

Vive em norte Angola».

 

Queste due brevi frasi in portoghese, trascritte e tradotte, dicono:

 

«Nostro Signore Gesù Cristo è nato nel 1918.

Vive nel nord dell’Angola».

 

Ecco che la comunità Layenne in Senegal potrebbe essere parte integrante del suo secondo ritorno sulla terra, anche se in modi diversi da quelli che la maggioranza vorrebbe vedere.

 

Si concludono così le considerazioni di Victor Vegan, teo-filosofo italiano, che attraverso lo studio comparato dei testi sacri ebraici, cristiani e musulmani, ritiene di aver scoperto l’anello mancante tra medio oriente, India e Senegal per giungere all’ipotesi finale che svela le ultime su Gesù, grande profeta dei musulmani e Messia dei cristiani.

 

La Teo-filosofia attraverso lo studio comparato dei testi sacri monoteisti

Non ha la presunzione di essere l’unica via giusta o l’unica verità da seguire

Infatti è nella pluralità di pensiero che si ottiene il deterrente

Alle rivalse ed agli imperialismi che ci hanno distanziato per secoli

Il confronto è la ricchezza più importante da proteggere perché ci spinge al rispetto altrui

Guidandoci alla stessa fonte di verità, pace luce e amore

 

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Articolo pubblicato il 22/01/2019