Centro Studi Piemontesi: il 50° anniversario della fondazione

Comunicato Stampa con documenti fondativi dell' 11 giugno 1969

Civico 20 News ospita il Comunicato Stampa del Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis , relativo al 50° anniversario della sua fondazione (11 giugno 1969) al fine di contribuire alla diffusione dell informazione.

 

Centro Studi Piemontesi - Ca dë Studi Piemontèis

11 giugno 1969 - 11 giugno 2019

50 anni “al servizio” del Piemonte

 

L’11 giugno del 1969 un gruppo di amici (Gaudenzio Bono, Giuseppe Fulcheri, Dino Gribaudi, Gianrenzo P. Clivio, Amedeo Clivio, Camillo Brero, Alfredo Nicola, Armando Mottura, Giacomo Calleri, Censin Pich, Tavo Burat), riuniti da Renzo Gandolfo (1900-1987), davano vita al Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, una istituzione pluridisciplinare dedicata allo studio della vita e della cultura piemontese in ogni loro manifestazione.

Oggi, in coincidenza del 50° anniversario dalla nascita, il Centro Studi Piemontesi mette in campo una serie di iniziative per siglare questo traguardo, fare un Bilancio di mezzo secolo di intensa attività scientifica e editoriale, per costruire, sulle solide radici della memoria storica, il lavoro futuro. La cifra che in qualche modo rende quasi unico nel panorama piemontese (e nazionale) il profilo del Centro Studi Piemontesi è la costante ricerca di equilibrio tra territorio, tradizione, radici, e sguardo internazionale. Locale e globale (senza cedere a provincialismi e/o a esasperati globalismi).

“Rinnovare conservando” è il principio ispiratore che ha governato e governa l’istituzione. La scommessa avviata in questi anni di rinnovare con costanza i principi e i valori fondamentali che portarono alla fondazione dell’Istituto nel 1969, ha permesso al Centro Studi Piemontesi di « resistere » all’onda d’urto più complessa degli ultimi tempi, anche grazie al sostegno  del Ministero Beni e Attività Culturali, della Compagnia di San Paolo,  della Regione Piemonte, della Fondazione CRT, della Reale Mutua, di Privati, e alla risposta degli Associati. Nuovi soggetti, altri enti o istituzioni che operano sul territorio, ma anche nel più ampio raggio degli antichi Stati sabaudi, sono stati coinvolti; nuovi collaboratori si sono rivolti alla rivista «Studi Piemontesi» (che via via si rinnova) internazionalizzando il suo Comitato Scientifico; nuovi Soci sostituiscono le inevitabili perdite. Tutti fattori che contribuiscono al rinnovamento generazionale dell’Associazione, garantendone la continuità, aggiornamento, tenuta e futuro.

Accanto alle attività di ricerca e di studio, sono state intensificate le iniziative di «socializzazione» dei saperi, con presenze su tutto il territorio regionale (e non solo) nell’ottica dell’apertura, della condivisione e della conoscenza come unici fattori di conservazione e di tutela del patrimonio materiale e immateriale di una comunità.

Per «festeggiare» l’importante traguardo, ad aprile è stato inaugurato, presso la sede sociale di via Revel 15 (nel locale appositamente allestito, grazie al lascito della Socia Agar Pogliano) l’ Archivio Istituzionale (1969-2019). Entro l’anno l’archivista Andrea Maria Ludovici della Coperativa Culturalpe, incaricato del Progetto, concluderà il lavoro con l’inventariazione della grande messe del materiale fotografico, e dei Fondi archivistici aggregati. Tra i più importanti e consistenti l’archivio Enrico Thovez; l’Archivio Renzo Gandolfo, l’Archivio Angelo Alessio, l’Archivio Gualtiero Rizzi, l’Archivio Giovanni Drovetti e diversi altri minori. Per la schedatura dell’Archivio il Centro Studi Piemontesi ha aderito alla piattaforma regionale Mèmora. L’Archivio è consultabile in sede, accedendo agli Inventari che saranno inseriti nel sito internet. Una successiva tappa di lavoro per l’Archivio, dal 2020, sarà la digitalizzazione dei più significativi documenti archiviati, così da permettere ragionevolmente in tre anni la consultazione via informatica dell’intera documentazione, sia istituzionale, che degli archivi aggregati (escludendo eventuali materiali con dati sensibili).

Al termine dell’inventariazione, l’impressione complessiva restituita dalla raccolta documentaria è quella di un vero e proprio «giacimento di bellezza, di intelligenza e di sapere che negli anni si è depositato e stratificato”. In particolare, la peculiarità dell’Archivio Istituzionale del Centro Studi Piemontesi risiede nella sua doppia natura di archivio di impresa e archivio letterario nel quale le vicende connesse alla fondazione e al successivo sviluppo dell’Associazione (un’impresa culturale a tutti gli effetti) si accompagnano alle molteplici iniziative editoriali, didattiche e di approfondimento scientifico (come convegni, seminari, mostre, ecc.) organizzate dall’Ente, insieme al fondamentale apporto offerto di volta in volta da personalità di assoluta rilevanza nella promozione della conoscenza e della valorizzazione della lingua e cultura piemontesi

Gli oltre 600 volumi editi dal Centro Studi Piemontesi in cinquant’anni di attività hanno visto la partecipazioni di più di 1.000 autori, con studiosi di rilievo nazionale e internazionale

È in preparazione e sarà pubblicato in e-book e a stampa il Catalogo ragionato e illustrato delle edizioni realizzate, compresi i Sommari di Studi Piemontesi e dei Quaderni di Bibliofilia, dal 1969 al 2019. Con alcune parti introduttive volte a “narrare” brevemente i cinquant’anni di presenza, presidio, laboratorio del Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis nel panorama della cultura regionale, nazionale e internazionale. I protagonisti, le realizzazioni, la continuità, il futuro.

