Torino - “Il nostro è uno stato di diritto”.

E’ il solito mantra dietro al quale post-comunisti e compagni radical scic si attestano per difendere chi viola le leggi

L’ultimo esempio di questa posizione ideologica ce lo fornisce una segaligna opinionista di sinistra, che si chiama Claudia Fusani. E’ morto  un  maresciallo dei carabinieri, Vincenzo Carlo Di Gennaro (immagine TPI), ucciso, a tradimento, da un delinquente già noto per i suoi precedenti e lasciato, come spesso succede, in libertà dalla nostra giustizia a causa di un “intoppo” procedurale ed anche per la solita  ignavia di chi lavora nelle procure del bel paese.

 

In un dibattito la brava editorialista non ha nulla da dire sull’omicidio ma punta il suo dito contro un post pubblicato da Matteo Salvini. Dove l’assassino è fotografato mentre è immobilizzato a terra ed il suo volto è visibile.

 

Violato, secondo la brava compagna, che non può essere definita secondo Guareschi trimammelluta, perché ha il fisico di una sogliola, il diritto alla privacy ed anche, nientemeno che vilipeso il solito stato di diritto.

 

Nessuno tocchi caino, come sempre.

 

Su questa linea sono da sempre schierati in tutti i talk show due tenebrosi compari che vengono fatti agire in simbiosi e si appoggiano l’un l’altro. Sono Vauro Senesi  (immagine Il Giornale) ed il direttore di un giornale (il dubbio) che nessuno legge e che deve lasciare, Piero Sansonetti (Immagine il Giornale).

 

Due belle menti, ospitate spesso come oracoli sulle reti berlusconiane, (vedi Porro). Il primo dall’aspetto bieco ed ispido, il secondo con un volto incorniciato da un folto pelo, che ricorda quello del boscimane Mauro Corona quando è ospite della Bianchina su rai3.

 

I due compari, in nome dello stato di diritto, quale secondo loro dovrebbe essere l’Italia, sono riusciti ad affermare che Cesare Battisti, l’ergastolano reo confesso di ben quattro omicidi, è innocente e vittima di un complotto di stato.

 

Al loro livello c’è lo stato di diritto, che associato al “diritto del mare”, consentirebbe , con l’avallo dei radical scic e dei democratici, a Casarini, Fratoianni, Fico ed anche alla Prestigiacomo di F.I., di importare nel nostro paese intere popolazioni da ogni parte del mondo.    

 

Ad invocare uno stato di diritto, che sia congeniale ai loro desiderata, vi è poi quella che porta il nome di allegra confraternita dei mimmolucani.

 

L’ideologo ed inventore di uno stato di diritto ad uso e consumo del sindaco di Riace, è un uomo dallo sguardo sempre truce ed accigliato. Uno scrittore della provincia di Napoli, Roberto Saviano (immagine Napoli Today), che anni or sono ha dato alle stampe un libro che gli ha fruttato una scorta armata (anche se lui è contrario alle armi), che lui non vuole a nessun costo lasciare a chi ne ha cento volte più bisogno di lui.

 

Non ha importanza il fatto che il suo Mimmo Lucano (immagine Imola Oggi), ex sindaco di Riace, dopo averne compiute di ogni colore, vada sentenziando nella trasmissione condotta da Fabby & Litty , che “non sempre le leggi vanno rispettate, perché anche i nazisti rispettavano le leggi”.

 

Ed  il guru Saviano, dall’alto del suo attico di New York, lo affianca, scrivendo che “il Mimmo ha fatto politica nell’unico modo possibile in un paese che ha leggi oblique. Disobbedendo”.

 

Ha poi aggiunto, sempre dal suo lussuoso attico di Central Parck,  che “persone come il Mimmo ci fanno sentire fieri di essere italiani.”

 

Fanno parte di questa allegra armata brancaleone, ed indossano la divisa del “miles simplicius” altri personaggi come il Gad Lerner (immagine Silenzi e Falsità), un italiano di etnia libanese, Fabio Fazio, anche lui italiano di pedigree bellaciao, e tutto il mainstream che, nei mezzi di comunicazione debenedettini e cairesi, è schierato in ginocchio ed obbediente.

 

Concordano tutti e sono dell’idea che un rispettabile stato di diritto sarebbe solo quello disegnato da loro per conto dei loro editori.

 

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/04/2019