La casa editrice genovese Sagep in un libro riccamente illustrato ripercorre questo meraviglioso periodo trascorso nello splendore
La mostra in programma al Palazzo Madama di Torino fino al 6 maggio 2019 è stata affiancata da uno strepitoso volume: ”Madame Reali, cultura e potere da Parigi a Torino” edito da Sagep editori (pp.296 riccamente illustrate €37.00) curato da Clelia Arnaldi di Balme e Maria Paola Ruffino.
Il libro ripercorre la vita delle due Madame Reali, narrando le parentele che le legarono alle maggiori case regnanti europee, le loro scelte artistiche, le feste sontuose, la moda e la devozione religiosa. La pubblicazione è arricchita anche dagli interventi di Andreina Griseri, Paola Bianchi e Andrea Merlotti, Cristina Cuneo, Edoardo Piccoli, Paolo Cozzo e Alessandra Giovannini Luca, Franca Varallo, Clara Goria, Gelsomina Spione, Sara Martinetti, Maria Paola Ruffino, Alessandro Nicola Malusà, Clelia Arnaldi di Balme e Francesca Filippi.
Fra il 1619 e il 1724 due figure emblematiche femminili imprimono un forte sviluppo alla società e alla cultura artistica dello stato sabaudo: sono Cristina di Borbone, che sposa Vittorio Amedeo I e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, moglie di Carlo Emanuele II.
Il destino della sorte rimangono vedove precocemente, assumono la reggenza del ducato a nome dei figli ancora bambini. Le loro azioni politiche, così come le committenze artistiche, testimoniano la loro ferma volontà di fare di Torino una città di rilievo internazionale.
Un itinerario attraverso la vita di corte in epoca barocca, alla scoperta non solo dell’immagine storica delle due dame, ma anche dei loro aspetti più privati e femminili.
Le Madame Reali dedicano grande attenzione alla città, ai progetti urbanistici e architettonici, alle strategie culturali. Cristina sviluppa con Amedeo di Castellamonte il progetto di ampliamento della città verso sud, già avviato da Carlo Emanuele I, proseguendo la costruzione di un nuovo tratto della Contrada Nuova di San Carlo (Via Roma) e la fortificazione della città.
Tra il 1638 e il 1642, trasforma lo spazio inizialmente destinato al mercato del vino in una elegante Place royale (oggi piazza san Carlo ) sul modello parigino, tutta contornata da portici su colonne binate, che nel Settecento saranno inglobate in ampi pilastri.
Maria Giovanna Battista porta invece l’ampliamento verso est, con il progetto della città nuova di Po, che ha il suo fulcro nella così detta piazza Carlina dedicata a Carlo Emanuele II.
Nel periodo del suo governo si trova a fronteggiare la povertà causata in Piemonte dalle grandi carestie degli anni 1677-1680, per aiutare i bisognosi, istituisce un nuovo istituto di prestiti, il Monte di San Giovanni Battista, Fonda l’ospedale di san Giovanni, l’Ospizio di carità, i Regi Magazzini dei grani, la nuova sede del Collegio dei Gesuiti.
Maria Giovanna Battista istituisce anche il ghetto ebraico, e alla sua vi lavoreranno due architetti di eccezione: il modenese Guarino Guarini e il messinese Filippo Juvarra. Guarino Guarini progetterà uno dei siti devozionali più importanti della città, la Chiesa della Consolata, mentre per la sua residenza chiamerà nel 1718 Filippo Juvarra a realizzare il grandioso scalone di Palazzo Madama.
Sia Cristina di Francia che Maria Giovanna Battista vivono la vita con intensa religiosità. Partecipano assiduamente ai riti e alle celebrazioni pubbliche e la loro vita spirituale è affidata alla guida di confessori ed ecclesiastici al loro servizio.
Cristina favorisce l’insediamento a Torino di numerosi ordini religiosi, maschili e femminili, che arrichiscono la città di monasteri e di edifici ecclesiastici: i monasteri delle Clarisse, delle cappuccine e della Visitazione, le chiese di santa Teresa, San Francesco da Paola e san Filippo Neri.
Le duchesse mostrano grande venerazione per la devozioni legate alla dinastia dei Savoia, per la Madonna di Oropa, cui offrono doni preziosi, e soprattutto per la Sacra Sindone, la cui ostensione accompagna le cerimonie solenni, riversando sulle Madame Reali il proprio valore legittimo.
Al termine della vita condotta nel fasto regale, di fronte alla morte Cristina e Maria Giovanna Battista effettuano una scelta di povertà. Scelgono per la propria sepoltura il dimesso abito delle Carmelitane Scalze: una veste in panno marrone, lo scapolare con il soggolo bianco, il velo nero.
Il percorso espositivo allestito nella sala del Senato di Palazzo Madama si articola in dieci sezioni presentando dipinti, oggetti d’arte, tessuti, gioielli, ceramiche in tutto si contano oltre cento venti opere provenienti da una decina di musei e collezioni private per raccontare la storia di due donne (Foto 7), in veste di Madame Reali che hanno dato lustro ad una città chiamata Torino. Una meravigliosa piacevole esaustiva pubblicazione.
Foto di apertura: copertina libro
Foto 1 10 scudi d’oro Cristina di Francia per darlo Emanuele II Torino 1641 Palazzo Madama- Museo Civico d’Arte
Foto 2 Charles Dauphin attribuito a ritratto equestre della Principessa Sabauda (Cristina di Francia?) come Minerva. Racconigi (Cuneo) , Polo Museale Piemonte
Foto 3 Maestro delle residenze sabaude (Giovanni Battista Abret?) “Veduta del Castello del Valentino 1670 circa”, Torino Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica
Foto 4 Giovanni Luigi Buffi ( attribuito) “Ritratto equestre di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours 1670-1690”, Torino Palazzo Madama-Museo Civico d’Arte Antica
Foto 5 Pittore attivo in Piemonte “Ritratto di Cristina di Francia 1634-1637” Collezione privata
Foto 6 Isidoro Bianchi (attribuito) “Allegoria con putti” 1630-1640 circa Torino – Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti
Foto 7 Ritratto di Cristina di Francia e di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours due donne che hanno fatto grande Torino.
“Madame Reali“ Sagep Editori ( 296 pp. Riccamente illustrato €37.00).
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Articolo pubblicato il 21/04/2019