Forlì - La Fondazione Cassa dei Risparmi presenta la quattordicesima mostra: L’Ottocento

Centocinquanta grandi opere di 94 artisti per documentare il secolo che va dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra, evento che concluderà definitivamente il XIX secolo

La quattordicesima mostra ideata e  promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, in collaborazione con il Comune di Forlì, in programma ai Musei San Domenico fino al 16 giugno 2019 sviluppa la spettacolare pittura del XIX secolo:”Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”. 

Il progetto espositivo è condotto dal  Direttore Generale Gianfranco Brunelli,  con i curatori Francesco Leone e Fernando Mazzocca (che sono anche i compilatori del catalogo della mostra), e da un  Comitato Scientifico presieduto da Antonio Paulucci (già Ministro dei Beni Culturali) fanno parte: Marco Antonio Bazzocchi, Stefano Benetti, Tommaso Casini, Simonetta Condemi, Elena Lissoni, Paola Refice, Ulisse Tramonti. L’allestimento è  curato dallo Studio Lucchi e Biserni di Forlì e Wilmotte et Associés, Parigi.

Non poteva che essere scelto  il bellissimo ritratto di Ruth di Francesco Hayez per reclamizzare la grande mostra. Il ritratto di Ruth del 1853 ha consacrato tutta quell’arte che rivestì un importante ruolo nel formare la neonata giovane Italia mentre muoveva i primi passi nella politica, nel sociale.

Affrontava il progresso tecnologico, e preservava  la ricchezza delle proprie tradizioni, denunciando le difficoltà del vivere quotidiano e insieme costituirono  il proprio ritratto.

Scrive Roberto Pinza Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì“Siamo stati fin dall’inizio persuasi che solo la cultura ha la capacità di interiorizzare sentimenti collettivi, e rappresentarli; trasformare i problemi in potenzialità di conservare e produrre valori”.

Attraverso una selezione di oltre centocinquanta opere diventate ormai icone dei momenti vissuti nell’arco del secolo, soprattutto quelle  presentate, premiate, acquistate dallo stato italiano e dagli enti pubblici, ma anche oggetto di dibattito e di scandalo, alle grandi esposizioni nazionali, da quella di Firenze del 1861 a quelle che tra Roma, Torino e Firenze (le tre città che erano state capitali) hanno celebrato il Cinquantenario dell’Unità.

Le dieci sezioni della mostra ricostruiscono, i percorsi dei diversi generi, da quello storico alla rappresentazione della vita moderna, dall’arte di denuncia sociale al ritratto, al paesaggio. Nella prima sezione si affronta “L’ultimo romantico. Hayez e il sentimento della nazione”.

Francesco Hayez è stato considerato nella prima metà dell’Ottocento il protagonista della straordinaria stagione del Romanticismo, quando alla pittura storica venne affidata la missione di far riflettere gli italiani – allora politicamente divisi e soggetti al dominio straniero – sul loro passato per acquistare la coscienza dell’antica grandezza e suscitare la volontà del riscatto.

La seconda sezione “Il Mito dell’Italia. La pittura di storia”. Terza sezione “L’Immagine dei protagonisti tra cultura e politica”. Come è avvenuto nella pittura storica, anche per quanto riguarda il ritratto è stato Hayez a fornire per la rappresentazione dei protagonisti della vita pubblica e della cultura un modello destinato a restare valido anche negli anni successivi.

Rispetto alla dimensione più retorica e celebrativa di come spesso ci appaiono nella scultura monumentale, i padri della patria,  ci sono stati consegnati anche attraverso opere che li ritraggono  in una  sfera umana, individuale come nell’immagine postuma di Carlo Alberto eseguita da Puccinelli che ritrae il sovrano  nella malinconia dell’esilio portoghese (Foto 2).

La quarta sezione “La pittura in presa diretta. Nascita di una nazione. Nella prima metà del secolo la situazione dell’Italia divisa politicamente e soggetta al dominio straniero che aveva costituito un impedimento oggettivo alla possibilità da parte della pittura di storia, rappresentare le vicende contemporanee.

La svolta preannunciata dai fatti rivoluzionari del 1848-49 videro l’esordio sul campo dei primi pittori soldati come Gerolamo Induno a Roma e Ippolito Caffi  a Venezia. Questi capolavori  a soggetto militare portarono molto interesse tra il pubblico, affermando definitivamente la pittura cosiddetta risorgimentale. Il successo  di questi lavori era dovuto anche alla vittoriosa conclusione della Seconda Guerra d’Indipendenza.

La quinta  sezione descrive con i dipinti “Il linguaggio della realtà. L’arte e la denuncia sociale”. Gli ultimi due decenni dell’Ottocento in Italia  si ebbe una grande diffusione in campo artistico di opere sui temi cosiddetti di denuncia, ad iniziare con Telemaco Signorini con il dipinto “L’alzaia”. Ma in Italia l’arte di denuncia sociale ebbe il suo vero battesimo soltanto  all’Esposizione Nazionale di Torino  del 1880 quando il napoletano Achille D’Orsi  vi presentò il dipinto “Proximus tuus”.

