Elettori ed eletti

Sette motivi per cui aspettative e risultati non coincidono mai.

In questa parte del mondo siamo particolarmente fortunati poiché possiamo godere di un certo grado di libertà personale e di pensiero che ci dà la possibilità di vivere secondo uno standard qualitativo piuttosto elevato.

Ma avere tale possibilità non significa automaticamente scegliere di metterla in pratica. Infatti la condizione nella quale ci troviamo mette in evidenza, in modo inequivocabile, la nostra incapacità o impotenza nel perseguire praticamente tale obiettivo.

 

Come mai?

 

Principalmente per sette motivi:

 

primo: non sappiamo cosa vogliamo veramente;

secondo: chiediamo ad altri di fare per noi ciò che non sappiamo;

terzo: siamo sempre sinceramente convinti di fare tutto nel modo giusto per ottenere quello che crediamo di volere;

quarto: pensiamo che siano sempre gli altri a non capire e quindi a sbagliare;

quinto: siamo certi che la maggioranza pensi come noi;

sesto: non abbiamo minimamente idea delle conseguenze di ciò che vogliamo;

settimo: non dubitiamo neppure per un attimo di non avere responsabilità diretta di ciò che accade e, quindi, di non essere tenuti a pagarne le conseguenze.

 

Possibile che sia realmente così?

 

Proviamo ad esaminare brevemente alcune situazioni che diciamo di conoscere benissimo e proviamo a risponderci.

 

Relazioni familiari

Sappiamo quali diritti e doveri comportano?

Sappiamo quali sono le nostre aspettative?

Sappiamo quali sono i problemi contingenti?

 

Relazioni lavorative

Siamo certi di fare quello che richiede il contratto sottoscritto?

Siamo certi di ricevere la giusta paga per ciò che facciamo?

Saremo in grado di garantirci una giusta paga se fossimo noi stessi ad essere i nostri datori di lavoro?

 

Relazioni economiche

Quello che abbiamo ci basta?

Che cosa ci manca per essere sufficientemente sereni?

Siamo parsimoniosi o spreconi?

 

Relazioni sociali e politiche

Sappiamo chi sono le persone con cui ci accompagniamo per conseguire i nostri obiettivi o a cui deleghiamo le risoluzioni dei nostri problemi?

Sappiamo quali sono i loro programmi ed intenzioni?

Cosa facciamo concretamente per fare la nostra parte nel contesto in cui viviamo? 

 

Relazioni ambientali

Qual è il nostro tasso di inquinamento verso l’ambiente tenendo conto dei consumi, sprechi, rifiuti, pensieri e azioni correlate?

Cosa facciamo per modificare le nostre abitudini di consumo?

Quanto ci lasciamo influenzare dalle opinioni altrui?

 

Relazioni con noi stessi

Quanto conosciamo del nostro funzionamento emotivo, cerebrale e corporeo?

Quanto conosciamo della storia della salute e malattia che raccontiamo ai medici in caso di necessità?

Cosa sentiamo che ci manca?

 

Relazioni con la vita

Siamo sicuri di sapere cosa sia la vita?

Siamo sicuri di sapere perché viviamo?

Cosa ci aspettiamo dalla vita?

 

Per il momento possiamo fermarci e provare a verificare se siamo in grado di scegliere se soffermarci a riflettere su queste poche righe oppure questo non sia opportuno.

 

In questo ultimo caso qualsiasi possibilità resterà solo un’aspettativa frustrante.

 

Infatti, non avviene spesso che il lavoro che all’inizio ci piaceva tanto si riveli deludente, che la persona così simpatica non lo sia più così tanto, che chi abbiamo eletto al governo si comporti diversamente da come atteso, e così via? E questo continui a ripetersi anche se seguiamo i consigli di specialisti del cambiamento?  

 

Per evitare che ci si faccia un’idea troppo negativa, giungendo a ritenere inutile qualsiasi sforzo, e quindi si rinunci in partenza a fare qualcosa, occorre dire che qualunque risposta si evidenzi, non è mai tutta la verità, niente altro che la verità, ma solo una tra le tante suggestioni contenute in essa.

 

E poiché la fortuna aiuta gli audaci ed è “notoriamente” cieca, può darsi che aiuti anche noi credendoci audaci anche quando invece siamo solo …(!!!!)***

 

***(definite voi cosa, io ne sono incapace!)

 

Foto e testo

Pietro Cartella

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Articolo pubblicato il 26/06/2019