Mare Jonio nel porto di Lampedusa: la nave è stata sequestrata dalla Guardia di finanza.

L'imbarcazione di Mediterranea Saving Humans ha a bordo 48 migranti, 12 sono minori. La Procura ha aperto un'indagine.

La Procura di Agrigento ha disposto lo sbarco dei migranti a bordo della Mar Jonio e, contestualmente, il sequestro probatorio della nave di Mediterrenea da parte della Guardia di Finanza. Nelle prossime ore l'equipaggio dovrebbe essere ascoltato dalla polizia giudiziaria nell'ambito dell'inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aperta dalla Procuratore Luigi Patronaggio e dall'aggiunto Salvatore Vella.

 

"Liberté... liberté..." urlano in coro i migranti a bordo della Mare Jonio appena ormeggiata nel molo commerciale di Lampedusa.

 

Salvini attacca Casarini: "Cercate su Google chi è"

Uno dei migranti, con una sospetta polmonite, è stato fatto scendere dall'imbarcazione. Pietro Bartolo, medico dell'isola, afferma all'Agi: "È un caso grave e delicato che ha bisogno di cure immediate". Salvini, intanto, ribadisce la sua posizione. I porti devono "erano e rimangono chiusi". Il ministro dell'Interno ieri ha emanato una direttiva in cui si sostiene, tra l'altro, che l'azione della nave lede la sicurezza dello Stato. Ai microfoni di SkyTg 24 rincara la dose: "Questa è la nave dei centri sociali. Invito tutti a cercare su Google chi è Luca Casarini. Non hanno rispettato le regole". Dei migranti a bordo dice: "Possono essere curati, vestiti, nutriti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede".

 

Il sindaco di Lampedusa: "Se vogliono sbarcare siamo qui, il nostro porto è aperto. La direttiva di Salvini? In mare non esistono circolari"

Totò Martello si chiede perché la nave non sia entrata ancora in porto: "Il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati", dice il sindaco di Lampedusa, che ricorda che sull'isola gli sbarchi non si sono mai fermati. Non sa bene cosa sta accadendo e si pone degli interrogativi: "È stato autorizzato l'ancoraggio? Non lo capisco... perché non entrano? Il governo non si è fatto vivo, come sempre, e neppure la nave. Noi siamo qui e il porto resta aperto".

 

Conte: "Non strumentalizziamo l'emergenza". Di Maio: "Non hanno rispettato le regole. Non ci sarà un altro caso Diciotti"

Sulla questione interviene anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "Di fronte alla singola emergenza siamo tutti in difficoltà: dobbiamo tutti impegnarci a non strumentalizzare il singolo caso perché di fronte all'emergenza siamo tutti coinvolti", ha affermato alla Camera.

 

Luigi Di Maio, dal canto suo, assicura: "Non ci sarà un nuovo caso Diciotti". Intervenendo a Radio Anch'io il vicepremier ha affermato: "Le vite umane sono la nostra priorità, ma questa ong da quel che sembra non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana. In queste ore sono in contatto coi ministri competenti "per capire come fare rispettare le regole a questa ong. Non sarà un nuovo caso Diciotti, perché abbiamo il potere come Stato italiano di agire su questa nave battente bandiera italiana". Se a bordo ci sono persone che stanno male, saranno fatte sbarcare: "Sì, per carità. Ma bisogna far rispettare le regole, una ong italiana non deve permettersi di disobbedire alla guardia costiera libica".

 

La procura vaglia le comunicazioni tra il comandante della nave e la Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza è a bordo della nave. Secondo quanto riferiscono i volontari, l'ispezione è relativa alla documentazione di bordo. La procura di Agrigento sta vagliando le comunicazioni, fatte via radio, fra il comandante della nave e la Guardia di finanza che ha intimato l'alt chiedendo di non avvicinarsi al porto di Lampedusa (Ag). Al momento, secondo fonti vicine all'ufficio diretto da Luigi Patronaggio e dal suo vice Salvatore Vella, non è stato aperto alcun fascicolo di inchiesta ma la situazione è in evoluzione.

 

La direttiva di Salvini

Il ministro dell'Interno ha inviato il 18 marzo una direttiva ai capi di polizia, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto, Marina e Stato Maggiore. Nel documento si sostiene che alcune navi soccorritrici, nonostante avessero svolto l'intervento in acque non italiane e l'evento non fosse stato coordinato dalle autorità italiane, abbiano poi richiesto di approdare in Italia.

 

E, prosegue Salvini, sebbene sulla base delle convenzioni internazionali vigenti non sussistessero i presupposti per l'assegnazione di un 'place of safety' in Italia, la nave si è poi diretta "autonomamente e deliberatamente " verso le coste italiane. Questo, sottolinea, benché le coste italiane non "risultino essere gli unici, possibili luoghi di approdo in caso di eventi di soccorso, considerato che sia i porti libici, tunisini e maltesi possono offrire adeguata assistenza logistica e sanitaria".

 

Nell'atto del ministro si legge ancora che in questi casi l'attività compiuta dalla nave: "Risulta essere finalizzata al trasferimento sul territorio italiano di migranti irregolari soccorsi nel mar Mediterraneo, facendo ricorso strumentale alle Convenzioni internazionali sul diritto del mare in materia di soccorso e violandone contestualmente le complessive disposizioni".

 

Secondo quanto ricostruisce la Ong, una unità della Guardia di finanza che ha scortato la nave, avevo disposto l'arresto dei motori, ma Mare Jonio ha proseguito per garantire la sicurezza dei migranti. Successivamente è sta autorizzato il punto di fonda. Per un migrante in particolare è stata chiesta l'evacuazione per sospetta polmonite. Tra i 49, ci sono 12 minori.

 

huffpost.it

 

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Articolo pubblicato il 19/03/2019