La sesta sezione “L’Intatta Bellezza del paesaggio italiano”. Nonostante l’attenzione crescente verso i nuovi temi della vita, della società, della cultura contemporanea, il genere antico del paesaggio continuò ancora a essere un terreno di incredibili sperimentazioni nella seconda metà del secolo. Settima sezione Nuovi sentimenti, nuove visioni.

La società ritratta”. Nell’ottava sezione “La donna protagonista moderna”. Il superbo modello di questo immaginario femminismo è stato certamente portato alla ribalta dalla prima Regina d’Italia ( destinata a una celebrità perenne), Margherita di Savoia, individuata dal Carducci come l’emblema dell’eterno femminino regale. La sua fama fu  alimentata da una condotta esemplare e da una iconografia davvero imponente, diventando un formidabile strumento per creare consenso attorno alla dinastia sabauda.

Nella penultima sezione si  affronta la pittura messa in atto per le  grandi  celebrazioni avvenute nel 1911 per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia, e le nuove sperimentazioni artistiche. Infine nella decima ed ultima sezione dell’imponente mostra forlivese si affronta l’arte dell’ultimo ventennio dell’Ottocento, dove prevale la pittura tradizionale, la semplicità del mondo contadino di Pelizza da Volpedo, alle bellezze incontaminate delle Alpi  di Segantini, agli Appennini di Michetti. Insomma tra ideali e realtà: “Lo spirito della Nuova Italia, stava nascendo”. Accompagna la mostra un corposo ed esauriente Catalogo edito da Silvana Editoriale (pp.382 illustrazioni a colori Foto 11).

Un confronto straordinario tra pittura e scultura, mai tentato prima, dove vengono ricostruite in questa mostra le vicende dell’arte italiana dall’Unità allo scoppio della Grande Guerra, spiegando come l’arte sia stata non solo una formidabile strumento per creare il consenso, ma anche il mezzo più popolare, ”democratico” per far conoscere agli italiani i percorsi di una storia antica e recente dominata da slanci comuni, ma anche da tante divisioni; per fargli scoprire le meraviglie naturalistiche del “bel paese”; per celebrare i fasti della vita moderna; per denunciare le ingiustizie della società.

In una precisa rievocazione del clima e del gusto dell’epoca affidata soprattutto alle opere di grande formato, mai movimentate, e poco studiate prima  di questa iniziativa forlivese, ci vengono incontro temi di impatto popolare e dal significato universale risolti nel cortocircuito visivo di capolavori indimenticabili.

La varietà dei linguaggi  affrontati nelle dieci sezioni della mostra, consente al visitatore di ripercorrere un periodo di continue trasformazioni della visione, dallo splendido tramonto del romanticismo all’affermazione del Purismo e del Realismo, dall’Eclettismo storicista al Simbolismo, dalla rivoluzione dei Macchiaioli alle sperimentazioni estreme dei Divisionisti.

Si è trattato di esperienze, molto diverse, ma tutte unite dall’ambizione di creare, superando gli idiomi locali, in una lingua comune, in cui tutti  gli italiani potessero riconoscersi. (La descrizione di ogni sezione sono state  tratte dalle schede di Fernando Mazzocca e Francesco Leone).

Didascalie foto:

(Foto copertina)Francesco Hayez “Ruth”1853 olio su tela 137x100cm Bologna, Collezioni Comunali d’Arte

Foto 1 Giuseppe Barbaglia “Bagno Pompeiano” 1872 olio su tela 265x164,7 cm. Milano Accademia di Belle Arti di Brera

Foto 2 Antonio Puccinelli “Carlo Alberto a Oporto”1865 olio su tela 250x168 cm Bologna Museo Civico del Risorgimento 

Foto 3 Telemaco Signorini “L’Artiglieria Toscana a Montechiaro  salutata dai Francesi  a Solferino, 1860 olio su tela 60x117 cm collezione privata.

Foto 4 Telemaco Signorini “L’Alzaia” 1864 olio su tela 54x173,2cm Concessione Ltd

Foto 5 Francesco Lojacono:”Dall’Ospizio Marino,” 1891, olio su tela 120x240 cm Roma Galleria Nazionale d’Arte Moderna Contemporanea”

Foto 6 Giuseppe De Nittis “Il Foro di Pompei” 1875  olio su tavola 80,5x57,3 cm collezione privata,courtesy Società di Belle Arti, Viareggio

Foto 7 Silvestro Lega “ La Madre” (Una madre) 1884 olio su tela 191x124 cm Forlì, Collezione Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

Foto 8 Giuseppe Bertini “Ritratto della Regina Margherita in costume di Gressoney  1890 olio su tela 205x115 cm Gressoney Saint Jan Castel Savoia Regione Autonoma Valle d’Aosta, Collezioni regionali

Foto 9 Umberto Boccioni:”Tre donne 1909-1910”, olio su tela  Collezione Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia –Pazza della Scala Milano  

Foto10 Giovanni Segantini :”Pascoli di Primavera”, 1896 olio su tela Milano, Pinacoteca di Brera

Foto 11 Catalogo della mostra

Musei San Domenico Forlì:”Ottocento. L’Arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”. Orari di visita: dal martedì al venerdì : 9.30-19.00. Sabato domenica e festivi: 9,30-20.00. Informazioni:199.151.134

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 23/03/2019