La web tax per rilanciare la sovranità digitale europea.

Piani e propositi in vista delle prossime elezioni continentali.

Abbiamo proposto un compromesso alla Germania a Dicembre e sono convinto che un accordo sarà raggiunto da qui alla fine di Marzo. Con le imminenti elezioni europee, i nostri cittadini troverebbero incomprensibile un passo indietro su questo fronte”, l’annuncio del Ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire.

L’approvazione di una tassa web europea porterebbe una freccia nella faretra dell’Unione nella tornata elettorale che sembra configurarsi come uno scontro tra europeisti e antieuropeisti, secondo le recenti dichiarazioni dell’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi.

Al momento non è chiaro la destinazione delle risorse ricavate dalla web tax: ci sentiamo però di suggerire una loro redistribuzione verso il mondo delle start-up, senza tralasciare l’importante partita della sovranità digitale. Cina, Stati Uniti e Russia hanno a loro modo plasmato la Rete adattandola al proprio specifico nazionale, l’Unione invece sembra non aver seriamente investito in un modello europeo, che è ancor più importante all’indomani dell’approvazione del Gdpr e del dibattito che ha suscitato.

Per raggiungere l’obiettivo andrebbe colta la già avversata declinazione francese della tassa: un’aliquota del 3% su vendite e servizi online nella Ue da parte di aziende con un fatturato globale di almeno 750 milioni di euro e vendite online di almeno 50 milioni.

 

L.V.C.

 

(Immagine in copertina tratta da BitMAT)

 

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Articolo pubblicato il 23/01/2019