Torino FC vs AC Milan 2-0

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: I granata mandano il diavolo all'inferno e volano al sesto posto in classifica

“Non dovete guardare in faccia nessuno, non dovete avere mai paura. Il Toro non ha mai paura. Ricordatevi che davanti avrete solo undici giocatori: undici come voi. Ma voi siete il Toro, loro no”. Buon compleanno Puliciclone.

Se questo fosse davvero il Toro, non avrei dubbi sul risultato di stasera, anche una sconfitta “tremendista” potrebbe starmi bene, per paradosso; ma fra poco scende in campo il Torino FC, che “Toro” non lo è e forse non lo sarà mai, quindi permettetemi un minimo di scetticismo (ogni smentita sarebbe quanto mai gradita, mannaggia la rima). Ragazzi, Paolo Pulici vi ha detto cosa fare: fatelo.

Ebbene sì: nonostante il non-gioco del mister di San Vincenzo, per la prima volta da tempo immemore, i granata sono lì lì a giocarsela per l’Europa, quella che conta e quella che conta un po' meno, con un campionato che, a cinque giornate dal termine, e a differenza delle passate stagioni, può ancora dire tanto per la nostra squadra. Noi ci crediamo, qualcun altro chissà.

Walter “dobbiamo essere più forti delle assenze” Mazzarri, stasera manda in campo (3-5-1-1): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Moretti; De Silvestri, Lukic, Rincon, Meité, Ansaldi; Berenguer, Belotti. Tutto secondo programma.

Per la cronaca, al momento del fischio d’inizio, il Torino FC è ottavo in classifica, in virtù della vittoria della Lazio a Marassi, contro la Sampdoria. Occorre vincere e nient’altro, altrimenti il sogno diventerà un incubo.

Brutto primo tempo, detto forte e chiaro: Milan impacciato, nervoso e falloso (tre ammoniti), e Torino che non ne approfitta (nessun vero tiro in porta). Il tabellino, alla voce “occasioni da rete”, rimane desolatamente vuoto, da entrambe le parti (solo ordinaria amministrazione); un po' come i portieri, desolatamente spettatori, durante questi primi quarantacinque minuti.

Nota tecnica: la squadra di Mazzarri marca a uomo, sia a centrocampo che in difesa. Ricordo che siamo nell’anno domini 2019.

Milan sempre impacciato, nervoso e falloso, in una parola, brutto, anche all’inizio della ripresa. Il Torino però sembra più determinato, aumenta il forcing e si presenta con maggiore insistenza nell’area avversaria. Il sig. Guida non concede un chiaro penalty per un fallo ai danni di Belotti, non espelle Suso, già colpito dal cartellino giallo nel primo tempo (in compenso butta fuori Mazzarri per proteste); ma dopo dieci minuti non può fare a meno di concedere il calcio di rigore, per un fallo di Kessie ai danni di Izzo. Realizza il “Gallo”, ed è giusto così.

Vola il Torino in questo secondo tempo e raddoppia al 68': cross dalla sinistra di Ansaldi, respinta della difesa rossonera sui piedi di Berenguer, che dal limite fulmina Donnarumma con un gran destro in diagonale. Eurogoal.

Solita paratona di San Salvatore Sirigu su gran botta di Bakayoko, che aveva già colpito la traversa all’inizio del secondo tempo.

Il Milan finisce malissimo la partita: espulso Romagnoli a dieci minuti dal termine.

Finisce 2-0.

Serata straordinaria per il Torino: sesto posto in classifica, che non potrà essere intaccato neanche domani sera, quando giocherà l’Atalanta contro l’Udinese. Milan troppo brutto per essere vero, ma Torino finalmente concreto e determinato: pressing alto e ritmo che hanno stroncato i rossoneri, soprattutto nel secondo tempo.

Meritano un monumento: Belotti sempre il solito combattente a tutto campo, Sirigu il miglior portiere italiano, e non solo, e Izzo tremendo gladiatore. Tre giocatori che sono il simbolo della squadra in questo momento.

Aggiungo anche Berenguer, oggi pressoché perfetto nel ruolo di vice-Iago: i piedi buoni vanno sempre messi in campo, perché prima o poi si fanno sentire.

Venerdì prossimo si gioca il derby: mancherà Moretti squalificato e c’è ansia per le condizioni di Rincon.

Il trend dal 2005 in poi è catastrofico, soprattutto sul campo di Venaria, ma questo è un campionato talmente strano, per non dire farlocco, che tutto può davvero succedere.

Sognare non costa nulla, crederci è un dovere.

 

 

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Articolo pubblicato il 28/04/2019