Genova - Incisioni di fine Quattrocento inizio Cinquecento di Albrecht Durer al Palazzo Bianco

Collezione di capolavori del bulino donati da un collezionista alla città della Lanterna, esposti fino al 30 giugno al pubblico

La mostra visitabile a Palazzo Bianco fino al 30 giugno 2019 :”Albrecht Durer (1471-1528): Capolavori al bulino”, curata da Margherita Clavarino e Margherita Priarone (catalogo Sagep editori), con il contributo di  Esselunga,  presenta una ricca selezione sia  per qualità che consistenza dei lavori del grande artista tedesco originario di Norimberga: Albrecht Durer, considerato uno dei maestri più importanti del Rinascimento Nordico e protagonista insuperato di questa particolare tecnica del bulino. Questa mostra trae origine - scrive nel testo del catalogo  il Direttore Piero Boccardo – dal fatto che un colto e raffinato collezionista di incisioni di antichi maestri  ha deciso e disposto per testamento il lascito della sua raccolta al Comune di Genova e, nella fattispecie, al gabinetto, Disegni e Stampe di Palazzo Rosso”. L’eccezionale selezione del materiale composto  da superbi capolavori (54 bulini, due acqueforti) conducono il visitatore a ripercorrere l’intero sviluppo del suo esordio artistico  ad iniziare, dal campo della grafica, e lo si fa con le stampe della : ” Sacra famiglia con la libellula” (1495 circa) – l’opera deve il suo nome all’insetto rappresentato in primo piano, in basso a destra (Foto 1) -  o la “Giovane donna insidiata dalla morte”, “La Vergine con la scimmia (Foto 2)”,   ogni opera  è l’evoluzione dello stile  e della perizia tecnica dell’artista, il quale segue passo dopo passo i cambiamenti  da effettuare nelle varie tematiche - come il bulino eseguito nel 1502-1503 circa dello “Stemma con il leone e il gallo”(Foto 3).

Si tratta di opere di altissimo valore :”Apollo e Diana” (Foto 4), “La strega che cavalca una capra”(Foto 5) e assai rare  sia per  la qualità che l’ ottimo stato di conservazione: una selezione unica ed eccezionale di stampe che, nella maggior parte dei casi, sono tra le prime impressioni sulla carta delle lastre incise dall’artista.

 “Melencolia I ” (Foto 6) è una delle tre incisioni maestre dell’artista tedesco. Probabilmente l’incisione più studiata di Durer, e forse della storia dell’arte.

L’opera è stata definita da Panofsky nel 1943, un autoritratto spirituale del maestro (descrizione tratta dalla scheda di Margherita Priarone); “Sant’Antonio che legge”(Foto 7), avvolto nell’abito monastico con un ampio cappuccio -  secondo una tradizione iconografica che lo vuole fondatore del monachesimo cristiano - e primo abate e con piedi scalzi, a ricordare il suo lungo romitaggio nel deserto egiziano.

Il santo è raffigurato in primo piano, seduto con alla destra un semplice cappello da viandante posato a terra e alla sinistra conficcato nel terreno, il bastone simbolo del suo ascetismo, sormontato dalla croce di Cristo – non dalla semplice croce a tau delle prime raffigurazioni iconografiche – con un campanello che evocherebbe, secondo una interpretazione largamente accettata, la pratica dei monaci anacoreti di farsi annunciare dal suono di un campanello nella richiesta dell’elemosina. (Descrizione tratta dalla scheda di Margherita Priarone).

Da segnalare, inoltre, la presenza di molte versioni della “Madonna col Bambino “e la  “Piccola Passione”presentata in mostra nella sua intera completezza di trentasei incisioni su rame:  dove si può notare l’accuratezza e la  grande attenzione nei minimi dettagli,  e  la raffinata esecuzione.

Nel volume - della Sagep riccamente illustrato -  che accompagna la mostra sono riportate le prime incisioni (e sono molte) del maestro,  che maturò, dopo un’iniziale formazione nella bottega del padre (orafo proveniente dall’Ungheria) e da una solida formazione artistica influenzata dai suoi soggiorni in Italia e in particolare da Mantegna  e Bellini.

Durer incarnò  anche gli ideali dell’artista del Rinascimento, rivendicando la nobiltà del proprio ruolo di colto intellettuale, in costante dialogo, e  la  sua profonda religiosità, oltre al suo ruolo di artista vicino sia alla corte imperiale sia ai circoli di filosofi e degli  umanisti tedeschi, che  lo portarono a vivere con grande intensità i cambiamenti derivati dalla diffusione  delle teorie luterane, di cui inizialmente subì la fascinazione, per prenderne poi  le distanze  dagli eccessi.

Scrive il Sindaco della città di Genova Marco Bucci:

La storia di Genova è una storia gloriosa e affascinante che non si finisce mai di scoprire e che continua  a stupirci”.

La mostra al palazzo Bianco dei Musei di Strada Nuova ne è una costatazione.

Descrizione foto: Foto copertina catalogo

Foto 1” Albrecht Durer La Sacra Famiglia con libellula” 1495 circa bulino 239x187 mm bassi al centro monogramma(A maiuscola, d minuscola)

Foto 2   Albrecht  Durer “ La Vergine con la scimmia” 1498 circa  bulino 190x122 mm

Foto 3  Albrecht Durer “Stemma con il leone e il gallo”1502-03 bulino 183x118 mm

Foto 4  Albrecth Durer “Apollo e Diana”1503-04 circa bulino 115x72 mm

Foto 5  Albrecth Durer “La strega cavalca una capra”1505 ca. bulino 115x71 mm. In basso a destra monogramma con la”D” rovesciata

Foto 6  Albrecth Durer “ Melencolia I” 1514 bulino 240x188mm

Foto 7 Albrecth Durer “Sant’Antonio che legge” 1519 bulino 101x145 mm

Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco via Garibaldi.” Albrecht Durer (1471-1528) Capolavori a bulino”, fino a Domenica 30 giugno 2019. Orari da Martedì al Sabato 9.00-19.00, Domenica 10.00-19.30, chiuso il lunedì. Per Informazioni 010 2759185  

 

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Articolo pubblicato il 05/06/2019