Un primo elemento di studio all’interno della tela ci conduce al tema della Croce e a quello della Crocifissione
Il dipinto conservato alla Gallerie dell’Accademia di Venezia che tradizionalmente è conosciuto come “La Tempesta”, venne eseguito dal Giorgione nel 1506 circa, e da quel momento ha iniziato a chiamare a se stuoli di studiosi ricercatori a ricercarne a tutti i costi un qualche significato, nei suoi innumerevoli particolari della tela. Il dipinto ha ricevuto in merito parecchie pubblicazioni. Un’ultima fatica letteraria è quella di Sergio Alcamo “La Verità Celata” edito da Donzelli Editore (pp. 219 con 32 pagine a colori intercalate a metà del volume foto copertina).
Quarant’anni fa Salvatore Settis in una pubblicazione edita dell’Einaudi intitolata ”La tempesta interpreta. Giorgione, i committenti, il soggetto”, individuava nelle due figure quella maschile e quella femminile in Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre per aver disubbidito.
Nella prefazione del volume - di Sergio Alcamo specializzato in Storia dell’Arte Medievale e Moderna all’Università di Roma “La sapienza”- scrive il Professor Salvatore Settis: “In quel libro - scritto a suo tempo - per la più gran parte in un lungo soggiorno di studio a Bonn, non vantavo scoperte mirabolanti né rabdomantiche intuizioni. Senza per questo pretendere di aver afferrato una qualche definitiva verità, ma solo evidenziando di aver messo tutte le carte in tavola, con l’intento di favorire ogni successiva discussione”.
La “Tempesta” di Giorgione ha sempre rappresentato un mistero: pur essendo uno dei quadri più rinomati del Rinascimento, celebrato come esempio della maestria della scuola veneziana, vivisezionato in ogni dettaglio, questo dipinto continua a mantenere intatto il suo segreto.
Chi sono le figure in primo piano e a cosa alludono? Quale relazione intercorre con lo sfondo e il cielo in tempesta?
Sergio Alcamo, autore del nuovo libro “La Verità celata” suddivide il testo in sette capitoli ben distinti iniziando dall’opera in considerazione: “La Tempesta”, poi passa ad analizzare i protagonisti: dal soggetto della donna, un donna nuda mentre allatta un bambino individuata come Eva, ma potrebbe anche prefigurare Maria (Madre di Gesù) nella storia sacra dell’umanità.
L’angelo, l’uomo (un giovane in vesti cinquecentesche che si appoggia ad un’asta) il paesaggio, un edificio in rovina alluso al Tempio di Salomone, un grosso volatile bianco su un tetto, il bambino, il paesaggio il fulmine, il committente.
Prendendo le mosse dalla scoperta di un dettaglio inedito, abilmente mimetizzato nella tela, e grazie a un capillare confronto con opere affini- riprodotte in un ricco corredo iconografico - il dipinto acquista un significato più ampio e si colloca in un preciso contesto, che si configura come una vera e propria fucina dell’arte moderna: la chiesa dei Servi di Maria a Venezia, frequentata da studiosi, filosofi, collezionisti e mecenati, tra cui Gabriele Vendramin, il committente dell’opera in questione.
A pagina 69 del libro l’autore scrive:”Riepilogando:abbiamo individuato in un primo elemento all’interno della tela del Giorgione che conduce dritti al tema della Croce e a quello della Crocifissione:”il bastone di Adamo”.
Il risultato è una migliore definizione del contenuto dell’enigmatico quadro, riletto in chiave biblica e calato in un’età e in un ambiente gravido di fermenti culturali e inquietudini religiose e politiche, sospeso tra Umanesimo e Riforma cattolica.
Un libro per capire l’arte il destino dell’uomo e per leggere il dipinto del Giorgione sotto una nuova veste.
Didascalia foto:
Copertina libro
Foto 1 quadro completo Giorgione “Allegoria della redenzione” (Tempesta) 1506 circa.
Sergio Alcamo “La Verità Celata Giorgione, la Tempesta e la salvezza” Donzelli Editore (pp.220.32 pagine co
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Articolo pubblicato il 17/04/2019