Genitori e figli – 10 di 10

Unici, irripetibili, potenzialmente illimitati, ma confusi e sprecati.

Da tutte le informazioni riportate negli articoli precedenti risulta evidente che, pur nella varietà di miliardi di sfumature, tutti gli esseri umani rispondono a stesse leggi naturali di cui sono consapevoli solo in minima parte.

È quindi necessario approfondire cosa questo implichi nelle relazioni tra individui, verso l’ambiente e la società in cui essi vivono.

 

Occorre inoltre verificare se gli strumenti disponibili siano, ancora o sufficientemente, adatti alle continue e sempre più veloci trasformazioni in essere.

 

Tuttavia, e a prescindere da tutto ciò, i primi e più importanti strumenti su cui ogni nuovo nato può contare sono i genitori e la famiglia. Dalle relazioni che ne nasceranno dipenderà in gran parte ciò che ne seguirà, come si può dedurre dallo schema che segue.

 

 

Sin dalle prime fasi della vita in costruzione appare incontestabile l’importanza delle relazioni tra genitori e figli e viceversa. Nei mesi della gestazione l’embrione umano è integrato nel sistema biologico del genitore (ma sarebbe corretto dire “dei due genitori” perché, anche verso quello che non lo porta in grembo, esistono comunque altre interazioni che, pur essendo importanti allo stesso modo, non sono né visibili né misurabili né sospettabili) per esserne protetto e sostenuto nelle varie fasi della sua maturazione.

 

Tale condizione permane anche dopo l’evento traumatico della nascita nel mondo, durante il quale tutti i parametri di relazione precedenti vengono bruscamente modificati per favorire il processo di maturazione personale verso una sempre più completa autonomia del nuovo nato.

 

Processo che porta alla strutturazione successiva di vari sistemi interrelati che concorrono alla possibilità di funzionamento ed espressione individuale. Dalla nascita in poi, i sistemi, fisico, energetico, emotivo e mentale, si svilupperanno e completeranno in cicli di 7,14,21, e 28 anni, per cui si assume che dopo tale periodo si sia raggiunta la maturità dell’età adulta.

 

Ciò è solo parzialmente vero in quanto la parte mentale, in cui si attiva la facoltà del pensiero, allo stato attuale del nostro sviluppo biologico è solo in parte costituita. Ne deriva che il pensiero non è ancora in grado di gestire sufficientemente il complessivo degli altri sistemi, di cui dovrebbe essere direttore.

 

Dovendo cercare di rendere evidente cosa questo significhi in termini di paragone, possiamo dire che la capacità di pensare in autonomia è attualmente grande come la tastiera di un pianoforte e quella che si deve ancora sviluppare è grande come la distanza che separa la fine della tastiera dal sole (a questo punto, tanto per dare l’idea di quale sia ancora lontana dalla meta la nostra attuale condizione, giova ricordare che quando l’intero sistema umano potrà essere completamente e definitivamente trasformato in un “vero essere umano autonomo”, la grandezza dei suoi attributi e facoltà potrà essere paragonata alla distanza che separa il sole dai confini dell’universo).

 

Quindi, oggi, la capacità di agire in completa autonomia non è ancora attuabile né per i genitori né per i figli.

 

Questa impossibilità è la causa dei tentativi maldestri di seguire, o costringere gli altri a seguire, tutte quelle fantasiose suggestioni che abbiamo strutturato come regole della famiglia, dell’istruzione, della società, della filosofia, della religione, della morale, della scienza, del comportamento e altro ancora. Con il risultato di deviare e costringere gli altri a deviare, sempre più spesso e pesantemente, dal proprio programma di vita (derivante, come vedremo in seguito, dallo sviluppo del destino attraverso successive reincarnazioni del principio vitale in sempre nuove personalità via via più adatte a tale scopo).

 

Però qualcosa si può e si deve fare.

 

Se i genitori si applicheranno con sforzo sufficiente, saranno sempre meglio in grado di riconoscere ed osservare attentamente le proprie caratteristiche funzionali e comportamentali. Allo stesso modo, grazie alla presenza in loro dei neuroni-specchio deputati a tale scopo, potranno riconoscere, per analogia, quelle dei figli, seppur con una certa approssimazione. E in modo sempre più crescente, di pari passo con lo sviluppo della loro autonomia, lo stesso processo sarà possibile anche per i figli verso i genitori.

 

Di conseguenza entrambe le parti, agendo opportunamente su se stesse mediante un processo di conoscenza, responsabilità ed accettazione consapevole degli accadimenti in cui saranno coinvolti, potranno agire indirettamente anche sull’altra, attraverso i legami di sangue inconsci.

 

Questo accadrà automaticamente, senza bisogno di confronti e scontri inutili e dannosi.

 

Naturalmente non sarà una cosa veloce come uno schiocco di dita, ma necessiterà di tutto il tempo e le condizioni necessarie.

Per questo occorrono intelligenza, disponibilità e amorevole perseveranza.

 

Da parte di tutti, certamente, ma in modo particolare da chi può e vuole farlo.

 

Termina qui la prima parte del discorso; riprenderà dopo un intervallo durante il quale saranno messi a disposizione altri spunti di riflessioni utili in generale per poter osservare le cose della vita da più punti di vista.

 

Per chi ci sarà, arrivederci a presto.

Per tutti gli altri, anche!

 

Fine della decima ed ultima parte

disegno, schema e testo

Pietro Cartella                                                             

 

 

 

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Articolo pubblicato il 11/04/2019