Il vaso di Pandora delle tasse

La flat tax per “appiattire” le storture

Non è raro, ahinoi, ravvisare nel nostro sistema legislativo norme e codicilli bislacchi e farraginosi, che fanno a pugni col buonsenso, e “battibeccano” esattamente come i poveri capponi di Renzo.

La Politica, come un attento Azzeccagarbugli, dovrebbe allora porvi rimedio, sanando le incongruenze e raddrizzando ciò che è (e va) storto.

È logico (e per l’appunto di buonsenso) affermare come l’Economia possa efficacemente ripartire solo se alimentata dai consumi dei Cittadini: in altre parole, lasciando i denari in tasca alle persone c’è speranza che queste li spendano, o che comunque ne immettano quantitativi maggiori all’interno del circuito produttivo. Invece, prelevandoli con un’imposizione fiscale eccessiva (per non dire, in taluni casi, predatoria), il gettito erariale per quanto pingue si rivela sterile. E passivo…, incapace cioè di generare virtuosamente nuova ricchezza.

Ne è un esempio l’onnivora tassazione sugli immobili. Dal 2011 a oggi – ovvero dall’anno di introduzione dell’IMU – la patrimoniale sul mattone (che già esiste, alla faccia di chi vorrebbe introdurne una nuova) è passata da 9 a quasi 30 miliardi di euro, non producendo certo una ripresa del settore… Con l’aggravante di assurgere a misura lesiva del dettato costituzionale, stante il quale bisogna tassare il reddito e non l’eventuale patrimonio infruttifero (come gli immobili abitativi e commerciali liberi e a disposizione).

La flat tax, cavallo di battaglia del programma elettorale di Centro-Destra, si pone come obiettivo proprio quello di riformare un quadro gravoso e carico di bizantinismi. Il processo, graduale e da attuarsi per implementazioni successive, secondo il Deputato leghista Alessandro Giglio Vigna “deve aprire una bolla all’interno di un sistema che non funziona, alleggerendolo e al contempo semplificandolo”. “L’idea”, prosegue ancora il parlamentare eporediese, “è quella di allargare col tempo questa bolla, così da portare finalmente sollievo alle Famiglie e alle imprese, migliorando nello stesso tempo i nostri fondamentali economici”.

Come in un vaso di Pandora dal quale si vogliano far uscire tutte le criticità, per lasciare il posto all’unico ingrediente davvero capace di trascinare il Paese in una stabile ripresa: l’oggettiva (ed economicamente supportata) speranza in un futuro migliore.

 

(Immagine in copertina tratta da InLibertà)

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Articolo pubblicato il 29/04/2019