Il secolo dal 1815 al 1915 rivissuto attraverso i percorsi i personaggi e gli ideali che portarono all’unificazione della nazione italiana
Fra qualche giorno (il 17 marzo) verrà celebrato il 158° anno dell’Unità d’Italia, una bella ricorrenza, per non dimenticare e rivivere questo importante avvenimento che è costato tante vite umane di uomini, giovani ragazzi i quali hanno creduto in questo grande ideale chiamato: Unità. Fortunatamente non ci mancano mai pubblicazioni a riguardo di questo principio, uno di questi è l’elegante libro-strenna della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna ”Il Risorgimento e l’Unità d’Italia, idee figure e percorsi” (foto copertina ), curato da Sandro Rogari (noto storico e costituzionalista), corredato di splendide immagini di Donatino Domini e Claudia Giuliani, ricco di importanti saggi compilati da valenti studiosi: Angelo Varni, Cosimo Ceccuti, Maria Luisa Betri, Ester Capuzzo, Roberto Balzani, Romano Ugolini, Silvia Cavicchioli. Il progetto editoriale e di Roberto Mugavero, e viene pubblicato dalla casa editrice bolognese Minerva Editore.
Il libro - è il ventiquattresimo della collana che si sta sviluppando da oltre vent’anni - è accompagnato da una prefazione firmata da Ernesto Giuseppe Alfieri (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Antonio Patuelli (Presidente del Gruppo La Cassa di Ravenna), Mario Miccoli (Presidente del Banco di Lucca e del Tirreno SpA) e Giovanni Tamburini (Presidente della Banca di Imola SpA) i quali scrivono: “Un volume di respiro ampio, ove il Risorgimento italiano si cala nel contesto europeo e diviene motore primario di mutamento negli equilibri politici europei fra la prima e la seconda metà del XIX secolo”.
La pubblicazione è strutturata in due parti: nella prima vengono riportate le date del Risorgimento e dell’Unità d’Italia. Cinque le tappe che scandiscono il percorso storico durato un secolo, dal 1815, iniziato con “la Restaurazione”, quando l’Europa disegnata da Napoleone sembrava definitivamente liquidata, al 1915, quando a soli quattro anni dal Cinquantenario dell’Unità, per molti interventisti l’Italia è un Paese pronto al balzo finale della liberazione delle terre irredente. In mezzo si analizza il 1848 anno fatidico della rivoluzione europea; il 1861 l’anno dell’Unità d’Italia, il 1870 “Roma Capitale e la questione romana ” l’ultimo sogno che lo statista Camillo Benso Conte di Cavour non vide realizzato.
Nella seconda parte gli ideali le questioni i protagonisti del grande obbiettivo risorgimentale ad iniziare dai padri come Garibaldi Cavour; i precursori dei grandi temi legati alla meravigliosa storia nazionale con Giuseppe Mazzini “Nazione e Umanità” “il federalismo” di Carlo Cattaneo,”il neoguelfismo” di Vincenzo Gioberti;”il liberalismo” del Conte di Cavour; il mito e la realtà di Giuseppe Garibaldi, il Risorgimento delle donne, “il canto degli italiani” redatto da Goffredo Mameli la questione meridionale, la musica il teatro, il ruolo del grande musicista Giuseppe Verdi.
Nel libro si ripercorre un grande patrimonio morale che fortunatamente abbiamo delle istituzioni come il Gruppo Cassa Ravenna e la Fondazione Cassa, intendono valorizzare, affinché non vada disperso e dimenticato, o precipiti nell’oscuramento della memoria, fino a far scomparire le origini. Un presente che spesso si vuole credere senza passato e senza radici. Soffermarsi e riflettere: cosa sarebbe stato dell’Italia se non ci fossero stati questi uomini con i principi e ideali ripercorsi nel volume? Non ce futuro e libertà senza il ricordo del passato.
Foto copertina libro
Foto 1 S. Nucci ritratto di Giuseppe Mazzini 1874 ca., olio su tela conservato nel Museo del Risorgimento di Ravenna
Foto 2 M. Gordigiani, ritratto di Camillo Benso Conte di Cavour 1850-60, olio su tela Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino. Galleria Civica d’Arte Moderna Contemporanea/DeA Picture Library, concesso in licenza ad Alinari.
Foto 3 Giuseppe Garibaldi
Foto 4 G. Induno, ritratto di Re Vittorio Emanuele II a cavallo, olio su tela, Museo del Risorgimento di Milano Archivio Mauro Ranzani/ Archivio Alinari
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Articolo pubblicato il 11/03/2019