Elogio della consapevolezza

L’orizzonte lungo dell’Economia come collante fra la vita dei singoli e la politica delle nazioni

La Politica e l’Economia sono certamente le discipline grazie alle quali, in primis e più velocemente, si determinano ricadute effettive all’interno del tessuto sociale. Questo fatto, questa opportunità d’incidere in modo diretto (e, almeno in prima approssimazione, senza il filtro di intermediari), investe i decisori economici e politici di responsabilità, poteri, oneri (e auspicabilmente onori) non indifferenti.

Il tutto deve essere improntato al perseguimento del bene collettivo, ovvero del “giusto mezzo” in grado di rispondere alle esigenze della società in modo sufficientemente soddisfacente per tutti. Un equilibrio, o meglio un gioco di equilibrismo, che per godere di stabilità e durevolezza necessita di un valido acrobata.

Proseguendo nel parallelismo, quale dote funge da barra stabilizzatrice in questo periglioso e irto camminare sul filo di lama di spread, leggi di bilancio, clausole di salvaguardia e problemi correnti? La consapevolezza, nonché la versatilità intellettuale del saper approcciare le varie problematiche con gli strumenti conoscitivi adeguati.

In questo, la scelta dei termini tradisce una lettura dichiaratamente scientifica: dove, con Scienza, s’intende il metodo – rigoroso, riproducibile e contingentato temporalmente – da applicarsi tanto alle discipline “pure” (intensive o matematiche) quanto a quelle sociologiche (per natura, estensive).

Dalla fulgida e imprescindibile immaginazione sociologica di Charles Wright Smith (dettagliata nell’omonimo saggio che è divenuto pietra miliare per l’intera Epistemologia del Novecento), risalendo sino agli scritti di Benedetto Croce, per il quale la virtù necessaria e fondamentale di un Politico è e resta la capacità.

Capacità di suggerire soluzioni non solo utili, ma anche correttamente diversificate e ramificate nel tempo (e quindi estese su di un orizzonte che possa esprimerne in modo adeguato i benefici).

Lo stesso concetto di diversificazione trova ingresso in campo economico-finanziario, sia che ci si riferisca ai principali asset classes di una Nazione, sia al portfolio dei singoli. All’uopo, in ambo i casi serve un differenziamento spaziale per individuare i vari filoni di business, seguito da una disamina temporale che identifichi invece i nodi cruciali (o punti di svolta) del percorso intrapreso.

È insito biologicamente il fatto che l’esistenza umana si fondi sull’immediatezza. Infatti, a parte l’istintività del perpetuamento della specie, ciascun’altra azione precipua del vivere quotidiano assolve a un’esigenza di medio-breve periodo. L’Uomo vive massimamente nell’hic et nunc (qui e ora), prefiggendosi finalità che diano per lo più un riscontro subitaneo. Così, anche in Economia obiettivi e strumenti finanziari sono spesso esaminati alla luce della dicotomia rischio versus rendimento, dove al primo è invalso attribuire una connotazione negativa.

Nondimeno, non sempre le scelte che minimizzano i rischi sul breve periodo si dimostrano in grado di garantire risultati e rendimenti adeguati, proprio in virtù del fatto che essi – per esplicarsi – necessitino di un orizzonte temporale lungo.

Ecco allora ritornare, prepotentemente, l’argomento dell’analogia scientifica, nella misura in cui il metodo sperimentale basa la propria significatività sui grandi numeri e, di concerto, su adeguati tempi per ottenerli. Serve quindi una visione di ampio respiro, che sappia travalicare i classici e comodi schemi del contingente, per abbracciare uno scenario più ampio. L’anamnesi, ovvero la collezione dei dati grezzi riferiti al Passato, diviene strumento d’indagine eziologica, con lo scopo di cogliere i nessi e i rapporti di causa-effetto che hanno portato tali informazioni ad attualizzarsi nel Presente. Formulata la diagnosi, diviene dunque possibile impostare un adeguato percorso di cura, volto a concretizzare nel Futuro una reale probabilità di cambiamento.

L’educazione è il miglior viatico per comunicare efficacemente questo modo di operare, tanto in ambito collettivo quanto in quello individuale. Partendo dalle acquisizioni fondamentali, ovvero dallo sviluppo di una coscienza civica che sappia dapprincipio amministrare i propri beni, visti come tasselli primari (o cellule) in grado, nella loro totalità, di costruire la ricchezza e il benessere delle nazioni.

In Italia, paladino e alfiere di detta battaglia è il Prof. Beppe Ghisolfi, banchiere di fama internazionale, giornalista, docente nonché autore di saggi economici ormai divenuti best sellers. “Lessico finanziario” – la sua più recente fatica letteraria, in fase d’imminente pubblicazione per l’Editore Aragno – suscita già apprezzamenti unanimi.

Parallelamente alla sua mission pubblica (che è poi declinabile alla stregua di una divulgazione della consapevolezza economico-finanziaria), il Prof. Ghisolfi ha formato e ispirato innumerevoli professionalità, a loro volta divenute formatori. Fra esse, spicca il cipiglio poliedrico dell’Avv. braidese Alberto Rizzo, Giurista esperto di Diritto Bancario e Finanziario, Coordinatore editoriale della prestigiosa rivista “Banca Finanza” e Relatore in seno a numerosi convegni italiani e internazionali.

Fra i più recenti, quello da poco tenutosi a Livorno (città natale del banchiere ed economista Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica italiana nel settennato dal 1999 al 2006), organizzato dall’Associazione Culturale Movimento Monarchici. Nel corso della conferenza, per l’appunto incentrata sul tema “La necessità di diffondere l’Educazione finanziaria per rendere i cittadini più consapevoli”, sono altresì intervenuti Mauro Mazzoni (Presidente Nazionale Movimento Monarchici) e Alessandro Giovannini (Professore Ordinario di Scienze bancarie presso l’Università di Siena).

Sabato 26 Gennaio, Alberto Rizzo e Beppe Ghisolfi terranno una prestigiosa lectio a Pavia, in seno al Master universitario organizzato dai brillanti accademici Valerio Malvezzi e Flavio Ceravolo.

Consuetudo est altera natura”: “l’abitudine è una sorta di seconda pelle”, solevano dire i Latini. L’auspicio è che l’abitudine alla consapevolezza divenga sempre più una cifra del pensiero e dell’operato di singoli e nazioni.

(Nella foto, da sinistra, l’Avv. Alberto Rizzo e il Prof. Beppe Ghisolfi)

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Articolo pubblicato il 25/01/2019