SSC Napoli vs Torino FC 0-0

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: reti inviolate al San Paolo tra azzurri e granata

Al di là degli slogan sull’Europa a quattro punti, bombardati da un portale di regime che sta diventando sempre più insopportabile, per non dire ridicolo, al di là della vittoria della Fiorentina nel lunch-match, con i viola momentaneamente ad un punto di vantaggio sui granata; la partita che va in scena stasera al San Paolo potrebbe davvero segnare un passaggio importante del campionato del Torino Fc.

Ho scritto “potrebbe”: un pareggio servirebbe soltanto a consolidare l’ottava-nona posizione (utile per giocare due turni extra di Coppa Italia, incassi extra annessi), mentre una vittoria potrebbe davvero proiettare la squadra verso un prosieguo di campionato interessante e tutto da giocare .

Qui però, secondo un mio discutibile pensiero, entrano in gioco la società e gli ordini di scuderia (scusate ma non credo, e non ho mai creduto alle mire europeiste dell’imprenditore di Masio), ma soprattutto l’allenatore (scusate ma dei suoi piagnistei e di questo difensivismo da coniglio bagnato ne ho pieni gli zebedei).

A conferma di quanto sopra Walter “Si divertono a cacciarmi (gli arbitri, ndr), paghino loro le mie multe” Mazzarri, manda in campo: Sirigu; Izzo, Nkoulou, Moretti; De Silvestri, Lukic, Rincon, Ansaldi, Aina; Berenguer, Belotti.

Iago, Baselli, Meitè e Zaza in panchina, per un modulo che in teoria dovrebbe essere un 3-5-1-1, ma è facile rendersi conto che si trasformerà fin da subito in un bel 5-4-1, all’insegna del “primo non prenderle”.

Modulo ad “albero di Natale”, però al contrario: squallore.

Primo tempo che si può riassumere in poche parole: il Napoli attacca ma non segna, il Torino difende. Poche, pochissime emozioni al San Paolo: i partenopei non vedono lo specchio della porta, Insigne e Milik arrivano sempre un attimo in ritardo; i granata pensano solo a difendersi, come da copione, e la diga regge, almeno in questi  primi quarantacinque minuti. Imbarazzante.

Unica “emozione” un tiro di Rincon allo scadere, rimpallato dalla difesa, con “El General” vittima subito dopo di una ammonizione, che gli farà saltare la partita con l’Atalanta domenica prossima (diffidato).

Proviamo a giocarla, in fin dei conti se si vince si va a ridosso davvero della zona-Europa. Non si può, non si deve, scendere in campo con questo atteggiamento. Mazzarri pensaci.

Prima sostituzione nella ripresa, Meitè al posto di Rincon dopo nove minuti, seconda sostituzione nella ripresa, Baselli al posto di Berenguer; terza sostituzione nella ripresa, Parigini al posto di Ansaldi.

Prima vera occasione del Torino a tre minuti dal termine: tiro di Belotti deviato in corner.

Tra le varie sostituzioni, clamoroso palo di Insigne, con Sirigu battuto. La ripresa è tutta qui, perfettamente speculare al primo tempo.

Il pullman piazzato davanti alla porta (ho letto il paragone sui socials, e mi piace assai), pur preso a pallonate, tutto bollato e coi vetri tìrotti, regge all’assalto partenopeo, e serve a mantenere il pareggio. Fischi del San Paolo e Carletto Ancelotti che rischia di ingoiare il “cicles” dalla rabbia (sono torinese doc e la gomma da masticare la chiamo così).

Per meglio dire, il non-gioco dell’allenatore di San Vincenzo, porta a casa un pareggio che, a pochi minuti dal termine, poteva tramutarsi in una vittoria, rigorosamente in contropiede, se Belotti, sfiancato dal lavoro a tutto campo, avesse avuto un minimo di lucidità, se Ola Aina non si fosse fatto uccellare all’ultimo dribbling e se Izzo fosse un attaccante.

Con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte: con questo pareggio si rimane praticamente allo stesso posto in classifica, vero, a soli tre punti dalla zona Europa-League, ma per raggiungerla serve ben altro: in primis un gioco decente.

 

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Articolo pubblicato il 17/02/2019