La Tav va avanti (per evitare il referendum).

Danilo Toninelli apre alla pubblicazione dei bandi. Entro sei mesi si possono annullare. Ecco il modo per superare le Europee e la consultazione piemontese.

Sul tavolo del Viminale ancora non è arrivato ma potrebbe essere questione di giorni. La spada di Damocle che pende sulla testa del governo l'ha sguainata Sergio Chiamparino. Se entro l'11 marzo non saranno pubblicati i bandi delle gare d'appalto per sbloccare l'Alta velocità Torino-Lione, il presidente del Piemonte è pronto a inviare una lettera a Matteo Salvini per chiedere l'autorizzazione alla consultazione popolare.

 

Non si tratta di un referendum, dal momento che su un tema che riguarda un accordo internazionale non è possibile celebrarlo, ma appunto di una consultazione regionale che potrebbe coincidere con il voto del Piemonte nonché con le elezioni Europee. Fumo negli occhi per gli M5s e infatti la strada che sta per essere tracciata è proprio quella della pubblicazione dei bandi: "Se partissero non mi preoccuperei", ha ammesso il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: "Si possono annullare entro sei mesi".

 

Lo stesso premier Giuseppe Conte sta studiando il dossier in prima persona e dopo un confronto con il titolare del dicastero di Porta Pia ci sarà un nuovo vertice con i due vice Salvini e Di Maio per ratificare la decisione e comunicarla alla società Telt che a quel punto potrà pubblicare le gare.

 

Per il Movimento 5 Stelle, storicamente contrario all'opera, sarebbe un dramma arrivare a una sorta di election day. La Lega farebbe una campagna elettorale tutta incentrata sull'Alta velocità Torino-Lione su un territorio dove a novembre scorso sono scese in piazza 40mila persone a favore della grande opera. Il sì alla Tav diventerebbe un catalizzatore di voti. E i pentastellati invece, per quanto possano dire di essere favorevoli sempre e comunque a ogni tipo di consultazione, verrebbero totalmente scavalcati dai fatti.

 

Tuttavia, stando alle parole del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, una decisione sarà presa entro la prossima settimana e già nelle prossime ore o nei prossimi giorni ci sarà un incontro con il premier Giuseppe Conte e i due vice Salvini e Di Maio per trovare un accordo pur partendo "da posizioni molto distanti". L'accordo in realtà ha già un obiettivo: superare le elezioni Europee ed evitare la consultazione popolare.

 

L'idea è quella di pubblicare i bandi di gara entro marzo, come chiede l'Unione europea. Dalla pubblicazione dei bandi, il governo ha cinque o massimo sei mesi per poterli annullarsi senza che le aziende abbiano la possibilità di presentare ricorso perché così prevede il diritto francese a cui risponde Telt, la società metà italiana e metà francese, che si occupa della realizzazione dell'opera e quindi della pubblicazione dei bandi di gara.

 

L'avvio dei bandi della Telt sul TAV? "Se partissero non mi preoccuperei. Nel diritto francese c'è la clausola di senza seguito, i bandi se dovessero partire rappresentano in realtà una ricognizione di 6 mesi, non partono i bandi ma parte una ricognizione". Al di là della forma i bandi saranno pubblicati e le aziende potranno procedere con le manifestazioni interesse. A settembre questi bandi possono essere annullati, senza incorrere in una penale.

 

Nel frattempo però le elezioni Europee ci sono state e – come spiega una fonte leghista vicina al dossier – "se tutto va come ci aspettiamo, gli equilibri di forza all'interno del governo saranno diversi". Che tradotto significa che Luigi Di Maio difficilmente potrà minacciare Salvini di far cadere il governo sulla Tav se il Movimento 5 Stelle vivrà un crollo dei consensi. Intanto però, in campagna elettorale per Europee, il capo politico grillino potrà dire che una decisione sulla Tav ancora non è stata presa e promettere di annullare i bandi. Anche se, al di là della propaganda elettorale, il passo decisivo in realtà sarebbe ormai compiuto.

 

huffpost.it

 

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Articolo pubblicato il 01/03/2019