Francia, cristianesimo sotto attacco. Boom di assalti alle chiese.

Sembra una rinnovata foga giacobina quella che si sta abbattendo sulle chiese francesi. Almeno quelli della Società della Rivoluzione – questo è stato il primo nome datosi degli incendiari del Terrore – erano nati dentro un convento domenicano. Questa volta non c’è un percorso ideologico. Non c’è alcun rispetto di base. Si vedono solo i risultati di una furia che è diventata subito cieca. 

 

Incendi, atti di vandalismo, profanazioni: il 2019 della Chiesa cattolica di Francia ricorda pure le spedizioni anti – ecclesiastiche dei normanni. Il caso del cardinale Philippe Barbarin ha scosso le coscienze dei fedeli: l’arcivescovo di Lione, che è anche un cardinale, è stato condannato a 6 mesi per aver insabbiato degli abusi ai danni di minori. É una vicenda che attiene alla sfera morale e che andrà provata per mezzo dei gradi di giudizio. Ma il violento risentimento che si sta abbattendo sulle cattedrali non passa dalle aule giudiziarie.

 

L’ultimo episodio in ordine di tempo – come raccontato da News Week – ha riguardato un incendio divampato nella Chiesa di San Sulpizio, seconda nella Capitale solo a Notre Dame per estensione. Siamo nel sesto arrondissement parigino, a pochi passi dalla Fontana dei Medici. Quella Chiesa non è situata in una di quelle periferie degradate dove si sono insediati i bacilli dell’estremismo islamico. La radice di questi attacchi, stando alle prime ricostruzioni, non è né ideologica né religiosa: è puro vandalismo anticristiano

 

A febbraio è toccato a una statua della Vergine Maria: i nuovi rivoluzionari hanno fatto irruzione per tre volte di fila. Come se volessero costruire un immaginario patibolo. A farne le spese è stata la Chiesa di San Nicola a Houilles. Sui quotidiani e sulle riviste cattoliche è possibile rintracciare dei veri e propri elenchi di profanazioni: statue ridotte a polvere, eucarestie disseminate per terra, altari presi di mira e intere parrocchie date alle fiamme. E dall’altra parte non c’è neppure una Vandea pronta a rispondere disperatamente.

 

Forse ha ragione il cardinal Robert Sarah, quando afferma che a rischiare la scomparsa è l’intera civiltà occidentale. Nella cattedrale di Lavaur, il giacobinismo di ritorno ha deciso che sarebbe stato giusto privare Gesù Cristo di un braccio. E così è stato divelto un crocifisso. Perché la “dittatura del relativismo” si comporta così: distrugge la storia patria prima ancora degli edifici e delle simbologie. Rimanere esterrefatti non serve. La persecuzione della cristianità è in atto da tempo. Solo che molti non la reputano notiziabile. 

 

Le chiese francesi sono il nuovo teatro di quello che Oswald Spengler avrebbe chiamato “tramonto”. La decadenza del Vecchio Continente si afferma mediante un altare sradicato dal pavimento. Senza che quasi nessuno dica niente. Senza che quasi nessuno ne scriva. Non sappiamo chi siano i responsabili di questo sfacelo. Non abbiamo la certezza che dietro tutto questo si nasconda un disegno politico. Possiamo solo dire che da una parte ci sono loro, i neogiacobini del terrore, scagliato per ora solo contro il nostro patrimonio culturale, dall’altra l’Europa. 

 

occhidellaguerra.it

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Articolo pubblicato il 24/03/2019