Mutazione genetica: I renziani scatenati contro "l'assalto" dei giudici a Renzi. "Si fa strame dello stato di diritto". Il silenzio assordante dei non renziani.

Nelle chat del Pd lo spirito di Berlusconi.

A un passo dalla "berlusconizzazione". Ci mancano sono gli strali contro i giudici comunisti e la chiamata alle manifestazioni davanti alla procura di Firenze per completare l'opera.

Il segno della mutazione genetica del Pd è nella chat dei parlamentari, che esplode dopo la notizia dell'arresto dei genitori di Matteo Renzi. Con toni finora sconosciuti a un partito che, una volta, invocava il rispetto della magistratura. "Quel che sta succedendo a Matteo Renzi e alla sua famiglia è semplicemente indegno di un paese civile. Credo che meriti la ferma risposta di ciascuno di noi", scrive alle 22,11 Luciano Nobili, pasdaran del renzismo della prima ora.

È la chiamata alle armi, in un crescendo. "Concordo", "Assurdo", "Pazzesco" chattano immediatamente Gadda, Fragomeli, Enza Bruno Bossio, Alessia Morani.

È davvero lo spaccato di un'epoca, questa chat interna del gruppo del Pd alla Camera. Proseguiamo. In quel momento l'ex segretario del Pd ha già diffuso la sua prima e-news, in cui assorbe un assunto del repertorio berlusconiano, il "colpiscono loro per colpire me", sostenendo che "se non avessi fatto politica, i miei genitori starebbero a godersi la pensione". E ha convocato una conferenza stampa a palazzo Madama per le quattro del pomeriggio di ieri, per rispondere colpo su colpo, proprio come faceva il Cavaliere.

"Domani alle 16 conto di andare in Senato", scrive Claudio Mancini. "Anch'io" scrive Andrea Romano". "Dobbiamo essere tutti lì", chatta la Bruno Bossio. E poi Nobili, Morani, Paita, Marti, Pezzopane. Tutti pronti a lasciare i lavori dell'Aula per correre al palazzo Madama a difendere l'onore del renzismo usque ad finem, anche in una crociata contro i giudici.

Chi non c'è fisicamente, annuncia di esserci con lo spirito: "Sono in missione a Bruxelles, ma sono con voi", dice la Serracchiani". Interviene un peso massimo, il presidente del Pd Matteo Orfini: "Ho sentito Matteo che vi ringrazia tutti per la solidarietà. Su domani valutiamo cosa fare anche insieme a lui domani stesso. Ci siamo trovati d'accordo anche su un aspetto piuttosto urgente: usciamo ora anche sul salvataggio di Salvini sennò passa in cavalleria".

E così via. Fino a quando la leadership della battaglia garantista se la conquista l'ex segretario dei Ds Piero Fassino: "Nessuna ragione investigativa giustifica quel che sta accadendo ai genitori di Matteo Renzi. Si fa strame dello Stato di diritto e di fondamentali regole della convivenza civile. Chi vuole vivere in un paese democratico e giusto non può accettarlo, né assistere inerte". Proprio così: non può accettarlo, né assistere inerte.

Applausi corali. "Grande Piero", "Ha proprio ragione", "la storia, il ruolo e il prestigio di Piero danno a queste parole un peso specifico ancora maggiore", chattano Nobili, Portas, Fiano, Prestipino, e altri. Dopo la Mezzanotte, l'invito alla resistenza lo rivolge Ivan Scalfarotto, l'uomo che sta mettendo su la rete dei comitati civici di Renzi. Sentite qui: "Ero renziano, pure col turbo, ma credo di non esserlo stato mai in modo settario. Con questa autentica schifezza sono riusciti a farmi schierare a priori, a farmi diventare partigiano. Mi pare una cosa talmente grave che va ben al di là della vicenda personale di Matteo e dei suoi. Qui c'è in ballo lo Stato di diritto e la libertà di tutti e ha ragione Piero, non ci si può girare dall'altra parte".

Ricapitolando. L'indagine che ha portato agli arresti domiciliari dei genitori di Matteo Renzi per bancarotta fraudolenta è un atto che mina lo Stato di diritto, dunque eversivo. Di fronte al quale non si può stare fermi. L'altro Pd tace in chat. E tace nelle dichiarazioni pubbliche, il che è ancor più rilevante. Anche quelli che a Berlusconi rispondevano gagliardamente che eversivo era lui, non i giudici, che ai tempi venivano difesi come parte integrante dello Stato di diritto.

huffpost.it  - Alessandro De Angelis Vicedirettore

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Articolo pubblicato il 20/02/2019