“Jerusalem-Yerushalayim-Al Quds”, presentato a Torino

Il film del regista chivassese Victor Vegan, presentato in anteprima presso il teatro del Collegio San Giuseppe, si prodiga in difesa di tutte le religioni e propone la teo-filosofia come unico deterrente contro ogni forma di pregiudizio

A Torino, il 28 marzo, presso il teatro del Collegio San Giuseppe, è stato proiettato in anteprima il film “Jerusalem-Yerushalayim-Al Quds” del regista chivassese Victor Vegan.

Victor, teo-filosofo indipendente, in una intervista, apparsa su “Civico20News” del 18 febbraio 2018, aveva illustrato questo suo nuovo progetto dove islam, cristianesimo ed ebraismo si incontrano anche con buddismo, yezidismo, induismo, sikhismo e zoroastrismo, spiegando che “Jerusalem” rappresenta un viaggio reale o immaginario verso la città santa delle grandi religioni, meta uguale ma con significati simbolici diversi e come fine la pace nel mondo.

Il film inizia nel 1919, in uno studio fotografico di Basilea, dove il filosofo e mistico Fritjoff Schuon (Basilea, 1907 – Bloomington, 1998) acquista una particolare macchina fotografica che gli permette di viaggiare nel tempo e vedere cosa sta per succedere a Torino un secolo dopo. Qui un gruppo di pellegrini di varie religioni sta per partire, diretto a Gerusalemme. Per alcuni inconvenienti, la partenza viene rimandata, i pellegrini hanno così il tempo di approfondire la loro reciproca conoscenza e conversano delle loro rispettive fedi religiose. Riusciranno a trovare punti in comune, utilissimi al dialogo ed alla pace?

È quello che si è augurato il regista Victor Vegan, nel film e nel suo discorso a fine proiezione, prodigandosi in difesa di tutte le religioni e proponendo la teo-filosofia come unico deterrente contro ogni forma di pregiudizio.

Questo nuovo film autoprodotto di Victor Vegan è stato caldamente applaudito dai 120 partecipanti all’anteprima, ben consci dell’impegno sincero da lui speso nella realizzazione. Non si fa apprezzare per un cast stratosferico anche se vi sono attori come Franco Barbero, molto conosciuto fin dai tempi in cui lavorava con il grande Macario, poi Rossana Bena, Michele Franco, Luciano Romano, Kelum Giordano, Lorenzo Guida e Silvana Piscopello tutti personaggi ben noti al pubblico teatrale e dei vari sceneggiati tv e spot, e ancora Domenico Locandro, Loredana Fichera, Sandy Jack e Tatiana Tirrito.

Destano un particolare interesse nello spettatore i personaggi che interpretano se stessi, come Manuel Olivares, scrittore e talvolta oratore della religione Ahmadiyya, l'artista pittrice e cabalista israeliana Shazarahel, Babacar Mbaye tra i responsabili del Nord Italia della comunità senegalese dei Layennes, Giuseppe Cicogna della Chiesa di Scientology, Giuseppe Caruso della Comunità dei Raeliani, Ettore Foadi della Comunità Internazionale Baha'i.

Una citazione a parte merita Nicolò Maimone, il ragazzo appassionato collezionista di abiti d'epoca invitato da Giancarlo Magalli a “I Fatti Vostri”, che nel film interpreta il filosofo svizzero Fritjoff Schuon.

Una nota interessante è la parte attribuita ad Arlinda Gjonaj, cantante pop albanese che impersona una donna sufi bektashi: emoziona una clip dove si vede Papa Francesco mentre benedice l'incontro con la guida spirituale dei sufi albanesi Baba Edmond Brahimaje.

Ma non sveliamo troppo, lasciamo qualche curiosità in coloro che non lo hanno ancora visto, di sicuro noi ne prenotiamo una copia, quando uscirà in dvd. Il tema e le finalità filantropiche del film meritano il successo e adeguati riconoscimenti, già conseguiti di recente, in Colombia ed in Australia in festival vari, da "Da dove tutto ebbe inizio", il film di Victor Vegan sulle origini del calcio torinese.

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Articolo pubblicato il 09/04/2019