Il delitto di Calice

Il libro, curato da Angelo Tortarolo e rielaborato da Mario Berruti, ricostruisce il processo per un duplice omicidio mediante strangolamento, avvenuto nell’aprile del 1702, a Calice Ligure (Savona)

Il 12 aprile 1702, un duplice orrendo omicidio scuote la tranquilla comunità di Eze, quartiere a Ponente di Calice Ligure, oggi in provincia di Savona, posto sulle pendici che conducono a Ca’ del Moro e al Melogno.

Marito e moglie vengono trovati strangolati nella propria camera da letto, derubati di ogni loro avere.

Chi è stato, chi può essersi macchiato di un tale duplice efferato delitto?

Assassini e ladri venuti di fuori, oppure amici o addirittura parenti della coppia?

Il paziente lavoro degli inquirenti si dipana tra omissioni, reticenze e confessioni, fino alla soluzione finale, e alla giusta punizione dei colpevoli.

Questo libro, del quale ho seguito, sia pure a distanza, le varie fasi di elaborazione non è soltanto la precisa ricostruzione di un delitto ma viene a rappresentare anche una interessante disamina della vita quotidiana di una piccola comunità dell’entroterra ligure, fatta di lavoro nei campi, di piccoli commerci, di amori e relazioni, la vita scandita dalle ricorrenze religiose, che una mattina si sveglia tremendamente colpita da un fatto di sangue orribile, che sconvolge la tranquilla comunità gettandola nel panico, tra sospetti reciproci, antiche rivalità e meschine invidie.

Il libro è stato curato da Angelo Tortarolo, nato nel 1950 a Calice dove abita tuttora. Dal 2003 si è dedicato completamente alle ricerche e allo studio della storia locale, attuata anche con la sua vasta collezione di cartoline di Calice e del Finalese, col riordino dell’Archivio Storico del Finale - grazie al suo impegno di volontario può essere aperto al pubblico! - e col suo sito caliceligure.org, praticato anche da emigrati calicesi e da loro parenti.  

Il voluminoso incartamento del processo, custodito nell’Archivio Storico del Comune di Finale Ligure, consta di 635 pagine. È stato trascritto a mano nel 1998 dalla signora Livia Borello (purtroppo scomparsa nel 2007), alla cui memoria il libro è dedicato. Successivamente è stato sapientemente rielaborato da Mario Berruti, avvocato civilista di famiglia finalese, autore di libri di diritto e di numerose pubblicazioni di storia finalese e dell’alta Val Camonica e vice presidente dell’Associazione Emanuele Celesia Amici della Biblioteca di Finale Ligure.

Anche il vistoso apparato iconografico ha una dimensione locale perché i disegni sono opera di Antonio Camillo detto “Bazar”, scultore e restauratore, nato a Finale Ligure nel 1948 e residente a Calice Ligure.

“Il delitto di Calice” costituisce un notevole esempio di studio del genere true crime (ricostruzione di crimini realmente accaduti) in questo caso rivolto soprattutto alla comunità locale per la riscoperta di aspetti di un lontano passato che ormai può essere evocato soltanto sulla scorta di documenti d’archivio.

 

Il delitto di Calice

Processo per omicidio per strangolamento 12 aprile 1702

a cura di Angelo Tortarolo, trascrizione di Livia Borello, rielaborazione di Mario Berruti, disegni di Antonio Camillo (Bazar)

Litografia Bacchetta, Albenga, 2015

 

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Articolo pubblicato il 06/03/2019