Sono passati esattamente 50 anni dalla fondazione del Centro Studi Piemontesi e gli “amici” che l’11 giugno del 1969 si unirono a Renzo Gandolfo per fondare il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis forse non immaginavano che l’organismo a cui si accingevano a dare vita sarebbe riuscito a giungere al traguardo del proprio primo mezzo secolo di vita in piena espansione sotto ogni profilo.

Il Centro Studi Piemontesi, pur avendo già conseguito senza soluzione di continuità risultati coerenti con la missione originaria, cioè la valorizzazione della civiltà del Piemonte e degli Stati sabaudi nella più ampia accezione disciplinare, culturale, morale, territoriale (guardando anche agli antichi Stati sabaudi) e metodologica, fa registrare nel suo cinquantenario un notevole crescendo di dinamismo e di conseguenti realizzazioni.

In parallelo con le tradizionali attività di ricerca scientifica, editoriali e di diffusione della cultura, sono in corso iniziative che, attingendo alle innovazioni della più aggiornata “modernità” tecnologica ed applicativa, sono finalizzate a proiettare l’azione e le realizzazioni dell’Istituto nel futuro con lo sguardo rivolto allo sviluppo di relazioni e contatti con un pubblico sempre più vasto, spesso non soltanto italiano. Un pubblico che si rivela anche un prezioso bacino di ampliamento della compagine associativa che costantemente si rinnova e si incrementa.

Il passato del Centro Studi Piemontesi consente di censire risultati rilevanti e utili. Studi multidisciplinari sono stati ideati, promossi o incoraggiati trovando sbocco editoriale in centinaia di monografie e negli – ormai migliaia – articoli pubblicati in “Studi Piemontesi”. Non vi è anno in cui non sia stato realizzato un intenso programma culturale: conferenze, convegni, seminari, concerti, mostre e tante altre attività offerte ai cittadini piemontesi, antichi e nuovi, per tutelare e diffondere la lingua, la storia, il patrimonio artistico e culturale e l’ambiente naturale del territorio.

Potrebbe apparire soddisfacente anche solo “mantenere il ritmo”, ma occorre, garantendone il consolidamento, guardare a nuovi sviluppi, a partire dal rinnovamento generazionale, da perseguire pure attraverso un maggiore e sistematico coinvolgimento degli studenti e dei giovani, che può essere sviluppato attraverso rinnovati modelli di collaborazione formativa con le scuole di ogni ordine e grado, che si stanno oggi considerando. L’appoggio e la partecipazione dei soci e di nuovi pubblici, congiuntamente al sostegno delle istituzioni, saranno sempre più preziosi per abilitare i percorsi di crescita già vagheggiati.

E guardando alle nuove sfide e all’impegno che da parte di ciascuno è auspicato di fronte a un mondo in turbinosa evoluzione, merita concludere con alcune espressioni del professor Gandolfo che, all’insegna del realismo, ci ha lasciato un monito che è, ad un tempo, esortazione a difendere e diffondere dinamicamente valori e civiltà, agendo e “partecipando”: «senza miti, senza drapò di raccolta e di battaglia, quale società mai ha fiorito? I popoli inerti sono destinati a rientrare nel ventre oscuro della storia».

 

Consiglio Direttivo

Giuseppe Pichetto, Presidente

Gustavo Mola di Nomaglio, Vice Presidente

Albina Malerba, Direttore

Federico Della Chiesa, Tesoriere

Consiglieri:

Massimo Deandreis

Giuseppe Ferrero

Elisa Gribaudi Rossi

Giacomo Lorenzato

Lodovico Passerin d’Entrèves

Gian Savino Pene Vidari

Camillo Venesio

Revisori dei Conti:

Gianluca Ferrero, Presidente

Giovanni Chieli, Maria Teresa Reineri, Maria Cristina Gaja, Giancarlo Melano

Probiviri: Maria Piera Gandolfo Peyron, Vincenzo Pich, Alessandro Rosboch

 

Comitato Scientifico

Renata Allìo

Alberto Basso

Gilles Bertrand

Mario Chiesa

Gabriele Clemens

Anna Cornagliotti

Guido Curto

Pierangelo Gentile

Livia Giacardi 

Andreina Griseri

Corine Maitte

Isabella Massabò Ricci 

Andrea Merlotti

Aldo A. Mola

Francesco Panero

Gian Savino Pene Vidari

Pier Massimo Prosio 

Rosanna Roccia

Costanza Roggero Bardelli

Alda Rossebastiano  

Giovanni Tesio,

Georges Virlogeux

 

Rivista « Studi Piemontesi » 

Direttore, Rosanna Roccia

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Articolo pubblicato il 11/06/2019