TAV or NO TAV: that is the question!

ll treno, fin dai tempi di Cavour, protagonista del progresso e delle relazioni sociali.

Gentile Direttore,

 

il treno, fin dai tempi di Cavour è stato protagonista - come ben documenta la ricca pubblicazione di Giulio Guderzo presentata lunedi dal Centro Studi Piemontesi - del progresso e delle relazioni sociali.

 

Perfino i trenini giocattolo della nostra infanzia  davano  un senso all'innata creatività e al bisogno di libertà di ogni individuo. Ma la società attuale sta manifestando preoccupanti involuzioni cominciando dalla crisi della democrazia che in Italia, dal 1946 ad oggi è passata da partecipazioni plebiscitarie alla disaffezione di oltre il 50% dei Cittadini.

 

La TAV è un'idea della fine degli anni '80, scaturita in un accordo Italia-Francia del 1992 per dare seguito ad un progetto con un iter quasi trentennale frutto di incertezze e contestazioni.

 

Adesso, di fronte ad una analisi - certamente discutibile - del rapporto costi/benefici i politici pensano di coinvolgerci nelle loro responsabilità con un 'referendum' - fumo nei nostri occhi e nuovi costi - anziché ammettere errori e palesi interessi frutto di ultraventennali  compromessi e rimediarvi come sarebbe loro dovere e proporsi poi agli elettori in modo dignitoso.  

 

Invece, mentre il territorio si sgretola, ovunque, a vista d'occhio a ogni temporale e scossa,  ci raccontano, 'Madamine' comprese, che il nostro avvenire è legato al sinuoso tracciato della Torino-Lione, dimentichi delle quotidiane torture inflitte a milioni di  pendolari ferroviari.

 

Cosa si può fare prima di toccare irreversibilmente il fondo del baratro civile?

 

Cordiali saluti.

 

GianFranco Billotti

 

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

Egregio lettore,

 

il treno ha sempre occupato almeno un angolo nel cuore di ogni bambino: un fascino che, tuttavia, si è perso nel tempo sovrastato da nuove "tecnologie ludiche" al passo con i tempi in continua turbolenta evoluzione.

 

Il TAV, o la TAV come si dice il più delle volte, continua nella sua gestazione ultratrentennale senza partorire un erede, testimone concreto, dell'idea da Lei sottolineata.

 

A volte mi pare che la scaramuccia in corso fra le forze politiche a favore e quelle contrarie non possa giungere ad una soluzione perchè non si vuole giungere ad essa.

 

E ciò indipendentemente dall'utilità, o meno, di un progetto che ormai fa parte della leggenda con gli eroi valligiani valsusini che ne hanno sempre negato l'utilità scendendo in campo, civilmente, per impedirne la realizzazione

strumentalizzati, purtroppo, da quelle frange antidemocratiche che usano la violenza per imporre il proprio modo di pensare.

 

E questa è la riflessione più amara che ci tocca fare, unico vero ostacolo alla serena e definitiva disamina del problema che si è moltiplicato in maniera esponenziale nel corso degli anni.

 

Senza contare che il progetto non può essere diversificato nella distribuzione dei fondi destinati alla sua realizzazione in quanto i capitolati di spesa hanno un ben preciso indirizzo, ragione per cui non si deve confondere il TAV con le negligenze governative che nel corso degli anni passati hanno portato al mancato raddoppio di linee ferroviarie con le conseguenze nefaste che ben conosciamo, alla mancata ultimazione di opere utili più a chi le ha promosse piuttosto che all'utenza relativa ed infine alla manutenzione insufficiente delle strutture esistenti che il disastro di Genova ha rivelato pesantemente al mondo intero.

 

Si potrebbe continuare, ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa attribuendo alle attuali forze politiche al timone governativo la colpa di ogni responsabilità induttiva.

 

Le opere pubbliche sono segno del progresso e della maturità imprenditoriale che deve sfuggire ai tranelli del clientelismo e della corruzione e questo deve essere l'ostacolo principale da superare, non il pretestuoso moralismo che di fatto blocca ogni evoluzione storica.

 

Per cui, carissimo Sig. Billotti, è bene che tutti si diano da fare, Madamine comprese che già lo stanno facendo, per dimostrare che l'evoluzione dei tempi porta solo benefici a tutti soprattutto per ciò che riguarda l'occupazione e quindi quel reddito pro capite che produce il miglioramento induttivo delle casse nazionali.

 

      

 

       Civico20 News     

Il Direttore responsabile                                    

      Massimo Calleri       

 

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 18/02/2019