Non doveva essere qui. Non doveva essere qui

E’ il mantra che si sente ripetere quasi ogni giorno dai telegiornali, ma sopratutto da chi non è di sinistra e neanche bergogliano

Lui, a Mirandola, ha dato fuoco ad una casa ed ha fatto morire due persone. Lui, il bravo negretto spettinato, aveva documenti falsificati di ben sette diverse nazioni, aveva già violato una quantità di leggi e non aveva obbedito al decreto di espulsione, come molti suoi conterranei.

Non doveva essere qui e, secondo il giornale di Travaglio (in grosse difficoltà economiche), la responsabilità è solo del ministro Salvini.

Non doveva essere qui quel marocchino che sui murazzi del Po a Torino ha tagliato la gola ad un giovane italiano senza alcuna ragione. Solo perché passava di lì.

Lui non doveva essere lì, ma doveva stare in galera, se qualche giudice democratico non avesse dimenticato in un cassetto della scrivania il documento che ne ordinava la carcerazione.

Non doveva essere qui quel nigeriano che ha ucciso e fatto a pezzi la povera Pamela ed è riuscito a convincere inquirenti e magistrati che solo lui e nessun altro suo conterraneo è responsabile di una tale macelleria.

La colpa, secondo i preti e le sinistre, è del ministro Salvini che non vuole farli arrivare e loro si vendicano. Non della galassia democratica e post comunista. E neppure dei tanti patronaggio che sfidano i ministri e si adoperano giorno e notte per farne sbarcare tanti.

Ed infine la colpa non è del ANM (associazione nazionale magistrati) che afferma, senza che il presidente della repubblica osi aprire bocca, che le leggi le fa il parlamento, ma che ai giudici democratici spetta il compito di farsi interpreti del volere degli italiani.

Anche se nessuno li mai eletti e sono stati nominati con un concorso.

Non doveva essere qui. Non doveva esserci lo stupratore solitario e neppure quello di gruppo.

Vanno capiti, ci dicono insieme quelli di sinistra e tutti i confratelli della confederazione episcopale detta CEI, che già tanto impegno devono mettere per frenare i loro colleghi pedofili.

Vanno capiti, ci dicono gli Erri de Luca ed altri sostenitori, come lui, di qualche ergastolano.

Sono poche le donne che arrivano dai paesi dell’Africa nera e quelle poche occorre avviarle alla prostituzione.

Quelli che arrivano con i barconi sono quasi tutti maschi e molto giovani. Apprezzano molto le carni bianche delle nostre donne e, ispirati da chi li capisce, chiedono che lo stupro di una donna bianca sia considerato nient’altro che una manifestazione di affetto.

Non devono essere qui tutti quelli che, muniti di telefonini di ultima generazione, amputano a morsi le dita degli agenti che li vogliono controllare e protestano contro la qualità del cibo, diverso da quello che sono abituati a degustare nei loro tucul.

Non dovrebbero essere qui soprattutto quelli che vendono ogni tipo di droga ai nostri connazionali ed ai nostri figli e quelli che partecipano compatti ed urlanti, con le bandiere rosse spiegate, a tutti i cortei eversivi e sovversivi indetti dai centri sociali o dall’ANPI.

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma mi fermo.

Non vorrei essere iscritto anch’io nelle liste di proscrizione e di eliminazione che il Gad Lerner, noto come l’uomo del Rolex, ha di recente stilato nel parco della sua grande tenuta monferrina.

Gian Carlo Pavetto

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Articolo pubblicato il 25/05/2019