Accadeva il 2 aprile 1861
La storia dell’Unità d’Italia, oltre agli eventi maggiori, che sono riportati dalla narrazione ufficiale, trascina al seguito una quantità notevole di fatti minori, in ogni caso interessanti e curiosi, ma praticamente sconosciuti al grande pubblico.
Non sorprende il fatto che, per trovare una possibile soluzione a situazioni complesse e apparentemente irrisolvibili, l’alta politica da sempre sia obbligata a trovare proposte innovative, fantasiose e sovente talmente azzardate da apparire improponibili.
È scontato che le tantissime proposte, che non troveranno un conferma concreta, siano destinate all’oblio in quanto possibili prove di incapacità politico-diplomatica a carico di chi le ha formulate. Tuttavia ci sono le eccezioni che, attraverso i documenti, confermano questa regola.
Una di questa è quella che riguardava le preoccupazioni del governo francese di Napoleone III, diramata dell’agenzia stampa Havas-Bullier il 2 aprile
Senza ombra di dubbio la “questione romana” costituiva un complesso caso politico-diplomatico, non solo per il governo del neonato Stato Italiano, che aveva pericolose ripercussioni internazionali da “congelare” a tutti i costi.
Pertanto per risolvere un “rebus” di tale portata era necessario e giustificato proporre un variegato ventaglio di soluzioni al fine di scongiurare un evento dagli esiti imprevedibili.
La proposta della “diplomazia francese”, su indicazione del governo di Napoleone III, di offrire al Papa
Questa notizia, che sembra incredibile, viene riportata in un episodio del volume “Accadde nel 1861 – Cronache, indiscrezioni e retroscena dell’Unità d’Italia” – Edizioni del Capricorno –
Sardegna al Papa in cambio di Roma – Accadeva il 2 aprile 1861
Alla questione romana bisogna trovare soluzione. In questo teatro di tensioni, martedì 2 aprile 1861, l’agenzia stampa Havas-Bullier, considerata vicina all’imperatore Napoleone III, dirama un telegramma, che il governo italiano legge con stupore.
Riguarda «l’assestamento della questione romana». Suggerisce un progetto per risolverla. Si articola in quattro punti: «Primo: il Papa, capo della religione cattolica, continuerebbe a portare il titolo e a possedere in Roma il diritto di alta sovranità che vi ebbe nei primi secoli».
«Secondo: il nuovo Regno d’Italia libererebbe
«Terzo: Re Vittorio Emanuele II cederebbe all’Imperatore dei Francesi l’isola di Sardegna, che Napoleone III, continuando la tradizione di Carlo Magno, donerebbe in tutta la proprietà alla Chiesa, che vi trasporterebbe la propria residenza, non rinunciando però al titolo di pontefice romano».
«Quarto: Roma sarebbe capitale d’Italia». «È un’idea inverosimile», commenta Torino. Quanto a Garibaldi è a Genova, ma non può muoversi. L’artrite gli blocca un braccio e un piede.
Anche il Papa non sta bene. In mattinata è svenuto nella Cappella Sistina.
Come si può constatare la politica, che resta sempre una manifestazione del pensiero e della conseguente azione umana, subisce inevitabilmente il condizionamento dell’incertezza, del timore, della prudenza, sovente anche dell’arroganza, ma sempre nell’ottica di raggiungere gli obiettivi proposti.
Tuttavia davanti alla realtà, che pesa come un macigno e che non lascia il più delle volte alternative, può succedere che vinca la soluzione imprevista e che non si poteva minimamente immaginare.
È il caso della “questione romana”, che troverà la soluzione “militare” a seguito della Guerra Franco-Prussiana, con la sconfitta di Napoleone III nella battaglia di Sedan (31 agosto – 2 settembre 1870) da parte dei Prussiani e dei loro alleati (Confederazione Tedesca del Nord e regni del sud di Baden, Baviera e Wurtemberg), sotto l’abilissima regia del “Cancelliere di Ferro” Otto von Bismarck.
Tuttavia, se il caso di cui sopra è sicuramente un esempio paradigmatico di imprevedibilità, questo non è certamente l’unico nella cronaca della storia.
L’immagine di copertina e della “Questione Romana” sono tratte da: www.150anni.it
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Articolo pubblicato il 02/04/2019