Torino - 5 aprile 1944: i Martiri del Martinetto

Ricorre domani il 75esimo anniversario della fucilazione del Generale Perotti e di gran parte di componenti del Comitato Regionale Militare di Liberazione

Quest’anno, con una cerimonia che si terrà alle 10 di domani, all’ex poligono di tiro del Martinetto, si terrà il ricordo della fucilazione del Generale Perotti e di gran parte dei componenti del Comitato Militare regionale di Liberazione avvenuta il 5 aprile del 1944.

Sono ormai trascorsi settantacinque anni da quel giorno. Negli ultimi tempi si è un po’ affievolito il ricordo dei tragici fatti che qui ricordiamo. E’ quindi bene ripercorrere insieme le fasi salienti.

Lunedì, 31 marzo 1944, la Resistenza piemontese subisce un durissimo colpo: nella mattinata, nella sagrestia del Duomo, vengono catturati i componenti del Comitato Regionale Militare Piemontese (Crmp): Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Silvio Geuna, Eusebio Giambone, Massimo Montano, Giuseppe Perotti e Valdo Fusi

Il Crmp era stato costituito clandestinamente a Torino nell'ottobre del 1943, come organo del Comitato di Liberazione Nazionale, con il compito di coordinare le azioni delle formazioni partigiane già esistenti.

Vengono condotti alle Carceri Nuove, e il 2 aprile, in gran fretta, viene dato il via al processo alla presenza dei massimi vertici fascisti. Già il giorno successivo, e nonostante le trattative intavolate dal Cln, viene pronunciata la sentenza: fucilazione, eccetto per Fusi e Geuna.
 

All'alba di mercoledì 5 aprile gli otto condannati vengono condotti all'interno del poligono di tiro, ammanettati e poi legati alle sedie poste all'estremità del poligono, schiena rivolta al plotone di esecuzione. Passa ancora qualche minuto, il tempo per Padre Carlo Masera, che ne ricorderà il coraggio, di benedirli, quindi viene letta la sentenza, ed infine il plotone spara.

Oltre alla narrazione storica, quale elemento potrà rimanere positivo e pedagogico tra coloro che, forse per la prima volta sentono parlare del martiri del Martinetto o delle migliaia di caduti che, da entrambe le parti furono giustiziati nel corso della seconda guerra mondiale ed in modo più specifico, durante la lotta di Liberazione?

L’affermazione di un valore!

 I patrioti che, in seguito alle scelte compiute, furono giustiziati o morirono in scontri armati, erano persone che avevano avuto il coraggio di affermare un ideale, di schierarsi, consapevoli che anche la loro vita sarebbe stata in ballo.

 Nella fattispecie, al momento dell’esecuzione, come le testimonianze ci tramandano, si sentì una sola voce. Quella di Franco, Quinto, Giulio, Paolo, Errico, Eusebio, Massimo e Giuseppe che gridano

"Viva l'Italia libera!"

 

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Articolo pubblicato il 04/04/2019