Torino - “L’alba della nuova Europa”!

Michele Ruggiero presenta il primo numero del 2019 de “La porta di vetro”.

Per un approccio sereno e consapevole all’elezioni di domenica prossima per il rinnovo del Parlamento europeo, dobbiamo essere grati a Michele Ruggiero che nei giorni scorsi ha presentato a Torino il primo numero dell’anno in corso de “La porta di vetro” la rivista di politica e Società da lui diretta e dedicata interamente alle tematiche attuali e prossime all’attenzione delle istituzioni europee.

Si concluderà nei prossimi giorni la più lunga  campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, caratterizzata non di certo dall’anelito che animava le prime legislature, né tanto meno dalla statura dei candidati, fatte ovviamente le debite distinzioni.

La crisi economica ed occupazionale che ha investito l’Europa e il nostro Paese in particolare, le misure fiscali introdotte negli anni scorsi, hanno di fatto, con molta approssimazione, contribuito a scaricare sull’Europa tutte le incongruenze del nostro sistema politico e della partitocrazia in particolare. I più benevoli hanno promesso di ribaltare gli assetti del governo dell’Unione, altri si sono dichiarati apertamente anti europei, cercando di proporre all’attenzione degli italiani gli schemi già fallimentari percorsi dalla Grecia, con le conseguenze tristemente note ed oggi dall’Inghilterra che ha imboccato il terreno ancora inesplorato della Brexit.

E’ mancata, purtroppo un’analisi serena che anteponesse il  conoscere al deliberare e giudicare. Nel saggio odierno a ragione dedicato a “L’alba della nuova Europa”, si presentano non tesi preconfezionate, ma analisi conoscitive idonee a consentire al cittadino di approfondire al di là degli slogan di maniera che ogni giorno continuano ad invadere l’etere ed entrano nelle nostre case.

In apertura il contributo del presidente Juncher che analizza le” policrisi” ed esprime attenzione per quei paesi come l’Italia che non crescono e continuano ad accumulare debiti. Significativo lo sforzo che anche l’Europa ci ha rivolto in questi anni. Sarebbe opportuno non dimenticare, sostiene Juncher, che “L'Italia è stata uno dei grandi beneficiari di queste scelte politiche che abbiamo fatto in quanto l'Italia è, in termini assoluti, il secondo beneficiario del piano Juncker, che ha già mobilitato 400 miliardi di euro di investimenti in tutta l'Europa, di cui quasi 64 miliardi nel nostro Paese”.

E’ bene conoscere che l'Italia è anche il principale beneficiario della flessibilità esercitata tra il 2015 e il 2018, così come siamo anche il secondo più grande beneficiario dei fondi strutturali e di investimento europei, con 44,7 miliardi di euro di sostengo dall’UE per il periodo 2014-2020: ossia, una media di 735 euro per abitante proviene dal bilancio dell'Unione e va direttamente a beneficio dei cittadini italiani.

Il che vuol dire, ad esempio, circa 2.198.000 persone che hanno avuto accesso a servizi sanitari di migliore qualità. Questi fondi supportano anche 101.622 imprese con la creazione di 23.425 posti di lavoro. Tutti dati di primaria importanza per comprendere perché oggi per ignoranza o malafede la nostra classe politica non diffonde.

Così nello spinoso ed attualissimo tema dell’immigrazione si porta a conoscenza del lettore la “Tabella di marcia di Bratislava “ che ci fa comprendere come la volontà di porre le basi per inquadrare un fenomeno dalle mille sfaccettature ed interpretazioni sia importante se seguito e concordato da tutti i paesi interessati. Non è producente abbandonare i tavoli di confronto per poi abbaiare alla luna.

Non difettano in altri articoli le analisi e proposte sulle quali già si sta discutendo in Europa di debito pubblico ,deficit di bilancio ed ambiente.

Ma l'Europa è ciascuno dei nostri paesi, ciascuna delle nostre regioni e delle nostre città; l’Europa è ciascuno di noi. Quindi  sarebbe cosa saggia, smettere di nazionalizzare i successi e comunitarizzare i fallimenti. 

Gli autori della rivista non pretendono d’insegnarci e  votare. Ci regalano un manuale che con approfondimenti scevri da interessi  e pressioni partitiche, intende fornirci gli elementi per decidere a quale forza e persona far convergere il nostro apprezzamento e voto, perché  sarà di vitale importanza mandare al Parlamento di Strasburgo deputati impegnati in questa lotta per avere un'Europa ancora più ambiziosa ed efficiente, senza dimenticare che, come sostiene Juncher” conto sull'Italia per difendere quest'Europa più unita, più forte, più democratica.

 

Perché la storia dell'Europa è sempre stata scritta con l'Italia e il futuro dell'Europa può essere scritto solo con l'Italia”.

 

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Articolo pubblicato il 21/05/2019