Napoli - Ricongiunto dopo secoli a Palazzo Zevallos un patrimonio prestigioso di grandi opere d’arte da Rubens, a Van Dyck a Ribera

La collezione appartenuta alla famiglia Vandeneyden mercanti e finanzieri fiamminghi attivi a Napoli per gran parte del Seicento

La mostra  organizzata da Gallerie Italia - Intesa Sanpaolo (Progetto Cultura) a Palazzo Zevallos :” Rubens, Van Dyck, Ribera. La collezione di un principe”, patrocinata dal Ministero per i Beni  e le Attività Culturali del Comune di Napoli, racconta la storia di una prestigiosa collezione appartenuta, alla famiglia Vandeneyden mercanti attivi a Napoli per gran parte del Seicento, prima che venisse dispersa.

Dopo approfonditi e lunghi studi si è potuto ricomporre  le opere della collezione del principe,  negli stessi ambienti che avevano  dimorato ed erano state ammirate dalla famiglia Vandeneynden fino alla fine del Seicento.

Trentasei  favolosi capolavori  vengono  esposti  all’ammirazione del grande  pubblico  fino al 7 aprile 2019, provenienti  in prestito da collezioni private, da  istituzioni museali nazionali e stranieri  di grande prestigio come  la Galleria Sabauda di Torino, il Museo Real  Bosco di Capodimonte di Napoli, il Museo del Prado di Madrid (per l’occasione sono arrivate opere mai esposte in Italia come “La Merenda”  di Jan Miel, I due Jan Fyt  di collezione spagnola, e gli inediti  “Scena di Porto” di Cornelis de Wael, “Erode con la testa del Battista”  attribuita a Orbetto,”la tentazione di Adamo ed Eva”  di Vincenzo Gesualdo conservato al Los Angeles County Museum of Art. La mostra è curata da Antonio Ernesto Denunzio  con la collaborazione di Giuseppe Porzio e Renato Ruotolo.

 L’iniziativa si avvale poi di un prestigioso comitato scientifico composto da Christopher Brow, Aidan Weston Lewis, Gert Jan van der Sman, Keith Sciberras, Maria Cristina Terzagni. Il progetto viene accompagnato da un documentassimo  catalogo  edito Intesa Sanpaolo (pp. 223 illustrazioni colori).

Scrive nel saluto istituzionale il Presidente Emerito Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli:

Alle collezioni permanenti abbiamo ripetutamente affiancato mostre temporanee, realizzate in collaborazione con le principali istituzioni locali, nazionali internazionali. E’ grazie sempre a questi progetti, sempre originali, che possiamo affermare con orgoglio che il nostro museo, dopo più di dieci anni di attività, è diventato una realtà di riferimento per la vita culturale della città”.

L’inventario stilato nel 1688 registra in effetti oltre trecento dipinti, tra cui esemplari di Paul Bril, Caravaggio, Jan Brueghel, Aniello Falcone, Luca Giordano, Jan Miel, Mattia Preti, Nicolas Poussin, Francesco Albani, Jusepe de’ Ribera, Salvator Rosa, Peter Paul Rubens, Anton Van Dyck, numerose nature morte e paesaggi e battaglie di altri maestri, per lo più fiamminghi.

La rassegna è organizzata anche in partnership con il Museo e Real Bosco di Capodimonte, in collaborazione con il dipartimento di Scienze Umane e Sociali l’Università degli Studi “L’Orientale”. Attraverso la citazione di alcune opere forniamo al lettore l’importante avvenimento artistico espositivo che è allestito nelle sale di Palazzo Zevallos di Napoli. 

 In apertura la fotografia  della  copertina  del catalogo che accompagna il progetto espositivo.

 Foto 1 Madrid Museo Nacional Thyssen-Bornemisza  vi  è  in esposizione una bellissima tela ad olio  116x156 cm di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino raffigurante uno stupendo “Cristo con la Samaritana al pozzo”. Per illustrare l’episodio di Cristo e la Samaritana, riportato nel Vangelo di Giovanni (4,4-30), Guercino organizza la composizione limitandosi agli elementi essenziali del racconto.

