Un costruttore di vita e di valori

È scomparso all’età di 93 anni il Prof. Ing. Franco Maggi

Si è spento Giovedì 16 Maggio, all’età di 93 anni, il Prof. Ing. Franco Maggi. Docente di sterminata cultura e preparazione, egli era prima di tutto un mentore di valori: un uomo dalla specchiata onestà, capace d’inculcare a qualunque suo interlocutore quel senso di affabile fiducia che può scaturire solo dalle menti più concrete.

Incaricato del corso di Topografia presso il Politecnico di Torino, assunse poi la docenza di Topografia e Costruzioni Rurali all'interno della Facoltà di Agraria dell’Università. In cattedra sapeva coniugare il rigore sabaudo della materia (nel 1950 si era laureato a pieni voti in Ingegneria Civile) con una costante propensione all’ascolto: un tratto dolce, proprio come il profilo delle indimenticate colline dell’Oltrepò da cui la famiglia proveniva.

Dalla libera professione ottenne notevoli e numerose soddisfazioni: collaboratore del Prof. Ing. Giovanni Tournon per 65 anni, con lui firmò e realizzò decine e decine di progetti. In provincia di Cuneo e non solo. Fu inoltre Socio Emerito della Reale Accademia di Agricoltura di Torino.

L’affresco più vivido e significativo del Prof. Maggi è però vergato dai suoi stessi famigliari: i tre figli avuti dall’adorata moglie Francesca, accanto a cui la salma riposerà nel Cimitero di Corvino San Quirico in provincia di Pavia.

Di lui i figli tracciano un ritratto partecipato e intenso: “nato nel 1925 da una famiglia contadina dell’Oltrepò lombardo, Papà è entrato nella vita adulta durante la fase più drammatica della storia del Paese. Renitente alla leva, sfuggito a una condanna a morte della Repubblica di Salò, fu partigiano nella Brigata Uzzone (divisione Fumagalli) e beneficiario di una borsa di studio dell’Anpi grazie alla quale si iscrisse al Politecnico di Torino, divenendo Ingegnere e Docente universitario. In prima fila nell’Italia produttiva ed europeista del Dopoguerra (dai cantieri della ricostruzione postbellica alle missioni archeologiche all’estero), nostro padre non ha però dimenticato le sue origini contadine, coltivate tanto sul fronte culturale – insieme agli amici dell’Accademia di Agricoltura e della Facoltà di Agraria – quanto sul campo, prendendosi cura di persona con competenza e passione delle terre in cui era nato”.

Spirito libero e libero di esprimersi nell’armonico equilibrio delle sue costruzioni, il Prof. Maggi lascia un’eredità culturale nutrita e importante. Certo racchiusa in opere ed edifici, ma prima ancora custodita nel ricordo di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di stimarlo: per la sua estrema professionalità, per l’attento presidio dei cantieri, per la sempre presente parola di sprone e di conforto.

Per la vicinanza insomma, professionale e umana, con cui mattone dopo mattone ha costruito la propria esistenza: nel ricordo, incrollabile.

Torino e il Piemonte perdono una risorsa preziosa. Civico 20 News si unisce al cordoglio della Famiglia.

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Articolo pubblicato il 18/05/2019