La velocità del buonsenso

Un argine fisico per buchi neri e disastri economici

Dopo l’ufficializzazione della prima “fotografia” scattata a un buco nero, sono fioccati i dibattiti sull’origine e il perché dell’Universo, oltre naturalmente al ruolo che il genere umano ricopre all’interno di esso. Questi interrogativi di natura epistemologica – ovvero di ricerca della conoscenza – valgono certo in ambito scientifico, ma sono perfettamente trasferibili, senza variazione alcuna, anche nel nostro vivere quotidiano. Sia che ci si riferisca ai singoli sia che si consideri l’esistenza delle comunità.

In ambo i casi, infatti, occorre rapportarsi a un orizzonte degli eventi, per comprendere il perimetro spaziale e/o temporale in cui ha senso concentrare la propria azione personale o pubblica. Al di là di tale soglia qualsiasi previsione rischia di rivelarsi fallace, per mancanza di dati oppure di strumenti adeguati.

Così il Politico, volendosi applicare con rigore analitico alla cura del bene collettivo, deve per prima cosa sapere – proprio come lo Scienziato –  quali aspetti siano realmente conoscibili: in altri termini, su quali parametri occorra intervenire per produrre un’azione concreta ed espansiva a livello del tessuto socio-produttivo. Al sapere segue poi il saper fare, ovvero il proporre soluzioni valide per il raggiungimento di un determinato obiettivo, che mirino al cuore del problema, senza palliativi o misure di facciata. Sulla base di queste due premesse egli comunica poi in che cosa sia lecito sperare, ergo quali siano i possibili scenari futuri.

E poiché la realtà è un sistema fisico governato da leggi fisiche, neanche l’agire politico sfugge ai vincoli imposti dai numeri. Vale ovviamente per il conto economico, nel senso di bilancio dello Stato, il quale deve determinare le condizioni proficue affinché la ricchezza sia creata (ex novo) e non solo banalmente redistribuita. Vale tuttavia anche per i contenuti della dialettica politica. Essi infatti, per non trasformarsi in neri buchi e voragini economiche, devono tener sempre presente come nessuna velleità o promessa elettorale possa in ultima analisi superare una certa velocità: quella del buonsenso.

 

(In copertina, La scuola di Atene: affresco di Raffaello, 1509-1511)

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Articolo pubblicato il 24/04/2019