Torino. La solitudine di una generazione iperconnessa

I confronti al Salone del Libro

I videogiochi sono davvero la favola del futuro? Come si può aiutare i giovani ad un uso consapevole di internet e scongiurare i pericoli dell’iperconnessione sempre più diffusa tra le nuove generazioni? Sono alcuni degli interrogativi a cui si è cercato di dare risposta nell’incontro organizzato per il Salone del Libro dal Consiglio regionale in Arena Piemonte “I videogame: la favola del futuro. La solitudine di una generazione iperconnessa”.

A confrontarsi sul tema due esperti come Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, docente di psicologia all’Università Milano-Bicocca e autore di numerose pubblicazioni sul mondo dell’adolescenza, ed Emilio Cozzi, giornalista esperto di videogame, di cui scrive per Wired, Forbes e Sole 24 Ore.

Lo sviluppo di internet ha cambiato la vita di tutti, reale e virtuale si contaminano sempre di più e per gli adolescenti il mondo virtuale è spesso l’unico in cui confrontarsi e relazionarsi fuori dal controllo degli adulti - ha detto Lancini -. L’abuso di utilizzo della rete, come dei videogame, nasce perché non esiste più la comunità educante, quella che permetteva ai bambini di tornare a casa da soli all’uscita di scuola, di giocare nei cortili. Oggi le piazze e le battaglie virtuali sono percepite come le uniche da poter vivere in libertà”.

Siamo davvero disposti a correre qualche rischio e riconsegnare spazi ai figli? Secondo Lancini “il mondo degli adulti, le famiglie, la scuola devono promuovere una saggezza digitale. Non sono solo gli adolescenti a dover spegnere i telefonini”.

Cozzi ha parlato dei videogiochi come “nuova forma di narrazione, un fenomeno sociale che diventa rischioso se fa perdere il contatto con la realtà. Il videogioco lavora sull’immaginario, e se utilizzato correttamente può avere anche un valore didattico, ma è bene fare attenzione, perché si tratta di un’esperienza solitaria, che può creare isolamento e diventare una dipendenza”.

Oggi si cresce per delusione, non più per trasgressione e opposizione al mondo adulto – ha concluso Lancini - e ogni aspetto della vita finisce in rete. La fragilità propria dell’età adolescenziale, la fatica di crescere si manifestano spesso attraverso un uso disfunzionale di internet, con il cyberbullismo, il sexting. Sono fenomeni su cui le famiglie e la scuola devono intervenire, spiegando ai giovani che si può crescere anche attraverso gli inciampi”.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 13/05/2019