I reali o finti problemi della Lega.

Blocco dei porti e autodifesa personale: i problemini del Paese

I dati statistici, per questa Festa del 1 Maggio dedicata al lavoro, ci danno una visione non positiva del nostro Paese: una disoccupazione giovanile con punte del 40% al sud, circa un quarto di lavoratori impiegati in mansioni al di sotto del proprio titolo di studio, secondi solo alla Grecia per numero di posti di lavoro stabili persi negli ultimi anni.

C’è poi la questione legata alle pensioni minime, alla bassissima natalità dell’Italia (forse seconda solo al Giappone), al rallentamento nel far decollare i progetti sulle infrastrutture (si pensi all’Alta velocità ferroviaria nel Nord Est), alla fuga dei cervelli all’estero, alla mancanza di un salario minimo (cosa presente già da tempo in molti paesi europei), il caporalato vergognoso, i continui subappalti al massimo ribasso.

Su alcuni di questi temi, soprattutto su quelli che riguardano il lavoro e i redditi, la parte gialla del Governo, quella capitanata da Luigi Di Maio, sembra piuttosto sensibile, al di là delle misure condivisibili o meno.

L’altra faccia della medaglia, quella della Lega targata Matteo Salvini, sembra essersi invece concentrata soprattutto su due questioni: l’immigrazione, con la chiusura dei porti, e la sicurezza, con il decreto che consente una maggiore libertà nell’autodifesa personale.

Nonostante la maggior parte del Paese sia oggettivamente colpita da questioni legate al reddito e al lavoro, i sondaggi ci dicono che negli ultimi mesi il M5S abbia perso terreno, mentre la Lega continui ad aumentare il proprio consenso.

Resta singolare pensare che il terrore dell’immigrato e del ladro che ti entra in casa siano i veri problemi che impensieriscono gli Italiani (tanto più che i dati ci dicono che da diversi anni la delinquenza sta diminuendo),  eppure la politica del terrore sembra aver la meglio su quella degli investimenti, del reddito, dell’occupazione, dello sviluppo.

Siamo una Nazione nella quale non abbiamo neppure conosciuto gli atti di terrorismo islamico come è accaduto a Londra, New York, Parigi e Madrid; ciò nonostante sembra che la questione della sicurezza sia prioritaria, senza poi neanche che lo Stato se ne faccia maggior carico, ma semplicemente lo demandi alle singole persone consentendo loro di difendersi, in un Paese come il nostro con circa un milione di porto d’armi che rischia alimentare un mercato delle vendite di armi come da sempre accade negli Stati Uniti  dove di sicurezza ce n’è poca ma di morti parecchi.

Nelle Commissioni alla Camere del Parlamento, sono già presenti proposte per il raddoppio di potenza delle armi che si possono acquistare senza il rilascio di autorizzazione e la possibilità in alcuni casi di concedere il porto d’armi anche a chi abbia precedenti con la giustizia.

Tra meno di un mese avremo le elezioni europee e in quella occasione capiremo quali sono i problemi realmente sentiti dagli Italiani: più pistole o più lavoro? Sarà una bella gara tra la pancia e la testa.

 

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Articolo pubblicato il 04/05/2019