Ergonomia, giovane branca scientifica dell’esperienza umana – 4 di 4

Quanta fatica mentale e pratica per aiutare l’umanità a non farsi troppo male!

E quindi …...

da questa sintesi parziale, e non coordinata, risulta evidente la vastità del campo delle attività e situazioni a cui può e deve essere applicata questa scienza; ecco perché, per una sua comprensione diretta ed inequivocabile, risulta più efficace compiere un passo indietro, al momento in cui essa, ancora non suddivisa in specializzazioni, era compresa nel metodo generale di approccio al fare le cose con qualità intrinseca, caratteristica tipica dell’ “homo sapiens sapiens” direttamente responsabile delle proprie azioni, prima che incominciasse a delegare la propria capacità individuale a regole ed autorità terze.

 

In questo modo è possibile riattivare il sistema operativo individuale e utilizzarlo per esplorare in modo cosciente ciò che si è strutturato a seguito di tale delega.

 

Prima di proseguire con gli aspetti pratici, che verranno evidenziati ed esplorati in articoli specifici a seguire, ecco un breve cenno ad alcuni dei punti che verranno trattati:

 

  • cosa è l’essere umano e come funziona: desideri, necessità, pensieri, volontà, azione sono parti essenziali del processo che conduce dall’ideazione alla realizzazione di ogni aspetto della vita. Conoscere e sperimentare come nascono e si determinano le interazioni tra queste parti conosciute ed altre meno conosciute aiuta a comprendere e prevedere cosa può accadere. Di conseguenza si sviluppano, tra gli altri, i processi di coscienza, intuizione, percezione, memoria, attenzione e concentrazione;

 

  • interazioni tra esseri umani: sulla base di quanto sopra, si entra nel merito di cosa accade nelle relazioni tra esseri umani, ovvero come si generano abitudini , aspettative, possibilità di comunicazione, malintesi ed errori;

 

  • cosa sono le cose e l’ambiente: andare al di là della superficialità degli schemi preconcetti, e scendere più profondamente nella struttura essenziale delle cose e dell’ambiente, ci aiuta ad allargare la capacità di comprensione del mondo e delle sue leggi di funzionamento;

 

  • interazioni tra essere umano, le cose e l’ambiente: niente esiste e si trova in quel tempo e in quel luogo per caso; niente è separabile da tutto il resto; tutto ciò che esiste si influenza mutuamente; per questo è necessario conoscerne le interazioni per non subirne passivamente le conseguenze;

 

  • la trasformazione continua dell’essere umano: è un dato di fatto evolutivo e di sopravvivenza; un processo che si è accelerato nel corso di questo ultimo periodo e di cui occorre prendere atto per agire concretamente e costantemente nel presente;

 

  • ciò che si percepisce con i sensi: è una piccola parte di ciò che il nostro intero sistema percepisce, introduce, metabolizza, immagazzina, elabora e restituisce nell’ambiente;

 

  • ciò che elabora il cervello: è una minima parte di quelle informazioni che attraversano ad ogni istante il nostro intero sistema; il cervello elabora solo ciò che gli viene richiesto, secondo schemi preesistenti; il processo di elaborazione del pensiero è indipendente dalla possibilità di esprimere un pensiero incondizionato ed intelligente, che è il frutto di un processo educativo coerente e perseverante.  Perseguire questo processo permette di sviluppare una visione intelligente in ogni situazione;

 

  • realtà oggettiva, soggettiva e percezione: prendere atto delle analogie e differenze tra ciò che dipende o no dall’interpretazione individuale dei fatti e il semplice rendersi conto di qualcosa, semplifica, corregge e rende coerente ed equilibrato l’apporto personale richiesto da e in qualsiasi tipo di processo;

 

  • neuroni specchio ed empatia: il nostro sistema dispone di un sistema di elaborazione e deduzione che,  a partire da pochi dati, è in grado di riconoscere comportamenti, necessità, aspettative di ogni essere o cosa entri in contatto con noi. Da ciò è tratta la possibilità di potersi mettere nei panni altrui e agire di conseguenza;

 

  • ciò che conosciamo di noi stessi e degli altri: è veramente molto poco; per questa ragione cadiamo facilmente in malintesi ed errori.  Ecco perché occorre conoscere e identificare correttamente cosa ci spinge a fare una determinata azione e a quale scopo;

 

  • quello che serve per migliorare costantemente la qualità della vita: è essere aperti al cambiamento che si rende necessario ; essere disposti a respirare “l’aria che tira” estraendone responsabilmente quello che serve; evitare imposizioni e contrapposizioni permette di individuare più facilmente la  risoluzione corretta anche se apparentemente non coincide con quella migliore; imparare a lasciar parlare i fatti al posto nostro; ammettere gli errori senza giustificarli;

 

  • O.S.R. Operational System Rehabilitation: riattivazione del sistema operativo individuale e collettivo: metodo per riattivare la capacità di riconoscere e utilizzare un complesso di conoscenze, principi logici, analogie, interazioni, comportamenti, regole, giudizi, analisi, deduzioni etc etc, organizzato in modo da ottenere il miglior impiego di persone, materiali, mezzi, per il raggiungimento di un determinato scopo in un settore dell’attività umana, la cui base si poggia sull’assunto seguente:

 

I componenti del genere umano, donne e uomini, sono naturalmente PROGETTISTI : infatti, anche senza alcun insegnamento diretto, dal momento in cui nascono iniziano a fare le cose necessarie allo sviluppo della loro vita attraverso l’autoapprendimento. Tale processo di autoapprendimento è poi utilizzato dai genitori, dalla scuola e dalla società che, mettendo continuamente a disposizione materiale utile, partecipano alla formazione delle persone in questione.

 

Ecco in sintesi cosa avviene :

 

  1. grazie a un trasferimento di CONOSCENZA attraverso i cromosomi dei genitori,
  2. applicando inconsciamente il METODO OPERATIVO proprio del sistema operativo che permette le funzioni del corpo,
  3. essi iniziano a cercare e trovare le INFORMAZIONI necessarie all’aggiornamento della conoscenza mediante l’esperienza,
  4. e a sviluppare schemi di COMUNICAZIONE verso il proprio sistema e il sistema nel quale vivono e operano,
  5. per giungere, con o senza aiuti esterni, alla REALIZZAZIONE degli obiettivi individuati.
  6. Giunto alla maturità funzionale, questo processo può essere REGOLATO e PIANIFICATO nelle sue linee generali e particolari, in modo flessibile, e, se non è ostacolato da un uso scorretto, funziona sempre.

 

Poste ed accettate queste basi minime è possibile procedere negli approfondimenti che seguiranno, avendone gli strumenti adeguati e un terreno coerentemente preparato per accoglierli ed elaborarli in modo utile.

 

Prepariamoci a questo lungo, piacevole e fruttuoso cammino.

 

Intanto, grazie dell’attenzione e buona giornata.

 

Grafica e testo

Pietro Cartella

 

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Articolo pubblicato il 30/05/2019