Derby di guerra Juve-Toro 1 aprile 1945

Il libro di Nico Ivaldi racconta per la prima volta la storia di una giornata di ordinaria follia, a 24 giorni dalla «liberazione»

Nico Ivaldi, autore di saggi storici, romanzi, racconti biografie e reportages, torna a scrivere di calcio dopo la pubblicazione nel 2007 di “Quando la Juve era in B”. Nel suo nuovo libro, “Derby di guerra Juve-Toro 1 aprile 1945” (Editrice Il Punto Piemonte in Bancarella, 2019) racconta per la prima volta la storia di una giornata di ordinaria follia, quella del 1° aprile 1945 a Torino.

Mancavano poco più di una ventina di giorni alla «liberazione» ma questo la popolazione torinese non poteva saperlo: quel giorno di Pasqua, allo stadio Mussolini – così si chiama al tempo lo Stadio Olimpico Grande Torino – si gioca il derby fra bianconeri e granata. Doveva essere una partita amichevole per rasserenare gli animi che invece li accende. Non si contano i falli, le botte, le scorrettezze: si consumano vendette, vecchie ruggini tornano a galla.

Come non bastasse, per sedare i tafferugli in campo, alcuni soldati tedeschi sparano in aria, a scopo intimidatorio, raffiche di mitra. In risposta, dall’altra curva qualcuno risponde al fuoco. I calciatori diventano così il bersaglio di quella guerra dentro lo stadio, mentre gli spettatori guadagnano velocemente l’uscita. Solo per miracolo non ci scappa il morto.

Per la sua ricostruzione, Nico Ivaldi si è avvalso anche di due testimonianze inedite.

Particolarmente interessante quella di Amedeo Bertello, che al tempo era un bambino di 9 anni che assisteva alla partita insieme al padre e allo zio. Bertello, intervistato nel giugno del 2015, ha raccontato: «Regnava una confusione inverosimile […] L’arbitro, se non ricordo male, decise di far giocare ancora ma dopo qualche minuto fischiò la fine. I giocatori si misero a correre velocemente verso l’uscita, mentre altri colpi vennero esplosi anche nel nostro settore. Lo stadio sembrava un enorme tiro a segno. Anche noi tre scappammo, e mentre scappavamo inciampai e caddi, rischiando di essere travolto dagli altri tifosi. Mio padre mi tirò su. Era tutto sudato e gridava: “Forza, alzati o finirai schiacciato da questa mandria di cavalli”. Io mi trovai in mano, non so come, un bossolo […]».

Amedeo Bertello, purtroppo scomparso nel 2018 prima dell’uscita del libro, ha donato a Nico Ivaldi questo bossolo, testimone muto di una partita rimossa dalla memoria collettiva.

Il libro ricorda ancora due derby torinesi, quello del 14 ottobre 1945 – con gioco vigoroso ma corretto – e quello del 27 ottobre 1963 nel quale le due squadre misero in atto una «gazzarra incivile» a diciotto anni di distanza dal “derby di guerra”.

“Derby di guerra Juve-Toro 1 aprile 1945” si conclude con una breve cronistoria delle principali vicende politico militari del 1945 e un sintetico elenco di libri, musiche e film apparsi in quello stesso anno.

Con questo libro, Nico Ivaldi intende rendere omaggio al calcio torinese degli anni Trenta e Quaranta: dalla Juventus dei cinque scudetti al Grande Torino caduto a Superga.

 

Nico Ivaldi

Derby di guerra Juve-Toro 1 aprile 1945 una storia vera

Editrice Il Punto Piemonte in Bancarella, Torino, 2019 – pp. 109 - € 10:00

 

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Articolo pubblicato il 21/05/2019