Le due figure protagoniste sono ritratte in un primo piano molto ravvicinato, con la  parte superiore del corpo che si staglia sull’imboccatura del pozzo come fosse un davanzale. Cristo,  con il viso nettamente di profilo, indica un punto alla propria destra, mentre la Samaritana con la brocca tra le mani, lo osserva pensosa (scheda di Mar Boronia).  

Foto 2 Luca Giordano “Piscina probatica”olio su tavola del 1653 conservato alla Galleria Nazionale Alexandros  Soutzos  di Atene riporta un’illustrazione della pericope della guarigione del paralitico presso la piscina di Betzaetà.

Foto 3 Peter Paul Rubens “Banchetto di Erode” olio su tela 208x272 cm. Eseguito tra il 1635-1638 circa conservato ad Edimburgo, National Galleries of Scotland. Questo quadro (  ritenuto dai critici di splendida bellezza) pieno di movimento, tensione e dettagli secondari, tanto diverso da quelli prodotti a Napoli, non ha fatto sensazione quando vi giunse in città intorno al 1640. Il quadro di grosse dimensioni riporta la scena  di narrazione secondo i Vangeli di Marco e Matteo che San Giovanni Battista rimproverò il tetrarca della Galilea Erode Antipa per aver sposato Erodiade, la moglie di suo fratello, contravvenendo alla legge ebraica, e fu incarcerato per questo. Alla festa del compleanno di Erode, Salomè, la figlia di Erodiade, danzò per lui che lo affascinò al punto che Erode le offrì qualsiasi cosa desiderasse.

La ragazza, dietro istigazione della vendicativa madre, chiese la testa del Battista, che fu consegnata nella sala del banchetto. Tutto questo viene riportato sulla tela da Rubens, il movimento compositivo da sinistra verso destra, con i servitori che entrano con il cibo e gli ospiti che si chinano in avanti per vedere l’azione, si interrompe bruscamente con la figura seduta di Erode che indietreggia e afferra la tovaglia inorridito della testa mozzata che Salomè ha appena scoperto come fosse una prelibatezza del banchetto. Le donne che lo circondano restano indifferenti, quasi divertite, mentre la nuova moglie Erodiade  pungola con un forchetta la lingua offensiva del Battista con gesto raccapricciante (descrizione tratta dalla scheda Aidan Weston- Lewis). 

Foto 4  Luca Giordano olio su tela 174x314 cm “Nascita di Venere 1658-1659 circa conservato  al Musée Vivant Denon   

Foto 5  Capolavoro del periodo napoletano di Mattia Preti “San Giovanni Battista ammonisce Erode” olio su tela 176,5x256,5  cm Collection of the Shanks Family (in prestito dal Philadelphis Museum of Art). Il potente naturalismo di Preti e le sue evidenti origini caravaggesche si adattavano alla perfezione al gusto napoletano per i personaggi di stoica virtù.

Foto 6  Dipinto di Jusepe De Ribera”Sileno ebro” del 1626. Nella scheda che accompagna la descrizione del dipinto ( scheda  Aidan Weston – Lewis)  descrive questo dipinto uno dei più straordinari  e memorabili del Seicento. Di concezione decisamente pagana, presenta una finezza di composizione, contorni ed esecuzione che giustifica appieno l’orgogliosa iscrizione di Ribera, mentre il cartellino sulla quale è riportata viene strappato da un serpente, simbolo dell’invidia.

Foto 7 Salvator Rosa “Paesaggi con uomini in armi”olio su tela 76,2x99 cm conservati a Los Angeles County Museum of Art, William Randolph Hearst Collection.

Foto 8 Massimo Stanzione “Sacrificio di Mosè”, olio su tela 277x228,5 cm conservato al Real Bosco di Capodimonte di Napoli.

Palazzo Zevallos Via Toledo 65 Napoli “Rubens, Van Dyck, Ribera. La collezione di un Principe”. Apertura fino al 7 aprile 2019. Orari: chiuso il lunedì. Da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00. Sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00. Informazioni:800.454229.

 

 

 

  

 

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Articolo pubblicato il 13/03/2019