La terza Passione di Johann Sebastian Bach

L’etichetta Alia Vox presenta una bellissima versione della Markus-Passion, opera misconosciuta del sommo Cantor lipsiense. Un’occasione imperdibile per scoprire uno dei lati meno noti della vasta produzione del massimo protagonista del Barocco tedesco.

Delle passioni composte da Johann Sebastian Bach nel corso della sua attività di director musices a Lipsia (cinque, secondo il necrologio vergato dal figlio Carl Philipp Emanuel), solo due – quelle secondo Matteo e Giovanni – sono giunte integre fino ai giorni nostri. Si tratta, come si sa, di due dei più alti capolavori sacri della storia della musica, che continuano a essere eseguiti in tutto il mondo e possono contare su una vasta e qualificatissima discografia.

Accanto a queste opere il catalogo di Bach comprende altre due passioni – quelle secondo Luca BWV 246 e secondo Marco BWV 247 – che per ragioni diverse sono finite ai margini della sterminata produzione bachiana. La Passione secondo Luca è infatti opera di un autore contemporaneo – con ogni probabilità, Johann Melchior Molter – mentre di quella secondo Marco ci è pervenuto solo il libretto di Christian Friedrich Heinrici (meglio noto con il nom de plume di Picander) e nulla della musica.

Questa grave carenza non è però riuscita a scoraggiare i musicologi, che nel corso degli ultimi decenni ne hanno realizzato diverse ricostruzioni, tra le quali merita di essere citata quella firmata dall’organista e direttore olandese Ton Koopman, che ha anche provveduto a registrarla per la Erato una ventina di anni fa.

Oggi la Markus-Passion ci viene riproposta in un lussuosissimo cofanetto doppio della Alia Vox nell’interpretazione di Jordi Savall alla testa di un eccellente cast di solisti e della Capella Reial de Catalunya e del Concert des Nations.

Senza voler entrare nei dettagli, va detto che la musica delle versioni di Koopman e di Savall divergono moltissimo, in quanto il primo basò il movimento iniziale della sua ricostruzione sulla melodia del corale della cantata Es ist nichts Gesundes an meinem Leibe BWV 25 e scrisse egli stesso i recitativi, mentre il direttore catalano ha abbracciato la teoria oggi prevalente tra gli studiosi, traendo la maggior parte della musica dall’ode funebre Laß, Fürstin, laß noch einen Strahl BWV 198, scritta nel 1727 per le esequie della principessa Cristiana Eberardina di Brandeburgo-Bayreuth, con l’aggiunta di alcuni frammenti della cantata Widerstehe doch der Sünde BWV 54 e di diversi corali della Passione secondo Matteo. In poche parole, le due versioni in esame si basano sullo stesso libretto, ma su musiche profondamente diverse, che impediscono di metterle a confronto.

Passando a un aspetto più prettamente interpretativo, va detto che l’approccio bachiano di Savall appare molto più vicino alle letture per così dire estetizzanti di molti direttori inglesi – Gardiner in primis – che alle letture intensamente spirituali di Harnoncourt o di Herreweghe, delineando un affresco sonoro intriso di un commovente senso drammatico, ma privo di violente contrapposizioni espressive e di quel sottile ma lacerante senso del peccato proprio della fede luterana, che nella maggior parte delle opere sacre di Bach viene alla fine illuminato dalla adamantina certezza della redenzione.

La struttura della passione mette in grande evidenza il coro, giustamente in formazione ridotta e affiancato dalle voci bianche del Veus-Cor Infantil Amics de la Unió, che aggiunge al panneggio sonoro un’apprezzabile freschezza e un’intensa luminosità. Note molto positive giungono anche dai solisti, dall’Evangelista di David Szigetvári al controtenore Raffaele Pé, astro in vertiginosa ascesa nel firmamento della musica antica internazionale.

Nel complesso si tratta di una proposta di sicuro interesse di un direttore non ha di sicuro costruito la sua carriera come specialista bachiano, ma che dimostra per l’ennesima volta di possedere uno spiccato carisma e una rara capacità di cogliere l’essenza di tutti gli stili del Barocco europeo.

Per finire, non si può sottacere la presenza di un libretto a colori di oltre 270 pagine, che comprende anche le note di sala e la traduzione del libretto in italiano, una vera rarità per i giorni nostri.

David Szigetvári, Evangelista; Marta Mathéu, soprano; Raffaele Pé, controtenore; Reinoud van Mechelen, tenore; Konstantin Wolff, basso Veus-Cor Infantil Amics de la Unió, La Capella Reial de Catalunya, Le Concert des Nations, Jordi Savall, direttore SACD. Alia Vox AVSA9931 (2 SACD). 57:21 – 53:11.

Registrazione live effettuata il 26 marzo del 2018 presso la Chapelle Royale du Château de Versailles.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 06/05/2019