Dopo il successo della sperimentazione, da giugno arriva il taser: sarà in dotazione a tutte le forze dell’ordine.

La sua sperimentazione è cominciata in molte città già nello scorso settembre, ma adesso si entra nel vivo della questione. Tanto che ieri mattina, in occasione di una convention nel Lazio, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha annunciato che, «a giugno arriva in dotazione delle forze dell’ordine la pistola elettrica».

Del resto, la sperimentazione portata avanti a  Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia, Brindisi ha dato ottimi riscontri fino a ieri dove a Genova, gli agenti hanno estratto il taser (azionando i soli dispositivi luminosi di puntamento) per bloccare un tunisino che stava cercando di scappare per evitare l’espulsione. Lo straniero è stato fermato e imbarcato sulla nave per il rimpatrio.

Da giugno il taser in dotazione a tutte le forze dell’ordine.

Secondo il Viminale, quella di ieri a Genova è stata l’ennesima operazione che ha confermato l’efficacia dello strumento. A marzo il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ricordano fonti del Viminale, ha firmato la proroga della sperimentazione e a giugno l’uso della pistola a impulsi elettrici potrà diventare definitivo.

Nei primi sei mesi di sperimentazione (da settembre a febbraio), il taser è stato protagonista 48 volte e nella maggioranza dei casi era stato sufficiente minacciarne l’utilizzo per risolvere la situazione. Finora la pistola elettrica è stata data in dotazione a polizia, carabinieri e guardia di finanza, dopo aver affrontato un periodo di formazione. Ma come funziona esattamente?

Thomas A. Swift’s Electronic Rifle, in breve taser, è un dispositivo che usa l’elettricità per immobilizzare il soggetto colpito, facendone contrarre i muscoli e provocando quindi dolorosi spasmi. Una volta azionato, “lancia” due piccoli aghi legati da fili elettrici al dispositivo che, a contatto con il soggetto, trasferiscono una scarica ad alta tensione in brevi impulsi. Classificato tra le armi da difesa “meno che letali”, il dissuasore elettrico è stato tuttavia inserito dall’Onu nella lista degli strumenti di tortura.

Dotato di una memory card che registra la data, l’ora e il numero dei colpi sparati, ha un raggio d’azione di poco meno di 7 metri e gli aghi sparati non devono penetrare negli abiti per agire. Questo dispositivo è in dotazione alle Forze di polizia in circa 107 Paesi, tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito.

secoloditalia.it

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Articolo pubblicato il 15/04/2019