Parigi. Notre-Dame, tra ricostruzione o deturpazione?

Qual’è il parere dei nostri lettori?

I mecenati a dispetto degli ottusi si sono già fatti avanti promettendo consistenti contributi per finanziare l’apertura del cantiere  dei lavori che in 5 anni, secondo le ottimistiche previsioni del presidente Macron, dovrebbero far risplendere la cattedrale di Notre-Dame.

Gli architetti di grido  si stanno lanciando nelle più assurde proposte per rifare Notre Dame “secondo i canoni estetici di oggi”. C’è chi vorrebbe alberi sul tetto e una terrazza panoramica ottima per “l’happy hour”, chi vorrebbe “guglie in cristallo di Baccarat” e così via.

A nostro parere, l’unico metodo accettabile di ricostruzione per un’opera plurisecolare è l’ANASTILOSI. Ovvero rifare tutto esattamente come prima cercando e riutilizzando tutto il materiale originale ancora utilizzabile.

Ne è esempio la cupola del Guarini, dopo l’incendio dell’11 aprile 1997   che da Palazzo Reale si è propagato al Duomo di Torino. Ma non mancano affinità degne di nota.

Con il terremoto del 1976 in Friuli era crollata completamente la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo a Venzone. Fu incaricato della ricostruzione l’architetto Roberto Pirzio Biroli. Biroli , ha mappato ogni sasso, ogni pietra crollata e ha studiato anni per capire come rimettere ogni sasso e ogni pietra al proprio posto originale. E’ stato un lavoro lunghissimo, finito nel 1995, ma ora il duomo di Venzone è lo stessa che era prima del crollo. Questo è stato un lavoro a regola d’arte.

Qual’é il parere dei nostri lettori, degli architetti illustri che anche oggi a Torino non mancano?

Non vorremmo che la fobia per il medioevo, e l’antico e l’ansia di tuffarsi nel post moderno, avviasse il simbolo per eccellenza della Cristianità e della civiltà europea verso la deturpazione.

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Articolo pubblicato il 23/04/2019