All'Inps passa il ticket Pasquale Tridico-Francesco Verbaro.
Pasquale Tridico

Il papà del reddito di cittadinanza guiderà l'Istituto prima da commissario e poi da presidente. Il suo vice in quota Lega. Nell'accordo anche le nomine Inail.

Di lui, dentro il Movimento 5 stelle, dicono che Luigi Di Maio si fidi "totalmente e ciecamente". È stato il papà del reddito di cittadinanza ed è l'uomo dei consigli "sempre ascoltati" in materia di lavoro. Sarà Pasquale Tridico a guidare l'Inps, la macchina strategica per proteggere il delicato percorso della misura bandiera dei pentastellati.

 

Dopo la Consob, affidata a Paolo Savona, voluto e spinto dalla Lega, il nuovo round delle nomine tra i due partiti di governo questa volta lo vincono i grillini. Settimane di trattative, candidature in rampa di lancio e poi accantonate, l'intesa sui posti di comando dell'Inail per trovare la quadra.

 

Alla fine l'accordo, che accontenta anche il Carroccio. Perché nel decreto ministeriale che sancirà la nuova stagione dell'Istituto dopo l'uscita di Tito Boeri, Tridico sarà indicato come commissario, ma al suo fianco avrà un subcommissario in quota leghista: Francesco Verbaro, già consigliere dell'ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e una lunga esperienza nello stesso dicastero come segretario generale. Da metà marzo, con le nuove norme previste dal decretone, diventeranno rispettivamente presidente e vicepresidente.

 

La fumata bianca è arrivata al termine di una giornata convulsa. L'accordo su Tridico era stato sancito martedì sera a palazzo Chigi, quando Stefano Buffagni, l'uomo che gestisce il dossier delle nomine per i 5 stelle, ha incontrato il premier Giuseppe Conte, Di Maio e Giancarlo Giorgetti.

 

Tutto sistemato? Niente affatto perché la Lega, che puntava alla presidenza con l'ex direttore generale dell'Inps Mauro Nori, non aveva ancora riempito la casella del vicepresidente. Nori, infatti, si è mostrato da subito contrario all'ipotesi di diventare il vice di Tridico e così anche il nome del consulente di Di Maio è rimasto appeso.

 

Gli incastri da sistemare hanno tenuto la partita aperta e fluida fino a metà pomeriggio anche perché l'accordo politico tra i leghisti e i grillini prevedeva una sfilza di caselle da riempire. Lo schema a cui si è lavorato nelle ore che hanno preceduto l'intesa registrava la presidenza Inps ai grillini e la vicepresidenza alla Lega.

 

Su quelle due poltrone, come si diceva, siederanno Tridico e Verbaro. Il Carroccio ha provato a portare Nori su quella del direttore generale, ma l'obiettivo è fallito: resterà fuori dalla partita. Una scelta, tra l'altro, che non scontenta la Lega dato che Gabriella De Michele, attuale dg, è persona molto stimata e potrà quindi rimanere al suo posto. Evitato il problema dell'accavallamento dei ruoli.

 

Oltre a Tridico e Verbaro, nel consiglio dell'amministrazione dell'Inps che ritorna dopo la lunga stagione del presidente unico siederanno un consigliere in quota Lega, uno in quota 5 stelle mentre una poltrona sarà lasciata all'opposizione. Nella trattativa sulle nomine Inps è rientrata anche l'Inail, l'Istituto contro gli infortuni sul lavoro. Lo schema di intesa dice presidenza alla Lega e vicepresidenza al Movimento. Si cercano i nomi, ma l'impianto non è in discussione.

 

I telefoni squillano veloci, le candidature si fanno avanti. Il risiko oramai è composto. I grillini passano all'incasso, la Lega non ne esce tramortita. La scia dell'effetto Diciotti, con il salvataggio di Salvini da parte dei grillini, lambisce anche i portoni di un istituto chiave per il disegno del governo gialloverde.

 

huffpost.it

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Articolo pubblicato il 20/02/2019