Torino - La Repubblica delle banane

Irriverente e irriconoscente epiteto attribuito da un Amministratore Pubblico

Gentile Direttore,

 

la qualifica che il Governatore del Piemonte ha dato del nostro Paese dopo il compromesso 5stelle-Lega sui 'bandi TAV'  mi pare irriverente e irriconoscente da un Amministratore Pubblico che sia come Sindaco di Torino che come Presidente della Regione avrebbe il dovere di spiegarci diverse cose.

 

Una come simbolo: il grattacielo destinato a sede della sua Amministrazione. Un'incompiuto costosissimo edificio con molte ombre. Se lo raffrontiamo con quello del Sanpaolo, ultimato da anni, c'è da chiedersi perché malgrado la profusione di denaro dei Piemontesi, al termine del suo quinquennio di Presidente, non si sappia nemmeno quando sarà utilizzabile per le sue funzioni.

 

Per non parlare della 'città della salute' che, a parte il bando del progetto, non credo possa avere traguardo certo. Tutte le grandi opere, nella da lui definita 'Repubblica delle banane', hanno vita travagliata perché il gigantismo dei costi favorisce sprechi e sospetti di corruzione.

 

E risultati precari.

 

Per non dimenticarci, sempre a Torino, della faraonica stazione di Porta Susa che dopo anni non ha nemmeno un'edicola e, a parte le sontuose biglietterie, e' desolantemente deserta. 

 

Credo che rivedere progetto e costi del TAV, prima di avallare altri sprechi sia un atto di buon senso e che le 'piazzate delle Madamine' siano, purtroppo fumo negli occhi.

 

E, se prima che tardivamente la Magistratura o l'Autority anticorruzione ci sappiano spiegare come sia possibile che i costi di un'opera pubblica europea siano in Italia molto superiori, a parità di caratteristiche, a quelli della Francia e di qualsiasi altro Paese, credo che il presidente Conte abbia fatto bene a porre qualche dubbio. 

 

Qualche mese per le verifiche e magari qualche modifica al progetto non sono un grande problema rispetto al decennio di ritardi sulla realizzazione del TAV di cui non è' certo responsabile questo Governo.

 

O mi sbaglio? 

 

Cordiali saluti.

 

GianFranco Billotti

 

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Egregio Sig. Billotti,

 

non desidero commentare più di tanto un'espressione, a mio avviso, poco felice del Governatore Chiamparino per la Nazione cui anch'egli appartiene occupando una importante carica istituzionale.

 

Purtroppo i tempi biblici di gestazione e di realizzazione delle Grandi Opere subiscono quello che viene definito "garantismo" e che io preferisco definire "eccesso di garantismo".

 

Un'infernale congegno che allunga, quasi sempre, i tempi all'inverosimile e nasconde altre problematiche quali la concussione e la corruzione che trovano, strada facendo, ottime paratie dietro cui poter operare "sotto mentite spoglie".

 

Una neoplasia che nel tempo sviluppa metastasi irreversibili, accettando inoltre solo quelle cure palliative che alleviano il dolore senza peraltro eliminarlo radicalmente.

 

Sui dubbi di Conte, espressi per l'appunto dal premier sui conti e mi perdoni il bisticcio, sono semplicemente una mossa strategica per evitare guai peggiori per la nazione Italia, o meglio per il suo popolo che assiste inerme all'ennesimo temporeggiamento.

 

Novello Quinto Fabio Massimo, lo storico Temporeggiatore, Conte sta prendendo tempo per evitare una frattura scomposta che produrrebbe irrimediabili separazioni in un Governo che sta vivendo il momento più difficile ad un anno dalla sua costituzione.

 

Ricordando ancora il Suo appunto sui dubbi di Conte, essi si aggiungono alla trentennale rassegna di "scaramucce e guerre di parte" che hanno fermato la realizzazione di un'opera che porta lavoro, occupazione, reddito e quindi potenzialità di spesa con il recupero del settore commerciale da tempo in crisi.

 

Le ricordo che la Tangenziale sud di Torino, quella che sarebbe passata al di là della collina alleggerendo il traffico che quotidianamente rende a tratti impercorribile quella esistente, non fu mai realizzata perchè costosa ed inutile.

 

In questo caso, l'inquinamento ambientale e quello psicologico subirono la violenza delle menti ben pensanti.

 

Mi creda, fino a quando burocrazia e garantismo andranno a braccetto, non vedo soluzione ad una piaga che ferma lo sviluppo storico dell'Italia, nazione per anni pilota dell'economia europea.

 

Chiudo ricordando una famosa frase del Principe Antonio De Curtis:

 

"E io pago!"

 

             

 

                    Civico20 News     

            Il Direttore responsabile                                    

                    Massimo Calleri       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 12/03/2019